Riflessioni di un ciclista attento
di Armando Boccone
La causa che mi porta a percorrere in bicicletta via
Carlo Marx è l’uso delle Poste di distribuire la corrispondenza nella prima
parte della giornata.
Fino a circa le tre e mezza di pomeriggio lavoro per cui,
nel caso di lettera raccomandata, mi viene lasciato un avviso nella buca
indicando ciò che dovrei ritirare,
l’orario e il periodo.
Viene indicato ovviamente anche l’ufficio postale in cui
andare a ritirare la raccomandata: è l’ufficio postale delle Roveri, nella periferia
est di Bologna. Ci vado in bicicletta e per arrivare all’ufficio indicato
faccio un itinerario poco trafficato: per questo motivo percorro via Carlo
Marx.
Qualche volta è capitato di andarci nel pomeriggio
stesso in cui trovavo l’avviso in buca. Una volta arrivato allo sportello
l’impiegato mi faceva osservare che, come indicato sull’avviso, si poteva
ritirarla a partire dal mattino successivo.
Per dare un quadro più completo del problema devo anche
dire che la bicicletta, alcune volte, è stata una concausa di questo
problema.
Il motivo è che uso molto la
bicicletta per andare al lavoro e per altri spostamenti. Quando uso la
bicicletta non faccio troppa attenzione al rosso dei semafori, al senso di marcia, ai
sensi unici, ecc.
Quando raramente uso la macchina succede che conservo le
stesse usanze di quando uso la bicicletta… e allora nella buca delle lettere
qualche volta ho trovato l’avviso delle Poste che mi invitavano a ritirare
“Atti giuidiziari” al tale ufficio, nei tali orari e a partire dal tale giorno.
Ovviamente la prima volta che trovai un tale avviso mi preoccupai e andai
subito (pensavo che qualcuno mi avesse denunciato!!): bisognava invece andare a
partire dal giorno dopo.. però l’impiegato mi disse subito (forse perché mi
vide preoccupato), che si trattava di
una multa per infrazione stradale. Questa lunga introduzione è servita solamente per
parlarvi di ciò che ho visto in via Carlo Marx...
In questa via ho notato un concentrato della situazione
in cui versa l’attuale modello di sviluppo capitalistico.
Da un lato della via c’è una caserma dell’esercito
abbandonata ormai da alcuni anni. Non è possibile entrarci ma i danni
conseguenti all’abbandono sono evidenti. I muri esterni di cinta sono ormai
occultati dalla vegetazione, il cortile interno della caserma sembra una
foresta e davanti al cancello sono nati degli alberi.
Al di là di ogni altra
considerazione questo quadro fa notare la forza della natura di rigenerarsi e
di riappropriarsi degli spazi che in precedenza le erano stati sottratti. Ricordo
che durante una delle escursioni che facevo in montagna la guida disse che
quando un terreno veniva abbandonato le prime piante che si diffondevano erano
la rosa canina e il rovo. Nei terreni
abbandonati nella città di
Bologna invece sembra che siano due
particolari specie di albero (dovrebbero essere il pioppo e il carpino).
L’entrata
della caserma è invasa da alberi nati spontaneamente (dovrebbero essere
carpini)
Considerando il modo in cui venivano fatti gli edifici
una volta, con i muri spessi e di mattoni pieni (quindi con poca dispersione
termica durante l’inverno e riparazione dal caldo durante l’estate) sarebbe
stato opportuno che si fosse provveduto alla loro dismissione e al loro
recupero. Si sarebbe usufruito di tutte le preesistenti infrastrutture come gli allacciamenti elettrici, fognari,
idraulici, del gas e quant’altro. Invece si continuano a costruire sempre più
edifici anche se gli appartamenti non si riescono a vendere né ad affittare.
Un altro
esempio delle condizioni della caserma: l’altana per l’avvistamento (sulla
sinistra in alto) è quasi completamente occultata mentre il primo edificio a
destra “si è arreso senza condizioni alla vegetazione”
Dall’altro lato di Via Carlo Marx c’è appunto un caseggiato nuovo formato da due palazzine e, non so da quando, con i cartelli di “Vendesi” e “Affittasi” appesi ai balconi.
Controllo i vari numeri civici di cui si compongono le due palazzine. In una palazzina (a veder i nomi sui campanelli) gli appartamenti sono quasi tutti occupati ma nell’altra palazzina sono quasi tutti vuoti.
Queste palazzine danno l’impressione di essere di
qualità e di essere state fatte con i dovuti criteri di risparmio energetico.
Il tetto è interamente coperto da numerosi pannelli solari.
Probabilmente sarà per la difficoltà di vendere e
affittare gli appartamenti che sarà stato abbandonato il cantiere a fianco dell’edificio, di cui si è
detto poco sopra. È stata solamente scavata una grossa trincea (dove sarebbero
venute le cantine e i garages). Chiedo ad alcune persone da quando tempo è
stato iniziato quel nuovo cantiere. Una mi dice che quando è venuta ad abitare
con la sua famiglia, a febbraio dell’anno scorso, quella trincea c’era già.
A un lato della trincea ci sono le componenti di una grossa gru ancora da montare. A una persona che si trova a passare col cane chiedo informazioni. Mi dice che quella gru è stata trasportata là da pochi giorni spostandola dall’altro lato del caseggiato. Forse la ditta spera in una ripresa del settore delle costruzioni in seguito ai provvedimenti che saranno presi dal governo Monti.
Però non mi sa mi sa dire niente di questo nuovo cantiere. “Tanto” mi dice, “io fra poco me ne vado a Cento (FE) e non mi interessa”.
Non le dico che questa risposta non c’entra niente con la domanda che le avevo fatto. Chiedo a una signora che sta su un prato e gioca col nipotino. Non mi sa dire niente però in compenso non mi dice dove si trasferirà in futuro.
Sulla rete di recinzione c’è uno di quei cartelli che
si mettono vicino ai cantieri e che indicano la data di inizio lavori, la ditta
costruttrice, la data di fine lavori e altri informazioni. Sul cartello però
non c’è nessuna informazione.
La grossa trincea scavata in questo piccolo cantiere (che probabilmente riguarderà la costruzione di una palazzina) dà un'idea delle ferite che si apportano all’ambiente.
Sarà probabilmente per il forte rallentamento nel settore delle costruzioni che da qualche tempo sento parlare sempre più raramente di evacuazioni di interi quartieri oppure interruzioni di strade o ferrovie o di aeroporti per consentire il disinnesco di ordigni bellici risalenti alla seconda guerra mondiale.
Ho fatto una piccola ricerca sul web e ho notato come
questi ordigni venivano sempre trovati in occasione di scavi per costruire
edifici, strade, capannoni e altro. Le bombe di cinquecento libbre, che
venivano sganciate durante la seconda guerra mondiale dagli aeri alleati da
notevole altezza, alle volte non esplodevano e si conficcavano nel terreno. La
natura provvedeva poi maggiormente a occultarle.
Tutto questo in
via Carlo Marx!
Questo filosofo, economista e sociologo tedesco
dell’ottocento sembra suscitare nuovo interesse per le sue
teorie relative allo sviluppo capitalistico, che offrono una spiegazione plausibile alla crisi in cui quasi tutto il mondo si trova negli ultimi anni.
Ovviamente è un caso che quella caserma abbandonata,
quel caseggiato nuovo e con appartamenti invenduti e quel cantiere interrotto
si trovino in via Carlo Marx.
Se si fossero trovati duecento metri più in la si
sarebbero trovati … su viale Ilic Uljanov Lenin!!
1 commento:
Ho letto con piacere e divertimento questo post. Se tutto questo accade in via Carlo Marx mi chiedevo cosa poteva succedere a Bologna in via Rockfeller o in via A.Smith, ma non sono riuscito a trovare molte vie dedicate a capitalisti o presunti tali
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