Intrecci di storie: a Bologna con Francesca e Boubacar
Intrecci di storie ci porta tra le strade di una assolata Bologna per incontrare Francesca e Boubacar che ci raccontano la loro storia di accoglienza Vesta. “Avere le chiavi della casa vuol dire avere una grande responsabilità, vuol dire avere le chiavi di una persona che apre le sue porte. Francesca era molto impegnata e non ha mai dubitato di me e questo mi rendeva molto fiero e anche responsabile” dice Boubacar. Francesca prosegue raccontando che “il rapporto con Boubacar è molto particolare, è un insieme di tensioni, emozioni, esperienze. Nonostante oggi non ci si veda più tutti i giorni come prima, questa vicinanza permane forte”. “Tutti gli incontri che facciamo ci insegnano delle cose, oggi cono felice che sono autonomo grazie a tutte le persone che ho incontrato nella mia vita e che mi hanno reso quello che sono”, confida Boubacar Guarda il video per conoscere la storia di accoglienza di Francesca e Boubacar, il quinto video di Intrecci di storie dedicati all'accoglienza in famiglia con il Progetto Vesta.Leggi tutto
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Riapre La Quadreria!
A partire da martedì 8 giugno 2021 La Quadreria riapre al pubblico. La collezione di dipinti antichi di ASP Città di Bologna sarà di nuovo accessibile dopo la chiusura dovuta alla pandemia da covid19. Per il periodo estivo La Quadreria sarà aperta il martedì e il venerdì dalle ore 10:00 alle ore 13:00. La visita avrà una durata massima di 30 minuti e sarà accompagnata dal personale de La Quadreria. Il numero massimo dei visitatori che possono accedere negli spazi del museo è pari ad otto persone. La prenotazione non è obbligatoria ma è consigliata, telefonando al numero 051 279611 (attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 13:00). Tutte le info su: www.laquadreria.itLeggi tutto
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Carcere ed ex persone detenute: come si può intervenire per contenere i rischi di recidiva
L’uscita dal carcere da parte delle ormai ex persone detenute non sempre corrisponde ad un reinserimento all’interno della società. Capitano a volte situazioni per le quali ci siano nuovi problemi con la legge e ricadute, con il conseguente ritorno nelle carceri. Questo fenomeno è chiamato recidiva e in Italia il tasso di recidiva degli ex detenuti si aggira intorno al 70%, il che significa che più di 2 persone su 3, una volta uscite dal carcere, commettono ulteriori crimini e devono scontare un’altra pena in carcere. Abbiamo voluto così parlare di questo argomento insieme a Claudia Clementi, direttrice della Casa Circondariale di Bologna, proprio per chiederle un parere in merito alla situazione nazionale degli ex detenuti. In particolare, soffermandoci sugli interventi fondamentali che si possono applicare per contenere i rischi di recidiva, non solo sul territorio bolognese, ma su tutto il panorama italiano. Il carcere come momento di riflessione della propria vita Prima di addentrarci all’interno delle misure da adottare per contenere il rischio di recidiva, è importante soffermarsi un attimo sul ruolo del carcere per le persone detenute. Claudia Clementi a questo proposito afferma come il carcere debba essere percepito dai reclusi non semplicemente come una pena detentiva, ma come un momento di riflessione della propria vita. Seppur in un contesto altamente complesso quale quello del carcere, la persona reclusa si ritrova decisamente in contatto con se stessa, avendo la possibilità di usufruire del supporto di professionisti, volontari, insegnanti ecc.., in un processo di possibile empowerment pensando al momento della scarcerazione. Come contenere la recidiva negli ex detenuti: alcuni interventi da attuare Il problema di fondo delle persone ex detenute che escono dal carcere è semplice: hanno difficoltà a trovare una sistemazione e un lavoro spesso a causa del background di provenienza, così come per la fedina penale compromessa. Di conseguenza, il rischio di commettere nuovamente dei reati per poter sopravvivere nella società è alto, proprio per poter provvedere alla propria sussistenza. Per questo motivo, secondo Clementi, è fondamentale intercettare i bisogni primari delle persone detenute quando ancora stanno scontando la pena, in modo tale da garantire un rientro in società con alcune basi solide dalle quali poter ripartire. Sono dunque necessari diversi interventi che vanno attuati in prossimità delle dimissioni dall’istituto penale della persona detenuta. Uno di questi si basa sul fornire l’opportunità alle persone recluse di svolgere dei periodi di tirocinio in aziende convenzionate con il carcere, per poi puntare ad una futura assunzione al termine della pena. Un altro intervento di grande utilità è anche quello fornito dal “Progetto dimittendi” fornito dal Servizio Sociale Bassa Soglia (SBS), che consiste nell’individuare i dimittendi con maggiori difficoltà per intercettare i loro bisogni e aiutarli per tempo ad inserirsi nuovamente in società al momento del fine pena. La recidiva in sostanza si può contenere creando tutti i supporti e le condizioni materiali e psicologiche affinché le persone detenute, una volta libere, abbiano la possibilità di effettuare scelte di vita diverse da quelle che le hanno portate a scontare la pena in carcere. Ciò che spesso non viene compreso, conclude Clementi, è che la gestione della pena detentiva e di quello che ne consegue non è di competenza esclusiva dell’amministrazione penitenziaria, ma di una molteplice varietà di enti e figure istituzionali, oltre che della comunità esterna. Solo con una notevole sinergia tra le parti e una discreta lungimiranza si può davvero pensare di contenere il fenomeno della recidiva in termini non solo locali, ma a livello nazionale. L’intera comunità sociale deve assumersi la responsabilità del reinserimento perché solo così si può realmente raggiungere l’obiettivo comune. Non dimenticate di seguire tutti gli aggiornamenti in materia di carcere su Liberi Dentro-Eduradio & TV!Leggi tutto
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7 e 8 giugno 2021: Essere comunità, lavorare nella comunità
Due seminari dedicati a Il Servizio Sociale territoriale del Comune di Bologna: trasformazioni e prospettive online lunedì 7 giugno h.9-13:30 e martedì 8 giugno dalle h.9:30-17.30. A quattro anni dall'avvio del proprio processo di riordino, il Servizio Sociale territoriale del Comune diBologna organizza due seminari per riflettere e confrontarsi sul percorso fatto fino a oggi, sulle sfide che ci attendono per il futuro e sulle criticità che ancora permangono. Il primo seminario sarà dedicato a un bilancio delle attività e degli obiettivi realizzati in questi anni e a una riflessione sugli scenari futuri e su come affrontare i cambiamenti in atto, a partire da quelli legati alla recente pandemia, con interventi di Giuliano Barigazzi, Assessore al Welfare, Maria Adele Mimmi, capo Area Welfare e Chris Tomesani, Dirigente UDP e SST del Comune di Bologna, e di Rosanna Favato, Amministratrice unica e Angelo Stanghellini, Direttore generale di ASP Città di Bologna. La seconda giornata sarà invece dedicata all'individuazione dei percorsi di miglioramento possibili e allo scambio e alla condivisione di esperienze e testimonianze. L'appuntamento verrà trasmesso in diretta da Salus Space, luogo simbolo di innovazione sociale e di un welfare comunitario e inclusivo. Leggi il programma completo La partecipazione ai due seminari è libera collegandosi al canale youtube di Redazione Area Welfare del Comune di Bologna Pubblicato il 27 maggio 2021Leggi tutto
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