Salus SpaceBlog Comunità Interviste Territorio Voci del VillaggioIn visita alla Biblioteca Natalia Ginzburg

In visita alla Biblioteca Natalia Ginzburg

In via Genova 10, poco prima del capolinea dell’autobus 27, c’è la Biblioteca Comunale “Natalia Ginzburg”. Siamo a ridosso degli argini del Savena in una zona verde della città (poco lontano si apre il grande Parco dei Cedri), in una zona di confine che separa Bologna da San Lazzaro. Elisa Rosignoli, direttrice della Biblioteca, ci ha accolto in un lunedì mattina di sole, quando la biblioteca è chiusa al pubblico, ma gli operatori sono tutti indaffarati a preparare il lavoro per i giorni successivi, mentre fuori dalla porta una squadra di addetti alle pulizie riordina il cortile.
Rita, una delle cittadine redattrici del nostro blog, ha voluto fare questa intervista per raccontare come “sopravvive” una biblioteca di periferia, molto lontana dalle vie del centro e dal via vai di studenti universitari.

Quali sono i progetti della biblioteca e come ha impostato la sua direzione?
La nostra è una biblioteca di pubblica lettura, quindi si rivolge a un po’ tutti i cittadini, da 0 a 99 anni, quindi abbiamo dei progetti sia che riguardano la primissima infanzia e sia risorse che vengono utilizzate da un pubblico più avanti negli anni. Questa è la caratteristica di tutte le 11 biblioteche di pubblica lettura che come la Ginzbrug fanno parte dell’Istituzione Biblioteche. Pubblica lettura si intende sia aggiornamento e formazione delle persone, come ad esempio gli studenti, sia predisporre attività per il tempo libero. Questo è un concetto che magari non è noto a tutti, però in biblioteca si devono trovare anche delle risorse per divertirsi. E infatti gran parte del nostro pubblico utilizza la biblioteca per impiegare il tempo libero in maniera diversa da quello che può essere guardare la televisione… Noi forniamo risorse principalmente legate alla lettura, ma abbiamo anche una discreta raccolta di film.
L’Istituzione Biblioteche (che ha tolto ai Quartieri la gestione delle biblioteche dal punto di vista amministrativo) è nata nel 2009 e da allora è stata fatta la scelta di unificare tutte le biblioteche in modo da riuscire a gestirle in modo uniforme, dal mio punto di vista una scelta vincente. Per esempio è stata fatta una tessera unica per tutte le biblioteche dell’Istituzione, sono stati unificati una serie di servizi tra cui la gestione dei solleciti, dei ritardi e una serie di passaggi per cui l’utente se non restituisce un libro in una biblioteca, dopo un po’ non può prenderne neanche nelle altre. In più c’è uno scambio di informazioni, un sito unico con le pagine tutte uguali, ci interroghiamo per le iniziative, c’è il vantaggio di una rete di biblioteche che collaborano e avendo lo stesso direttore puntano allo stesso obiettivo, mentre prima non era così.

Ho notato che questa biblioteca attira molti studenti universitari, come mai?
Gli studenti permangono per tante ore qui in biblioteca, a volte dalle 8,30 alle 19. Studiano, chiacchierano e socializzano, quindi l’impressione è quella di un luogo molto frequentato dai giovani. Però ogni anno abbiamo 4 settimane in cui facciamo delle verifiche, segnando tutte le persone che entrano e indicando anche se sono universitari o no. Gli studenti universitari, in media, sono intorno al 30-35% quindi non sono pochi, però non sono neanche la maggioranza del nostro pubblico.
I nostri dati parlano di 100.000 ingressi annuali in media. Sono dati che possiamo confrontare anche con quelli del prestito. La fascia degli universitari come utenti del prestito è molto più bassa: abbiamo tra i 5.500 e 6.000 utenti attivi – persone che prendono almeno un libro o un film all’anno – e di questi la fascia più alta di prestito è tra 41 e 60 anni. Noi abbiamo anche tantissimi utenti 61-90 e questo è un dato interessante, vuol dire che siamo stimolanti anche per questa fascia di età. Abbiamo anche persone di una certa età che utilizzano i nostri pc, magari sono persone che non hanno il computer a casa e hanno bisogno di usare la rete. In più c’è anche un servizio di volontariato della Regione che si chiama Pane e Internet che serve ad aiutare le persone che non hanno dimestichezza con il web. Cerchiamo di fornire servizi per varie fasce di età, a seconda delle esigenze che vediamo o in base a quello che ci segnalano. Un esempio: spesso gli utenti di Pane e Internet ci chiedono aiuto per lo smartphone o il tablet e ora grazie ad un progetto che abbiamo fatto come Istituzione, insieme a studenti delle superiori in alternanza scuola lavoro, partirà ad aprile un’attività di supporto su questo.

Oggi tutto passa dal digitale, come sopravvive una biblioteca periferica a tutto questo?
È vero che siamo in periferia, ma ci sono molte persone che non amano andare in centro, questo è un quartiere che offre talmente tante possibilità che molte persone amano frequentarlo e animarlo, sanno che se vengono qui incontrano qualcuno che conoscono. Una volta una persona mi ha detto ‘meno male che ci siete voi, il medico mi ha ordinato di fare un po’ di strada ogni giorno e io cosa faccio? Esco e vengo in biblioteca, leggo il giornale e torno a casa’. In più grazie al servizio del prestito circolante, partito un paio di anni fa, è possibile avere qui molti dei libri che sono in centro e in altre biblioteche. In più noi avendo dei numeri di affluenza giornaliera non altissimi riusciamo ad offrire un servizio più mirato e dedicato alla persona… Poi abbiamo anche un gruppo di lettura, decidiamo tutti insieme il libro e poi ci confrontiamo. Assolviamo a una funzione sociale che difficilmente si può superare. Siamo uno spazio fisico per lo studente, uno spazio per le persone che vengono a leggere il giornale e per chi sa di poter incontrare qualcuno che conosce per fare due chiacchiere. Le biblioteche hanno colto la sfida del digitale, perché molta cultura e molta informazione passa dal web, e sono state create le sale internet, le sale di videoscrittura, dove le persone che non hanno accesso a questo tipo di risorse possono utilizzarle ugualmente colmando il digital divide. L’Istituzione Biblioteche di Bologna ha già aderito a una piattaforma che si chiama media library: tutti i nostri utenti hanno diritto ad utilizzarla per accedere a libri digitali, riviste, quotidiani, pubblicazioni periodiche. Tutto ad accesso gratuito. La nostra vocazione democratica, cioè garantire a tutti l’accesso, si muove anche attraverso il digitale.

Come funziona il progetto “Nati per Leggere”?
Il progetto è nazionale a cui ha aderito il Comune di Bologna e tutte le biblioteche comunali come la Ginzburg. Nati per Leggere mira a diffondere la lettura ad alta voce fin dal primo anno di vita, perché ha diversi benefici sui bambini. La cosa interessante di questo progetto è aver coinvolto pediatri e bibliotecari: le letture si svolgono in biblioteca, ma sono i pediatri a proporlo ai genitori. Il loro compito è far capire l’importanza di questo tipo di attività, della lettura fatta ai bambini e della possibilità di far sentire anche dei suoni. C’è inoltre una parte di Nati per Leggere che inizia ancora prima, quando filastrocche o brevi estratti dai libri possono essere letti anche durante gli ultimi mesi di gravidanza.

Intervista realizzata da Rita Roatti

Blend elementum consequat lacus, sit amet pulvinar urna hendrerit sit amet. Sed aliquam eu ante a ultricies. Interdum et malesuada fames ac ante ipsum primis in faucibus. Fusce elementum felis lorem, eget scelerisque enim blandit quis.

Massa turpis ornare nec commodo non, auctor vel cursus vestibulum varius hendrerit turpis quiseam cursus.

X
Questo sito usa i cookie per offrirti la migliore esperienza possibile. Procedendo con la navigazione sul sito o scrollando la pagina, accetti implicitamente l'utilizzo dei cookie sul tuo dispositivo. Informativa sull'utilizzo dei cookie Accetto