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I progetti di riqualificazione proposti dai cittadini e selezionati dal percorso del Bilancio partecipativo potranno essere votati dal 16 novembre al 5 dicembre (chi può votare e come).
Dal 15 ottobre 2020 i progetti si possono consultare sul sito partecipa.comune.bologna.it.

Questa edizione del Bilancio partecipativo presenta una novità rispetto a quelle precedenti: un raddoppio delle risorse messe a disposizione, per un totale di 2 milioni di euro, e la possibilità per ciascuno di esprimere due voti. I cittadini saranno chiamati infatti a votare sia per il proprio progetto di riqualificazione preferito (che può riguardare, ad esempio, piazze, parchi, giardini, aree giochi, ecc.) sia per la priorità del proprio quartiere sulla quale si ritiene più importante investire delle risorse (che può riguardare, ad esempio, educazione, cultura, ambiente, ecc.).

Dopo un percorso di ascolto iniziato ad aprile 2019 che aveva coinvolto più di mille persone tramite incontri con associazioni e cittadini, tra ottobre e novembre 2019 circa 600 persone avevano partecipato alle 6 assemblee pubbliche che si erano svolte in tutti i quartieri e che avevano fatto emergere 157 proposte per il Bilancio partecipativo. A questo numero si erano aggiunte le 268 proposte che erano state presentate online. Successivamente, tecnici del Comune e dei Quartieri avevano realizzato una prima analisi di fattibilità e selezione delle proposte e insieme ai cittadini proponenti le avevano approfondite e definite nel corso degli incontri di co-progettazione realizzati all’inizio del 2020, lavorando anche a distanza nell’ultima fase in cui, a causa delle misure di contenimento anti-Covid già in vigore, non era più possibile incontrarsi di persona.

Conclusa la fase di voto, il Comune di Bologna avvierà la realizzazione dei sei progetti di riqualificazione vincitori con 1 milione di euro mentre saranno i Quartieri stessi a finanziare con 1 milione di euro attività legate alle priorità più votate, attraverso bandi, patti di collaborazione o servizi dedicati.

Informazioni, approfondimenti, calendario degli incontri

Ma quali sono i progetti e le priorità selezionati per il Quartiere Savena? 

Priorità

Ambiente, cura del territorio e mobilità sostenibile
Azioni per migliorare l’integrazione tra i sistemi di mobilità, favorendo e incentivando la mobilità sostenibile, l’educazione ambientale e la sicurezza pedonale. Valorizzare la sensibilizzazione ai temi relativi ai cambiamenti climatici, alla resilienza e alla biodiversità del torrente Savena con azioni di formazione, ricerca e informazione sul territorio

Aree e edifici dismessi
Valorizzare e rigenerare il patrimonio non utilizzato con servizi, cultura, eventi collaborativi per associazioni e cittadini (anche nelle aree limitrofe).

Condizione abitativa
Azioni per migliorare la condizione residenziale pubblica incentivando l’inclusione, riducendo le barriere architettoniche e promuovendo soluzioni per contrastare la solitudine (es. co-housing, condivisione di servizi ecc.) attraverso il lavoro di comunità.

Cultura, aggregazione, sport, inclusione
Rivitalizzare i luoghi di aggregazione e l’offerta di servizi culturali e ricreativi partendo dai centri sociali, sportivi, biblioteche, parrocchie e incrementare l’offerta culturale, valorizzando le realtà del territorio. Promuovere azioni per la salvaguardia di elementi culturali e caratteristici del territorio.

Economia locale, commercio, servizi di prossimità
Sostenere il commercio di prossimità, il suo recupero e rinnovamento immaginando nuovi servizi di prossimità per garantire il presidio sociale del territorio. Favorire azioni per l’implementazione di nuovi modelli di lavoro (es. smart working, co-working ecc..).
Migliorare la qualità della vita riducendo gli spostamenti, favorendo le relazioni e aumentando il benessere delle persone

Educazione e spazi di formazione
Incentivare scambi intergenerazionali e interculturali, iniziative di cultura partecipata, scuole aperte anche al pomeriggio, spazi di gioco e percorsi di crescita per le comunità. Creare una comunità educante diffusa sul quartiere.

Servizi socio – sanitari, cura della persona e sani stili di vita
Incentivare i presidi sul territorio e il welfare di prossimità favorendo l’inclusione sociale delle fasce più fragili, le relazioni di vicinato e formando cittadini attivi come promotori di questo processo. Diffondere e promuovere iniziative per l’adozione di sani stili di vita e modelli di invecchiamento attivo e in salute.

Valorizzazione di spazi e aree verdi
Valorizzare gli spazi verdi come luoghi di aggregazione, attivazione sociale e di educazione e formazione della comunità. Dare continuità ai sentieri del quartiere della collina e della pianura (combattendo i rischi idro-geologici e aumentando la sicurezza degli spazi), favorendo l’animazione territoriale da parte della comunità.

Progetti

Cinofilandia: parco inclusivo con cani liberi. Un luogo sicuro, riqualificato, fruibile e accogliente, di aggregazione, socialità e attività con i cani e non solo.
Dove: area verde tra viale Felsinea, Scuola Manfredi-Tanari, ferrovia Adriatica e caserma Stamoto.
Il progetto propone la riqualificazione di un’ampia area verde degradata e attualmente non fruibile, attraverso la realizzazione di un parco attrezzato per trascorrere del tempo di qualità con il cane, e per sviluppare attività di vario tipo in cui il rapporto tra cani e persone possa trovare nuove forme di espressione. Un’area pensata per il benessere dei cani, ma anche per svolgere attività di educazione sportiva e comportamentale, terapeutiche e di aiuto, e che possa costituire un luogo di aggregazione e socialità.
L’area identificata, di metratura ampia e particolarmente idonea al progetto, si immagina suddivisa in 3 sottozone distinte, al fine di permettere la fruizione libera anche a cani incompatibili tra loro e sarà dotata di attrezzatura per la mobility dog. Una delle tre aree potrebbe essere riservata per l’organizzazione di attività sociali strutturate e dedicate, utili alla comunità presente sul territorio (proprietari, studenti, bambini, anziani, persone con disabilità, ecc.), guidate e assistite da personale specializzato.

Fossolo BenEssere insieme: nuova vita al giardino Dino Sarti.
Dove: area verde tra via Lincoln, via Marx e la pista ciclabile Carlo Piazzi.
La proposta prevede di rivitalizzare quest’area della città caratterizzata dalla presenza di molti adolescenti ed anziani, favorendo l’aggregazione ed incentivando lo sviluppo della pratica sportiva e della vita all’aria aperta.
In questo parco si immagina sarà possibile praticare sport, studiare, o più semplicemente, ritrovarsi per fare due chiacchiere o condividere momenti di gioco. I giovani potranno avere uno spazio nuovo e accattivante, gli adulti e i meno giovani un luogo accogliente dove potersi ritrovare, fare una merenda, giocare a carte e instaurare nuove relazioni.
L’area è, inoltre, facilmente raggiungibile in sicurezza grazie ai percorsi ciclo-pedonali ed è defilata rispetto alle principali arterie stradali.
L’aggregazione di più persone, senza vincoli sociali, di religione o di età, potrà essere uno stimolo per rafforzare le relazioni di buon vicinato garantendo il presidio del territorio e favorendo stili di vita sani, condivisi e inclusivi.

Il sentiero incantato: un corridoio eco-ortivo e ciclo-pedonale che possa collegare il Villaggio Due Madonne e gli insediamenti residenziali, produttivi e culturali di via Malvezza.
Dove: il tratto sterrato che costeggia la caserma “Viali” tra via Mondolfo e via Malvezza.
Si intende implementare un “sentiero naturale urbano” che attraversi e colleghi diverse aree ortive ed ecologiche: l’area ortiva di via Mondolfo e gli orti del centro sociale Dacia; l’antico frutteto presente all’interno dell’area “Casa Gianni”; la nascente area ortiva di via Malvezza; il vivaio presente su via Malvezza. Aree a rinaturalizzazione ecologica – i cosiddetti “hot-spot” di biodiversità funzionale caratterizzati da piante da fiore e arbusti per gli insetti utili, come coccinelle e altri predatori di insetti dannosi, api selvatiche, farfalle impollinatrici e non dannose – potranno essere realizzate lungo un passaggio attualmente incolto e abbandonato che costeggia la caserma posta tra via Mondolfo e via Malvezza, collegando tra loro le aree sopra menzionate e costituendo anche un percorso ciclo-pedonale per la mobilità attiva.
L’intera zona si immagina quindi caratterizzata dall’alternarsi di aree a produzione orticola, frutteti di antiche varietà, piante ornamentali e aromatiche e aree a biodiversità funzionale, andando a costituire un vero e proprio agro-ecosistema urbano di grande interesse dal punto di vista paesaggistico e naturalistico, per essere fruito dai cittadini.

La casetta del Villaggio: uno spazio per la comunità in Piazza Lambrakis.
Dove: piazza Lambrakis
La proposta prevede di realizzare una struttura leggera in Piazza Lambrakis finalizzata all’attivazione e all’aggregazione dei cittadini e delle realtà del territorio, per proporre progettualità pensate per la comunità (inter-generazionali, interculturali, volte alla coesione).
La struttura dovrà ospitare gruppi informali, associazioni e cittadini che avranno bisogno di usare uno spazio con finalità aggregative e di incontro. Lo spazio dovrà quindi essere un punto d’aggregazione, flessibile e pronto a ospitare diversi usi e attività.

Multisport Due Madonne: più sport e attrezzature per il Centro Due Madonne
Dove: Centro Due Madonne – via Carlo Carli (ex campetto da basket retrostante il campo da calcio)
Il progetto prevede la riqualificazione dell’area interna al centro sportivo due Madonne, in particolare si immagina la riqualificazione dell’ex-campetto da basket retrostante il campo da calcio in un’area multisport rivolta anche alle discipline urbane rotellistiche.

Parchi vivi per la memoria: più luce e attrezzature per vivere il giardino Vittime della Uno Bianca e il giardino Brigata partigiana Maiella.
Dove: Giardino pubblico Brigata Partigana Maiella e giardino Vittime della Uno Bianca
Le aree verdi pubbliche di via Barbacci/via Legnani e il giardino lungo viale Lenin ospitano due monumenti che ricordano momenti importanti della storia di Bologna: la Liberazione del 1945 (monumento Brigata Partigiana Maiella) e le vittime dell’organizzazione criminale della Uno Bianca (monumento Vittime della Uno Bianca). I monumenti sono scarsamente illuminati e valorizzati ed entrambi sono stati vandalizzati più volte.
Le aree verdi sono al momento poco fruibili, in particolare nelle ore serali, per mancanza di illuminazione, punti acqua, arredi, giochi per bambini e campi sportivi, risultando quindi poco frequentate dai cittadini dell’area, che è invece densamente abitata ed è sede di istituti scolastici.
Il progetto propone una adeguata illuminazione, la riqualificazione e il posizionamento di arredi, la realizzazione di campi sportivi (playground per basket e pallavolo) e fontanelle, il posizionamento di segnaletica esplicativa per i monumenti, allo scopo di rendere fruibili e sicuri entrambi i parchi nell’arco dell’intera giornata, facendone un luogo di aggregazione per i cittadini e gli studenti, e di valorizzare il patrimonio e la memoria storica per favorirne la tutela.

Appuntamento il 24 ottobre con tutti i cittadini interessati a partecipare al Laboratorio di Quartiere Savena in vista del bilancio partecipativo.
L’incontro comincerà alle 18 nella Sala polivalente della sede del Quartiere Savena, in via Faenza 4, a Bologna.
I cittadini potranno proporre interventi di riqualificazione, come per gli scorsi anni, per le zone del Fossolo – Due Madonne e azioni (come possono essere rassegne, laboratori, corsi, ecc) per tutto il quartiere.
Per info http://partecipa.comune.bologna.it; immaginazionecivica@fondazioneinnovazioneurbana.it
L’edizione 2018 di Bilancio partecipato ha visto vincitore al Savena il progetto di riqualificazione della Piazzetta San Ruffillo (in foto).

La Fraternal Compagnia da quest’anno rende itinerante all’interno del Quartiere Savena il Festival Commediestate, arrivato al suo sesto anno di vita. La rassegna di teatro e musica si terrà dal primo al 29 giugno. Gli eventi si svolgeranno in Piazza Lambrakis, cuore del Villaggio Due Madonne, e alle Grotte del Farneto, dove verranno ripetuti gli spettacoli che tornano agli anni della seconda guerra mondiale, quando erano un rifugio dalle bombe degli Alleati. La rassegna si chiuderà alla Cava delle Arti, sede della Fraternal Compagnia, in via Cavazzoni.

Il 20 giugno, in Piazza Lambrakis, ci sarà l’appuntamento con Voci dal Villaggio, frutto del  laboratorio teatrale, tenuto da Massimo Macchiavelli e Luca Comastri, cominciato nell’inverno passato, all’interno della Chiesa Nostra Signora della Fiducia. Una storia che racconta il Villaggio Due Madonne dal 1954 a oggi.

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La redazione partecipata, in particolare Sergio e Lucia, ha incontrato il gruppo formato da una decina di persone, tra cui le donne sono una schiacciante maggioranza, in uno dei mercoledì sera di laboratorio. Con loro il regista Massimo Macchiavelli.
Cominciamo dalla presentazione dei partecipanti:

Laboratorio_Voci_Villaggio

“Io sono Marina, vivo fuori Bologna, però lavoro al quartiere Savena e da una trentina di anni frequento il quartiere Savena”.
“Io sono Vincenzo, è la prima volta che seguo un corso di teatro, abito ad Imola, vengo appositamente per apprendere questa magnifica arte che fin ora mi era sconosciuta”.
“Io sono Cristina, sono nata in via Bellaria, però adesso abito a Ozzano, vengo qui apposta per imparare, sono al secondo anno di esperienza”.
“Io mi chiamo Pamela e abito qui nel quartiere Savena, ho iniziato lo scorso anno ma sono sempre una principiante”.
“Io mi chiamo Paola e sono l’unica abitante del villaggio che frequenta il corso”.
“Io sono Lucia, lavoro con loro ma non sono di Bologna”.

Laboratorio_Voci_Villaggio

Come è nata questa esperienza?
Massimo Macchiavelli
: “E’ un corso di teatro, la didattica in questo caso è finalizzata a mettere in scena lo spettacolo che verrà rappresentato il 20 giugno, qui al Villaggio Due Madonne.  Da due anni sia il Quartiere che il Comune in tutte le progettualità indicano delle zone su cui è preferibile fare delle attività, così noi della FraternalCompagnia abbiamo iniziato con un laboratorio gratuito, per chi voleva partecipare e fare teatro civile. Solo ed esclusivamente teatro civile. Mettiamo in scena spettacoli come questo dedicato al Villaggio Due Madonne o come “Le grotte della memoria”, ricostruzioni storiche che realizziamo nelle grotte del Farneto. È un gruppo che tutto l’anno studia gratuitamente con degli insegnanti qualificati e partecipa poi a diverse situazioni spettacolari.”

… la parola agli studenti del corso di teatro…
“È la prima volta che partecipo ad una scuola di teatro, gli insegnanti sono persone accreditate, conosciute. Noi ovviamente lavoriamo con tutti i nostri limiti, cerchiamo di fare del nostro meglio, di impegnarci per soddisfare il più possibile quelle che sono le indicazioni che ci vengono date ogni volta. È proprio come essere a scuola. Dobbiamo apprendere delle dinamiche, sia a livello vocale che dialettico, che inventivo, di tonalità, di emozione, per arrivare all’interpretazione”.

Che cosa le piace di questo?
“Mi piace imparare dinamiche su cui non mi ero mai focalizzata. Sono sempre stata attenta alla modalità di lettura, di esposizione perché il tipo di lavoro che facevo mi portava ad esporre a convegni, conferenze però questo è un arricchimento che per me è importante. Mi fa riflettere su particolari su cui prima assolutamente non prestavo attenzione.

Come descrivete il villaggio?
“E’ nato come tanti quartieri periferici i primi anni 50, edilizia popolare, per dare casa a persone  che  l’avevano  persa durante la guerra ma anche a gruppi come i ferrovieri e altri. Non sempre ha goduto di una buona fama, soprattutto nelle origini, come il quartiere Barca o il Pilastro. In realtà adesso è un quartiere molto tranquillo in cui c’è stato un grande ricambio generazionale perché ovviamente i primi abitanti non ci sono più. Però la piazza è sempre piena di giovani, di bambini”.

“Questa conformazione urbanistica ha favorito per certi aspetti un certo isolamento anche se l’urbanizzazione è estesa, non c’è una fine e un inizio di San Lazzaro, è un tutt’uno, però questo Villaggio Due Madonne mantiene una conformazione tipica da villaggio. La piazza, il centro, la chiesa, le case intorno, tutti i negozietti sui lati”.

Ha ancora una sua identità o è ormai uno dei tanti quartieri di Bologna?
“Io sono arrivata 15 anni fa, non lo posso dire, poiché i vecchi abitanti non ci sono più. Forse un senso di appartenenza c’era. Almeno da quel che abbiamo letto”.

Torna Massimo Macchiavelli: “Questo è fatto proprio come un paese, con una piazza ecc, se tu ad esempio vai a Bitone o al Fossolo non è fatto così”.

massimo_macchiavelli

Qual è il testo su cui state lavorando e con quale approccio?
L’autore è Emanuele Grieco, un cittadino di Due Madonne, che ha scritto un libro dal titolo “Voci dal villaggio”. Sono raccontate vicende di costume, ma anche i fatti politici. Ad esempio la reazione alla morte di Lo Russo, nel 1977, i fatti culturali dal 1954 ad oggi. Tutto il cambiamento del villaggio, attraverso le diverse fasi sociali, con storie divertenti, meno divertenti, drammatiche.
Noi abbiamo fatto una specie di gran varietà da questo libro, utilizziamo tutti i mezzi espressivi che abbiamo a disposizione. Ci sarà musica, ci saranno video diapositive, un gruppo di lettura.  Gli attori reciteranno, ci saranno anche danze, musicisti. Quindi sarà uno spettacolo molto frizzante e verrà raccontata tutta la storia del villaggio da quando è nato, attraverso tutti i passaggi. Dalla collina della vergogna che era la discarica che distruggeva tutto, a Dario Fo che era a San Lazzaro e qui c’erano tutti i centri sociali che gli facevano da servizio d’ordine. Come il villaggio ha appreso la morte di Lo Russo, la bandiera rossa messa in cima alla chiesa, insomma tanti particolari tra il comico, il politico e il sociale, un po’ per ricordare  e un po’ per fare capire perché questo è un posto molto particolare. Fino agli anni Settanta c’erano pochissime case. Poi è scoppiata l’espansione edilizia che si è sovrapposta a una mentalità da villaggio, basata molto sull’unione ma anche molto chiusa. Ora è tutto diverso.
“Stiamo lavorando anche su materiali inediti di Emanuele Grieco, ci ha dato 60 racconti, comici e divertenti, da cui ho preso altro materiale. Ci sono vari scherzi, ci sarà una scena di circo, perché qua veniva un circo che si chiamava Circo Padella, era un circo sgangherato. Ci sarà anche un Sirtaki che ballerà tutto il pubblico, partendo dall’assassinio di Gregoris Lambrakis, a cui è dedicata la piazza in cui si svolgerà lo spettacolo. Vogliamo cercare di animare la piazza sul ricordo e sulla memoria di questa zona”.

E ancora gli studenti…

Perché pochi uomini?
“Perché le donne hanno più voglia di buttarsi e di tentare”.
“Forse perché le donne hanno più la voglia di mettersi in gioco. Anche perché non è facile soprattutto da adulti affrontare una esperienza di questo tipo. È molto divertente e anche utile, almeno per quanto mi riguarda mi facilità la possibilità di relazionarmi con gli altri”.

Torniamo a quello che vi piace…
“A me piace moltissimo il gruppo che si è creato, anche per merito degli insegnanti, che comunque ci hanno aiutato a formare questo gruppo eccezionale, non solo dal punto di vista artistico, ma anche al punto di vista umano”.
“Mi piace venire qua perché stare insieme a loro è divertente, riesco a tirare fuori una parte di me che in genere non riesco ad esprimere”.
“Anche io sono contenta che si sia formato un gruppo che ci ha dato tanto in termini di calore, non c’è mai stato un contrasto, mai un attrito. Abbiamo sempre lavorato e collaborato l’una per l’altra. Non credo che questo sia scontato. Raramente accade che si lavori in questa tranquillità, serenità e con questo ridere… ho riso tantissimo, anche con tanta paure, perché io prima di buttarmi nelle cose ci metto un po’”.

Chiude Massimo Macchiavelli: “Noi ci troviamo qui tutti i mercoledì, dalle 20 alle 22. Facciamo due ore di lavoro insieme che poi intensifichiamo a ridosso dello spettacolo. Noi siamo voluti venire qui a fare il laboratorio, proprio per farlo in zona e abbiamo fatto bene perché le persone del quartiere ci son venute a trovare, si sa che c’è questo laboratorio, se ne parla. Sono mesi che siamo qua e che parliamo con i gruppi e le associazioni dei cittadini. Siamo venuti a vivere per due mesi a Due Madonne. Abbiamo creato dei legami forti, che non si scioglieranno dopo l’estate.

Per informazioni scrivere a segreteria@fraternalcompagnia.it
Il programma

Parco dei Gessi/ Grotte del Farneto
Tornano i rifugiati dai bombardamenti degli alleati alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Una ricostruzione storica tratta da testimonianze reali. Una storia poco conosciuta, in un ambiente di grande suggestione.
Le grotte della memoria-1/8/15 giugno, ore 16 ed eventuale replica ore 18
Per prenotazioni  segreteria@fraternalcompagnia.it o telefonare al 3492970142

Piazza Lambrakis-martedì 18 giugno-ore 21.00
La commedia degli errori, a cura di Francesco Farioli.
Performance circense dedicata ai più piccoli. 

Piazza Lambrakis-giovedì 20 Giugno- ore 21.00
Voci dal Villaggio, regia di Massimo Macchiavelli dal testo omonimo di Emanuele Grieco.
Voci e immagini del Villaggio Due Madonne tratte dai ricordi e dalla penna di Emanuele Grieco che dipinge la storia di un territorio che storicamente si percepisce appunto come “villaggio”, ossia “comunità” in cui perfino Dario Fo ha lasciato memorie del proprio passaggio.

Piazza Lambrakis-sabato 22 giugno- ore 21.00
Dantemotivo-la Colonna Sonora alla Recitazione dell’Inferno dantesco, a cura di Michele Bacci e Alessandro Zurla.
Un’esperienza sonora di musica e voci, dal timbro sinfonico e dalle dinamiche cinematografiche. Con l’ambizione di coinvolgere l’ascoltatore nell’avventura più affascinante che sia mai stata scritta.

Piazza Lambrakis-martedì 25 giugno- ore 21.00
Incommedia,
a cura di Massimo Macchiavelli e Umberto Cavalli.
Musiche e guitti dal Medioevo ai giorni nostri. Gesta epiche e ridicolose delle maschere della Commedia dell’Arte tra ‘400 e ‘600.

Piazza Lambrakis-giovedì 27 giugno- ore 21.00
Concerto a cura del gruppo-laboratorio di Villa Mazzacorati. Con Serena Perego

Piazza Lambrakis-sabato 29 giugno- ore 21
Il Barone di Sigognac, a cura di Massimo Macchiavelli e Saturne Pas Ronde
Spettacolo bilingue, italiano/francese, presentato al Festival di Avignone, narra le avventure e le scorribande di un gruppo d’attori girovaghi tra le vie d’Europa.

Cortile Cava delle Arti-16-17-18 agosto-ore 21
Canovacci d’estate con gli attori del 15° Stage Internazionale di Commedia dell’Arte a cura della Scuola di teatro Louis Jouvet

 

Il progetto che porta hip hop, parkour e breaking per i marciapiedi della città è tornato al Savena, il primo appuntamento con SottoSopra è stato venerdì 5 aprile in piazza Lambrakis.

parkour_sottosopra

Lo spirito del parkour, del breaking e dell’hip hop può ribaltare ogni barriera

Superare le difficoltà per andare oltre le barriere: così si può riassumere il perché di SottoSopra, mini-corso gratuito di parkour, breaking e hip hop che dal 2016 coinvolge in primavera molti giovani del Savena e (a volte) alcuni ragazzi di Casa Rodari, la residenza socio-riabilitativa di via Fossolo.
Un binomio in apparenza paradossale, quello tra chi si sposta in carrozzina e chi pratica discipline sportive e coreografiche in cui bisogna coordinare ogni gesto e oltrepassare qualsiasi ostacolo attraverso salti, volteggi e arrampicate. Ma in fondo breakdance e parkour sono solo due varianti dell’arte di muoversi (con o senza musica) adattando il proprio corpo all’ambiente circostante. E non è forse proprio questo il talento coltivato tutti i giorni dai bolognesi con disabilità motorie e sensoriali? Per non parlare di anziani, genitori con bimbi nei passeggini, donne in gravidanza, persone con una gamba ingessata o con il mal di schiena: anche per loro attraversare la nostra città comporta il superamento di ostacoli che richiedono acrobazie degne di un atleta.

Breaking_accessibile
Molto si è fatto, negli ultimi anni, per migliorare l’accessibilità dei luoghi pubblici del Savena, ma ogni nuova iniziativa può servire alla causa. I laboratori di SottoSopra, ad esempio, dimostrano l’importanza di fondere il breaking e l’hip hop al tema delle barriere architettoniche: per testimoniare la fatica che la loro presenza comporta, per chiarire che superarle è possibile e per sensibilizzare i più giovani riguardo alle piccole imprese quotidiane che tutti, prima o poi, sono chiamati ad affrontare. La pratica del parkour riesce così a trasformarsi nella metafora della vita umana, in cui gli ostacoli andrebbero considerati non come problemi ma come punti di spinta fisici e mentali.
Tre anni fa, prima di partecipare agli incontri, i ragazzi di Casa Rodari pensavano di imbattersi in un gruppo di simil-(t)rapper da video hip hop, con i catenoni a mo’ di collane, le scarpe sportive senza lacci, gli occhiali giganteschi alla Sandra Mondaini, i basettoni improbabili da famiglia Bradford, i tatuaggi e le tute da ginnastica. Al posto degli stereotipi, però, si sono trovati di fronte dei ragazzi alla mano, un po’ spericolati ma molto saggi (non a caso il progetto Sottosopra è nato in seno all’associazione Selene Centro Studi Ekodanza, con il sostegno del Comune di Bologna e della Fondazione Del Monte). E così i laboratori si sono rivelati fruttuosi anche per chi si è limitato ad assistere, perché i valori trasmessi – la perseveranza, il mutuo aiuto, il confronto con se stessi e con il mondo – sono stati recepiti come vitali fattori di crescita.
Proprio come sta accadendo in queste settimane nei luoghi del quartiere scelti per i nuovi incontri: il parco dei Cedri, i giardini Battacchi, piazza Lambrakis e il giardino Europa Unita.

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Correre, saltare, saper cadere, saper atterrare: sembra impossibile imparare a farlo stando su una carrozzina, ma a volte basta cambiare il punto di vista e – oplà – ogni barriera finisce sottosopra.

testo e foto di Sergio Palladini

Date degli incontri (tutti gratuiti e previsti dalle ore 15 alle ore 17):
– laboratori di hip-hop con Laura Chieffo (in Piazza Lambrakis, villaggio Due Madonne): 10 e 17 maggio;
– laboratori di breaking con Eka WiredMonkeys NoeasyProps (ai Giardini Battacchi, via Toscana n° 138): 17 aprile, 8 e 15 maggio;
– laboratori di parkour con Diego Enrico Mendes (al Parco dei Cedri, ritrovo al ponte): 10 e 26 aprile, 22 maggio;
festa di fine progetto con tutti i laboratori e il rap di Radio Città Fujiko (al Giardino Europa Unita, sede del Quartiere Savena): 1 giugno (a partire dalle ore 15.30)

Info: 051.443494, sottosopra.scs@gmail.com

 

 

 

È stata un successo la festa di primavera in piazza Lambrakis organizzata dall’associazione Senza il Banco sabato 6 aprile. Per un pomeriggio il cuore del Villaggio due Madonne si è trasformato in un campo da calcio, in un espositore di torte, in un mercatino. Un luogo dove poter fare festa e incontrarsi.

Tanti i bambini in piazza incantati da giocolieri e animatori che sono stati chiamati per l’occasione. Il torneo di calcio, a cura della polisportiva Pontevecchio, ha portato in campo squadre diverse, dai pulcini ai più grandi.  A dare una mano gli Amici della Piazzetta: un gruppo di cittadine e cittadini residenti che volontariamente si prendono cura del territorio e delle “relazioni” di piazza Lambrakis, mettendo a disposizione tempo, competenze e attività. Per la festa di primavera hanno allestito una tenda berbera per far giocare i bambini e far apprezzare un pezzo di una diversa cultura. Tra gli altri in piazza c’era l’associazione Immigrati di Buona Volontà che, con un banchetto e del materiale informativo, hanno raccontato ai partecipanti la loro storia. L’associazione, con sede a San Lazzaro di Savena, nasce dalla volontà di un gruppo di migranti di voler dare un volto nuovo al migrante, non stereotipato, lavorando sull’integrazione e sull’inclusione sociale, migliorandone la qualità della vita. Per contattarli si può scrivere una mail a immigratidibuonavolonta@gmail.com
Durante la festa alcuni componenti dell’associazione si sono cimentati in un ballo tipico di alcune zone dell’Africa.

Questo un breve video

Non solo giochi e danze, in Piazza spazio anche alla gara di torte. Sono stati 24 i partecipanti con dolci, ciambelle e crostate, ognuno con ingredienti e decorazioni particolari. “La prima classificata è stata la torta a sfoglia con glassa bianca e striature di cioccolato fondente di una signora marocchina. Ha totalizzato 100 punti”, ha raccontato Rita Roatti del comitato Due Madonne e redattrice del nostro blog, che per l’occasione era tra i volontari della festa. In gara tra le torte anche quelle preparate dagli ospiti di Casa Rodari “se avessimo previsto un premio anche per gli altri classificati loro avrebbero vinto il terzo posto”.

I veri protagonisti però della festa sono stati i volontari che hanno aiutato Senza il Banco nella gestione della piazza, nell’allestimento iniziale e nello smontaggio finale. Tra tutti spiccavano le pettorine verdi delle volontarie ecologiche del giardino di via Lombardia, che con le loro pinze e con i loro sacchetti per la differenziata hanno mantenuto la piazza pulita, mentre i partecipanti al gruppo Piccoli ma pericolosi hanno monitorato le aree ecologiche nelle vicinanze.

All’ombra della statua di Costa Coulentianos anche il banchetto di Hera, per chiunque volesse ritirare dei sacchi per la raccolta differenziata o chiedere informazioni e chiarimenti sulla Carta Smeraldo e quello di Mondo Gatto, l’oasi felina di via Allende. A chiudere il pomeriggio una semina in vaso a cura degli orti condivisi del giardino Peppino Impastato. Le piantine sono state posizionate sotto il portico della chiesa che affaccia sulla piazza.
Hanno collaborato all’organizzazione della festa anche: i volontari di Auser Bologna, di Cittadinanza Attiva, la parrocchia Nostra Signora della Fiducia, la Scuola di Teatro Louis Jouvet Fraternalcompagnia.


In piazza Lambrakis, nel cuore del Villaggio Due Madonne, è in arrivo sabato 6 aprile 2019 una festa di primavera. Cornice dell’evento è “Play: progetti di partecipazione e condivisione “, la serie di appuntamenti realizzati dall’associazione Senza il Banco che in questo anno ha organizzato in giro per il quartiere eventi e laboratori aperti a tutte e tutti. Per la festa di aprile il titolo scelto è Socializziamo: iniziative per condividere il buon vicinato.

All’ombra della statua di Costa Coulentianos dalle 15 sarà possibile partecipare a un torneo di calcio, a una gara di torte, al laboratorio di giardinaggio. Il tutto realizzato grazie alla collaborazione dei cittadini: “in questi anni di lavoro abbiamo notato che i cittadini della zona sono molto attenti a ciò che succede nel territorio e hanno voglia di partecipare ed essere protagonisti”, ha raccontato Sonia Bisci di Senza il banco alla Redazione Partecipata di Salus Space.
Per la festa di primavera gli abitanti sono impegnati nell’organizzazione della gara di torte, stanno aiutando l’associazione nella diffusione dell’evento e nella logistica. “Il pomeriggio in piazza sarà l’occasione per stare insieme, socializzare e riappropriarsi di uno spazio che spesso è dimenticato. Come dice il nome della nostra iniziativa, vogliamo creare relazioni di buon vicinato”.
Questa l’intervista completa a Sonia Bisci


Da aprile a giugno sono previsti molti altri eventi: un laboratorio di falegnameria in strada, un incontro sulla legalità organizzato con le scuole nel giardino “Peppino Impastato”, mentre nei parchi della zona partiranno i laboratori di giocoleria e di tessuti aerei. “Senza il banco di solito proponeva queste attività durante un unico evento: Abba Road. Ora invece abbiamo deciso di distribuire la nostra proposta durante tutto l’anno”, ha spiegato Sonia Bisci.
Continua anche la collaborazione con il Quartiere Savena che supporta l’associazione nelle sue attività, lavorando per creare una rete con le altre realtà che operano sul territorio. L’obiettivo è ridare vita al quartiere con attività che possano coinvolgere anche i più giovani. “Ci sono ragazzi e ragazze tra i 25 e i 35 anni che vogliono vivere il quartiere, partecipano a tutte le iniziative e si impegnano in prima persona. Come noi, vogliono creare opportunità per tutti. Questa è la strada che dobbiamo percorrere per creare una comunità che sia realmente coesa e inclusiva”.

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Si sono conclusi ieri, martedì 5 marzo 2019, gli incontri pubblici nel quartiere Savena per spiegare la Carta Smeraldo. Il Savena è il primo quartiere della città a testare la card con microchip per aprire i nuovi cassonetti per la raccolta indifferenziata.
Dopo due anni di sperimentazione con il sistema a calotta (che spesso ha suscitato malumori e proteste da parte dei cittadini), è in arrivo un nuovo modello di cassonetto che si aprirà automaticamente, mentre il chip presente nella carta permetterà il riconoscimento dell’utente. Un primo passo verso l’introduzione della tariffa puntuale come previsto dalla legge regionale. I nuovi raccoglitori dell’indifferenziata saranno messi in strada progressivamente a partire dal 28 maggio 2019.

Protagonisti degli incontri pubblici i cittadini del quartiere ai quali da sabato 9 marzo verrà consegnata la nuova tessera. A illustrare il nuovo modello di raccolta una delegazione formata dall’assessore Alberto Aitini, dalla presidente del Quartiere Marzia Benassi e da alcuni rappresentati di Hera.
Il costo della bolletta varierà? Quanta capienza avranno i cassonetti? Cosa succederà a chi abbandona i rifiuti? Dove posso portare i rifiuti speciali piccoli? Qual è il metodo di calcolo puntuale applicato? Queste le tante domande che gli abitanti del Savena hanno posto durante le riunioni, esprimendo da un lato la volontà di partecipare al miglioramento della raccolta differenziata della città (il Savena è l’unico quartiere ad aver raggiunto 2018 il risultato del 62,7% di raccolta differenziata. La legge regionale fissa al 70% l’obiettivo per il Comune di Bologna nel 2020), ma dall’altro hanno mostrato molta preoccupazione per il possibile ripetersi di situazioni di degrado già viste durante l’uso del sistema a calotta: abbandono dei rifiuti vicino ai cassonetti e sporcizia.

Il Comune e Hera promettono azioni mirate, pensate appositamente per il quartiere Savena, che possano facilitare il passaggio alla Carta Smeraldo ed evitare situazioni spiacevoli per i cittadini. Per tutto il periodo di transizione si troveranno degli info point in giro per tutto il quartiere, con materiale informativo e personale pronto a rispondere a qualsiasi dubbio del cittadino. Insieme ai primi cassonetti, dal 20 maggio arriveranno anche due nuovi servizi: il primo riguarda la raccolta di piccoli ingombranti e piccole apparecchiature elettriche ed elettroniche che i cittadini potranno portare tre volte alla settimana in tre punti diversi del quartiere. La raccolta di questi materiali è prevista il lunedì dalle 7 alle 12 davanti alla sede del Quartiere Savena ,in via Faenza 4; il mercoledì dalle 14 alle 19 nel parcheggio del Cinema Fossolo, in via Lincoln 3; il sabato dalle 8 alle 12 davanti al centro commerciale San Ruffillo, in via Ponchielli 23. Il secondo servizio è una pulizia extra: un passaggio in più alla settimana per garantire la pulizia delle aree attorno ai cassonetti.
Infine l’ultima azione riguarda l’abbandono dei rifiuti: vicino le batterie dei cassonetti saranno presenti degli accertatori in borghese per sanzionare chi abbandona e sarà installato un sistema di video sorveglianza mobile intorno ai cassonetti.

Il metodo della raccolta puntuale che permetterà agli utenti intestatari di Tari di avere una riduzione sulla bolletta è ancora in fase di elaborazione e non partirà prima che le tessere saranno consegnate in tutta la città. In autunno la Carta Smeraldo sarà distribuita anche ai cittadini del centro storico, dove sarà anche rivisto il sistema di raccolta porta a porta e, un po’ alla volta, arriverà anche in tutti gli altri quartieri della città. La distribuzione si concluderà alla fine del 2021.

Uno spazio dove usufruire di servizi, ma anche un luogo dove proporre iniziative condivise, coinvolgendo attivamente le diverse reti sociali del quartiere.
È in quest’ottica che sta proseguendo l’intervento presso l’ex Centro di produzione pasti di via Populonia, uno spazio inutilizzato dal 2010 che è stato oggetto di demolizione e ricostruzione.
Le future funzioni dell’ex Centro verranno create grazie ad un percorso partecipativo con i cittadini e le cittadine del quartiere, ideato e gestito dalla Fondazione per l’Innovazione Urbana in collaborazione con il Quartiere Savena e il Comune di Bologna (progetto che rientra nell’ambito del Programma Operativo Nazionale plurifondo Città metropolitane 2014-2020 “PON METRO”).

Dopo il primo incontro, che ha visto la partecipazione di oltre 100 persone nella sede del circolo Il Fossolo, sono emersi bisogni e visioni diverse circa la futura destinazione d’uso del centro, proposte che saranno discusse nel secondo incontro che si terrà giovedì 14 febbraio dalle 17.30 alle 19.30 nella sala della Chiesa Santa Maria Annunziata in via Fossolo, 31/2. Sarà l’occasione per proseguire la riflessione sui possibili nuovi usi dell’edificio e convertire le tante proposte avanzate nel primo incontro in bozze di progetto, nelle quali saranno indicate le attività, gli spazi richiesti e la gestione temporale. Questo lavoro si svolgerà in gruppi, suddivisi per ambiti tematici e con l’ausilio di facilitatori.

In parallelo parte anche un lavoro di coinvolgimento e co-progettazione nelle scuole del territorio, in particolare attraverso due incontri: il primo che sarà sempre giovedì 14 febbraio e che vedrà la partecipazione di una classe della scuola elementare “Padre Marella” e una classe delle scuole medie inferiori “Farini”; il secondo, il 18 febbraio, vedrà protagonisti i rappresentanti delle 30 classi dell’IPC “Manfredi” e ITC “Tanari”.

Le attività che si propongono sono volte a sensibilizzare i ragazzi sul tema dell’incontro, della cura del bene comune, rendendoli protagonisti di una prima progettazione di usi e spazi. Anche con i ragazzi si proverà a sperimentare un lavoro collaborativo. Il percorso delle scuole si integrerà con quello degli adulti in un ultimo appuntamento, il 27 febbraio, nella sede del Quartiere Savena.

L’obiettivo è quello di restituire quanto emerso dai due percorsi e tradurre i suggerimenti dei cittadini in una prima proposta di uso dell’edificio, con la conseguente suddivisione e organizzazione degli spazi. La realizzazione di un plastico aiuterà a visualizzare e localizzare le scelte. L’output dell’intero percorso dovrebbe dare alcune precise indicazioni ai tecnici che si occuperanno della progettazione esecutiva dell’edificio. Il percorso partecipativo e la futura fruizione e co-gestione attiva degli spazi del Centro sono prerequisiti essenziali per un positivo impatto sociale dell’edificio che verrà.

di Umberto Mezzacapo
Ricerca e Analisi, Comunicazione e Facilitazione, Processi Collaborativi e Partecipativi

 

Il Savena sarà, per la seconda volta, il laboratorio di sperimentazione per la raccolta dei rifiuti. È in arrivo da sabato 9 marzo la Carta Smeraldo, la tessera con chip con cui aprire il nuovo cassonetto della raccolta indifferenziata. La tessera sarà consegnata a casa dei cittadini del quartiere intestatari della Tari. Con la card sarà possibile aprire il cassonetto dell’indifferenziata, permettendo così il riconoscimento dell’utente. Un primo passo verso l’introduzione della tariffa puntuale come previsto dalla legge regionale.
In autunno la tessera sarà distribuita anche ai cittadini del centro storico, dove sarà anche rivisto il sistema di raccolta porta a porta e, un po’ alla volta, arriverà anche in tutti gli altri Quartieri della città. La distribuzione si concluderà alla fine del 2021.

Oggi i cittadini che vivono nel quartiere Savena conferiscono i rifiuti indifferenziati in un cassonetto con la calotta che viene aperta tramite una leva meccanica: il nuovo cassonetto, invece, si aprirà automaticamente avvicinando la Carta Smeraldo al lettore ottico. Una volta inserito il sacchetto di rifiuti indifferenziati, basterà schiacciare il pedale per richiudere il cassetto, in questo modo il cittadino non avrà bisogno di toccare il cassonetto. I primi nuovi raccoglitori per l’indifferenziata saranno istallati dal 28 maggio 2019 e, per la fine di luglio, saranno in tutto 530.

Per la distribuzione della Carta Smeraldo, Hera mette in campo 50 addetti per andare casa per casa e lasciare la tessera. Il personale impegnato nella consegna, con pettorina e cartellino di riconoscimento, passerà tre volte in orari diversi. Sarà comunque possibile ritirare la tessera all’Ecosportello di via Faenza 4, aperto da lunedì 1 aprile a mercoledì 31 luglio 2019, dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 13 e dalle 15 alle 19.

Per illustrare l’arrivo della Carta Smeraldo e del nuovo cassonetto, sono stati programmati tre incontri pubblici:
giovedì 21 febbraio alle 20.30 nella sede del Quartiere Savena, in via Faenza 4;
lunedì 25 febbraio alle 18 a Villa Mazzacorati, via Toscana 19
martedì 5 marzo alle 20.30 al Centro Due Madonne, via Carlo Carli 56.

Al Savena non si fermano i lavori che vedono collaborare istituzioni e cittadini, una sinergia che mette al centro il territorio e il benessere di chi lo abita. Focus di un nuovo percorso partecipativo con i cittadini è l’ex Centro pasti in via Populonia, uno spazio inutilizzato dal 2010 che è stato demolito per essere ricostruito e destinato a nuovi usi. Mercoledì 23 gennaio 2019, dalle 17.00 alle 19.00, al circolo Il Fossolo, in viale Felsina 52, si svolgerà il primo incontro della co-progettazione degli usi dell’ex Centro, ideato e gestito dalla Fondazione per l’Innovazione Urbana in collaborazione con il Quartiere Savena e il Comune di Bologna, che vuole coinvolgere i cittadini e le realtà del territorio circostante nell’ideazione delle nuove funzioni di questo spazio.

L’obiettivo del progetto è rendere l’ex Centro pasti un luogo aperto, dove cittadini e comunità potranno accedere a nuove forme di aggregazione, dedicate in particolare a bambini e genitori, con particolare attenzione però anche agli adolescenti. L’idea è che il centro possa trasformarsi come luogo di riferimento per ragazzi e ragazze della zona, con attività di prossimità delle comunità che potrebbero agevolare, in un’ottica intergenerazionale e interculturale, il coinvolgimento di adolescenti e giovani, ma anche adulti, anziani e immigrati di prima e seconda generazione. L’intervento all’ex centro di produzione pasti è realizzato grazie ai fondi europei del Pon Metro, il Programma Operativo Nazionale “Città Metropolitane 2014-2020”, adottato dalla Commissione Europea e finanziato dai Fondi Strutturali.

In questo primo incontro verranno condivise con i cittadini le informazioni sul percorso partecipativo, chiarendone obiettivi e modalità, e si raccoglieranno idee e spunti in merito alla futura progettazione dello spazio. L’incontro è aperto a tutti. Per partecipare è necessario iscriversi compilando questo modulo.

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