Salus SpaceBlog Interviste Progetto Salus Space“Le prime attività partiranno nella palazzina accessoria”. L’intervista a Nicola Silingardi di ICIE

“Le prime attività partiranno nella palazzina accessoria”. L’intervista a Nicola Silingardi di ICIE

Nicola Silingardi è un architetto dell’Istituto Cooperativo per l’Innovazione. L’ICIE è partner del progetto Salus Space e ha coordinato il tavolo di lavoro “Well being”, la sezione legata alla progettazione dell’intervento, che prevede la definizione, attraverso un percorso di confronto con i cittadini, dell’idea generale del progetto, che comprende tutti gli aspetti del benessere.

La Redazione Partecipata di Salus Space lo ha incontrato, c’erano Sergio, Nemo, Francesco, Teresa, Rita e Giordana. Abbiamo cominciato chiedendo a Nicola Silingardi di spiegarci che tipo di lavoro sta svolgendo ICIE all’interno del progetto: “Dal progetto fisico siamo arrivati a quello che in linguaggio tecnico definiamo metaprogetto, cioè abbiamo ricavato dagli input raccolti durante i laboratori di co-progettazione con tutti i partner i concetti chiave di questo progetto”. ICIE ha tradotto questi input in indicazioni utili per chi sta seguendo e realizzando il progetto architettonico, cioè l’Architetto Massimo Monaco del Dipartimento Cura e Qualità del Territorio del Comune di Bologna.

Sappiamo che il cantiere nell’area di Villa Salus durerà a lungo, fino al 2019. Abbiamo chiesto a Nicola Silimbardi come potrà coesistere con tutte le altre attività previste come i laboratori artigianali, gli orti e i lavori di giardinaggio dato che si svilupperà tutto nel giardino esterno? “La progettazione si è svolta in due momenti: il primo sulla rigenerazione, recupero conservativo e messa in sicurezza della palazzina accessoria, quella conosciuta come “Palazzina della camera iperbarica”. Questa diventerà il primo nucleo del progetto, qui potranno essere realizzate le prime attività di animazione e di formazione previste”.  Per le altre attività che sono legate all’orticultura si cercherà di acquisire circa 600 metri quadrati di area sul lato orientale del parco della Villa, che non sarà interessata direttamente dal cantiere. Ma soprattutto molta parte della formazione non si svolgerà direttamente negli spazi della Villa ma sarà ospitata nelle strutture messe a disposizione dalla cooperativa Eta Beta e dallo spazio Battirame.

Abbiamo raccolto una preoccupazione, quella relativa al verde. Sul lato nord di Villa Salus c’è un’ampia parte di giardino che custodisce ancora degli alberi secolari. E’ previsto un progetto per salvarli e tutelarli? Nicola Silingardi ha voluto rassicurare su questo punto, sottolineando che gli alberi permettono di riqualificare e rigenerare questo spazio anche da un punto di vista ambientale e paesaggistico. E questo prevede anche la salvaguardia degli alberi secolari, che non si vuole rimuovere o spostare. “Nel progetto c’è anzi l’intento di preservare le essenze storiche della Villa e del giardino, che sono state tutte segnate e indicizzate nelle nostre mappe. Inoltre se nell’area nord del giardino della villa, quello rivolto verso la ferrovia, il verde è più fitto e compatto ci aiuta ad attenuare l’inquinamento acustico prodotto dal passaggio dei treni e quindi migliorare il benessere acustico generale”.

Infine la domanda che tocca uno dei nodi centrali del progetto. Nel progetto si recepiscono altri suggerimenti, oltre a quello di preservare gli alberi, provenienti dai tavoli di confronto con i cittadini modificando qualche idea iniziale? Nicola Silimbardi ha ricordato come la partecipazione sia una delle componenti chiave di questo progetto, richiesta anche dalla comunità europea: “L’idea da cui siamo partiti è che il progetto Salus Space non fosse calato dall’alto ma che ci fosse un confronto diretto con la cittadinanza. Ci sono diversi livelli di coinvolgimento. Credo che non si possa “partecipare” tutto. Siamo partiti con alcuni punti fissi che abbiamo inserito nel progetto e che sono stati decisi dai diversi partner.
Abbiamo dato poi alcune indicazioni che non dìventassero troppo specifiche o troppo vincolanti, che fossero flessibili”. Nicola Silimbardi ha preso ad esempio il caso dei laboratori artigianali. Saranno tre, da 80 a 120 metri quadri di superficie. Uno di questi sarà dedicato alla falegnameria, l’altro alla lavorazione del vetro. Per il terzo c’erano più ipotesi. Alla fine potrebbe prevalere l’idea del laboratorio tessile. Potrebbe valorizzare l’esperienza che hanno alcuni cittadini, coinvolgendo molti rifugiati che arrivano da paesi che hanno una lunga tradizione nella lavorazione dei tessuti. Uno spunto è arrivato anche da una cittadina che durante un incontro ha segnalato l’esigenza di avere degli spazi dove poter realizzare delle lezioni di sartoria e di cucito.
Oltre ad uno spazio polifunzionale dedicato al teatro, all’interno della futura costruzione, è prevista una arena per spettacoli anche all’esterno, con affaccio sulla grande corte aperta. In questi spazi si potranno realizzare spettacoli, ma anche lezioni aperte al pubblico e rappresentazioni collegate ai laboratori che sono ospitati. Il ristorante di Salus Space potrà usare il centro polifunzionale anche per le lezioni pratiche di cucina. Conclude Nicola Silimbardi, di ICIE: “Tutto questo si connette in maniera efficace con l’idea del laboratorio di sartoria e di tessuti che potrebbe produrre dai materiali per la tavola, a quelli per la scenografia ai costumi di scena. Questo è una piena dimostrazione di quello che vorremmo fare in questa struttura”.

 

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