Salus SpaceArchives

Sono nove i team formati da studenti di diversi paesi del mondo che propongono un’idea verde per Salus Space. È il risultato del concorso internazionale di idee Urban Farm, indetto ogni anno dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna. Quest’anno il concorso, che ha visto la partecipazione di 166 studenti, rientra nel progetto europeo FoodE, acronimo di Food Systems in European Cities – Sistemi Alimentari nelle Città Europee, che intreccia Salus Space, destinando al Comune di Bologna 330 mila euro.

Il progetto, coordinato dal Dipartimento, mira ad accelerare la crescita, in ambito europeo, di Sistemi Alimentari di Città e Regioni per favorire lo sviluppo di processi agricoli resilienti e sostenibili all’interno dei centri urbani e delle aree rurali limitrofe.

Uno dei progetti pilota che verrà individuato dal progetto avrà sede proprio a Salus Space e sarà selezionato tra quelli proposti dagli studenti attraverso il concorso.
Ecco alcuni di loro!

 

 

 

Uno dei partner di Salus Space, Cefal, ci ha fatto un regalo: una serie di scatti fotografici realizzati durante il corso di formazione dedicato alla ristorazione e alla trasformazione di prodotti agro-alimentari.
Il corso è stato avviato da Cefal nell’autunno 2019 all’interno del progetto Salus Space, gli studenti hanno svolto 300 ore di studio e di pratica. Tra loro persone richiedenti asilo, persone rifugiate, persone italiane o straniere in condizione di disoccupazione, persone residenti nel quartiere Savena.
In sei hanno completato il percorso, frequentando 12 ore di sicurezza sul lavoro, 60 ore di  ristorazione, 50 ore di bar e sala, 40 ore di trasformazione dei prodotti agro-alimentari, 138 di stage.
L’emergenza Covid ha naturalmente complicato anche la realizzazione nel corso, soprattutto per quanto riguarda gli stage, che hanno avuto una battuta di arresto da marzo a giugno.

Purtroppo i partner di Salus Space devono annullare l’incontro del Gruppo di Valutazione partecipata e della Redazione previsto martedì 20 ottobre nella sede del centro Civico di via Faenza.
Il nuovo Decreto del Presidente del Consiglio non consente riunioni in presenza di questo tipo.

Sarà calendarizzata una nuova data per un incontro online, attraverso una piattaforma di facile utilizzo sia dal computer che dallo smartphone. Oltre ai cittadini che fanno parte dei due gruppi, attivi dal momento di avvio del progetto, tutti gli interessati possono partecipare, annunciando la propria presenza scrivendo alla mail: valutazione@saluspace.eu.
All’ordine del giorno le novità sul progetto, lo stato dei lavori e le attività previste per i due gruppi di lavoro.

Dopo alcuni mesi di sospensione dovuta alla situazione creata dalla pandemia, il Gruppo di Valutazione partecipata e la Redazione di Salus Space tornano ad incontrarsi. Sarà un incontro congiunto, in presenza, nel pieno rispetto delle norme anti-Covid.

La riunione avverrà martedì 20 ottobre, alle 18, nella sala Polivalente al piano terra, la Sala Martelli, nel Centro Civico di via Faenza 4, Quartiere Savena.

Oltre ai cittadini che fanno parte dei due gruppi, attivi dal momento di avvio del progetto, tutti gli interessati possono partecipare, annunciando la propria presenza scrivendo alla mail: valutazione@saluspace.eu.

All’ordine del giorno le novità sul progetto, lo stato dei lavori e le attività previste per i due gruppi di lavoro.

Abbiamo visitato il cantiere di Salus Space (in via Malvezza, a Bologna) a fine luglio 2020 per raccontarvi come procede, seguiteci in questo tour virtuale!

Il Centro Studi (la palazzina storica, dove era ospitata la camera iperbarica) è praticamente terminato, le tre strutture temporanee sono state posizionate, nella nuova palazzina si sta lavorando per concludere gli appartamenti, partendo dall’ultimo piano.

Ecco il viale di ingresso, con gli splendidi pini potati che hanno superato i controlli sulla stabilità. Sul lato sinistro si vede la base della futura pista ciclabile.

viale_ingresso

Arrivando dal viale di ingresso, sulla destra troviamo il Centro Studi: il corpo centrale è stato ristrutturato partendo dall’originale, (potete vedere l’avvio del cantiere in questo post ), che ai tempi di Villa Salus ospitava la camera iperbarica.

Centro_Studi_esterno

Al suo interno troveranno sede il portierato sociale, gli uffici di coordinamento, la sala destinata al coworking, la sala convegni, la Redazione Partecipata, l’Angolo della Storia. Gli spazi sono ampi e luminosi, le ali laterali sono sovrastate da due ampi terrazzi. Nella foto, l’ open space dove potranno svolgersi eventi e iniziative.

centro_studi_interno

Se dal viale di ingresso svoltiamo a sinistra, ci avviciniamo alle tre strutture temporanee, davanti alle quali si apre l’area parcheggio. La prima, quella gialla, ospiterà il punto ristoro, la verde una sala polifunzionale per attività teatrali, la rossa sarà un atelier artigianale.

strutture_temporanee

Ecco l’interno della seconda struttura, la più ampia e luminosa.

Strutture_temporanee_interno

Sono a buon punto anche i lavori nella struttura abitativa, che ospiterà 20 appartamenti e le sei stanze doppie per le locazioni turistiche. All’ultimo piano, il quarto, è tutto pronto per installare i sanitari dei bagni; poi si scenderà verso il basso completando il tutto, comprese le stanze per i turisti di passaggio, montando le cucine e gli arredi a conclusione di tutti i lavori ai diversi piani.
La struttura è stata realizzata in legno, in un’ottica di basso impatto ambientale. Per questo, tutta l’impiantistica degli edifici punta al risparmio energetico.

palazzina

Sul tetto dell’edificio sono già stati montati i pannelli fotovoltaici, mentre, come si intravede dalla foto, il tetto è pronto per ospitare vegetazione che attenuerà le temperature percepite all’interno. Già completato l’isolamento termico dell’edificio attraverso il cappotto.

pannelli_solari

Chiudiamo con un’immagine della tribuna del teatro all’aperto, in costruzione. Come da progetto, si sta dando vita ad una piazza che farà da elemento di unione tra la struttura abitativa e il futuro “edificio-serra”, l’ultimo elemento del progetto che sorgerà più avanti, per ospitare in maniera definitiva il ristorante e i laboratori artigianali, che per ora trovano casa nei tre moduli colorati.

tribuna

Riceviamo da Inti Bertocchi (per il Comune di Bologna, coordinatore del progetto Salus Space) un aggiornamento sullo stato dell’arte complessivo.

Durante il periodo di lockdown, in cui regnava l’assoluta incertezza, il Comune di Bologna ha avviato un confronto con il segretariato UIA (da cui dipende il finanziamento europeo di cui beneficia il progetto) che si è dimostrato molto comprensivo e che ha concesso tempi più lunghi per la rendicontazione delle spese e la possibilità di apportare alcune modifiche per fronteggiare la situazione di emergenza.
La conclusione del progetto è slittata al 31 gennaio 2021, il che non significa che i cancelli di Salus Space apriranno quel giorno! Anzi, i lavori, ripartiti a maggio dopo due mesi di stallo, saranno completati in autunno.

È ancora presto per definire una precisa data di fine lavori, ma tutti i partner sono impegnati nel portare a termine le diverse attività previste. La formazione, ad esempio, sta proseguendo a distanza. E si sta preparando la strada per la futura fase di gestione transitoria, che vedrà la costituzione di una ATS (associazione temporanea di scopo).

Le attività gestionali saranno centralizzate, sarà costituito un comitato di indirizzo e monitoraggio, all’interno del quale la comunità degli abitanti potrà far sentire la propria voce. Ci sarà un portierato sociale, come richiesto a gran voce dai cittadini, ed un servizio di accompagnamento per sostenere la comunità nel suo primo anno di vita. E si riempiranno gradualmente le residenze temporanee: ci saranno alcuni alloggi destinati agli studenti, altri all’accoglienza dei rifugiati, altri ancora alle famiglie e a chiunque vorrà candidarsi a vivere una esperienza di cohousing davvero innovativa. Gli abitanti oltre a pagare un affitto saranno attivamente coinvolti nella futura gestione dei servizi.

Tutto il progetto, in sostanza, andrà avanti, con un ritardo di qualche mese. Ma abbiamo imparato a pazientare. Questo periodo di pausa, forse, ha rafforzato ancor più il desiderio di portare a termine questa sfida per la creazione di una comunità inclusiva, solidale, resiliente, e con un profondo rispetto per l’ambiente, ristabilendo quell’equilibrio sociale e ambientale che l’umanità ha perso, ma può ancora riacquistare.

Un laboratorio gratuito di artigianato per bambini dai 6 ai 12 anni si svolgerà online, da giugno, ogni lunedì dalle 17 alle 18. Ad organizzarlo, sulla piattaforma Zoom, Antoniano.

Insieme a Ilenia, studentessa universitaria appassionata di disegno e tecniche artigianali, si realizzeranno oggetti e giochi con materiale di recupero e riciclo. Sarà un momento di svago che stimolerà la fantasia di bambine e bambini a produrre oggetti anche durante gli altri giorni della settimana.

Per info: laboratori@antoniano.it

 

Nuovo appuntamento del Think Tank di Salus Space, che ragiona di temi legati all’innovazione sociale, insieme a DAMSLab. Giovedì 13 febbraio, alle 15,30, in piazzetta Pier Paolo Pasolini si alterneranno gli interventi di Marco Guerzoni, responsabile programmazione e gestione dei servizi per l’abitare, settore politiche abitative – dipartimento urbanistica, casa e ambiente; Carlo Monti, professore del dipartimento di ingegneria civile e di architettura dell’Università di Bologna; Elena Vincenzi, di Weg Studio e Architetti di Strada.

Ad introdurre Roberta Paltrinieri, responsabile scientifico di DAMSLab.

Tim Caulfield, direttore del Programma UIA (Urban Innovative Actions), è venuto a metà gennaio in visita al cantiere del progetto Salus Space. Un incontro di aggiornamento da cui è sembrato ripartire decisamente soddisfatto. Una visita informale, ma che ci ha permesso di svelare i passi avanti nell’area di via Malvezza!

Il corso di formazione di Mondo Donna, all’interno del progetto Salus Space, prepara le partecipanti a lavorare nel mondo della ristorazione. Lorenzo Balbo è andato a trovarle.

Imparare a lavorare – o migliorare le proprie conoscenze – in sala e in cucina per poi, in futuro, trovare impiego nelle strutture ricettive, magari quelle di Salus Space: è questo l’obiettivo del corso di formazione organizzato dall’associazione Mondo Donna Onlus, da vent’anni impegnata nel creare servizi di accoglienza per donne immigrate, all’interno del progetto.
Il corso si articola in due fasi. La prima – teorica e uguale per tutte le partecipanti – è finalizzata ad acquisire conoscenze sui parametri di sicurezza lavorativa in Italia e altre competenze trasversali, utili a trovare lavoro nel settore della ristorazione: dura 26 ore, suddivise in 7 lezioni che si tengono presso la sede di Mondo Donna di via Brini 39/1, e termina a dicembre. A gennaio, invece, comincerà la seconda fase – pratica – che durerà 34 ore, articolate in 11 lezioni. Per ottenere l’attestato di frequenza è necessario partecipare a circa il 70% delle ore totali.

“Durante la prima lezione del corso sulle competenze trasversali, mercoledì 20 novembre, abbiamo riscontrato una forte motivazione da parte delle ragazze: all’interesse per il mondo della cucina, si è aggiunta la consapevolezza che Bologna offre tante possibilità di impiego nel mondo della ristorazione”, spiega Roberto Carta, project manager associazione, responsabile dell’organizzazione del corso.       .

A confermarlo sono le stesse partecipanti. “Ho trovato il corso tramite la mia operatrice di riferimento: mi piace molto e, un giorno, vorrei lavorare in un ristorante o in un albergo”, spiega Joceline, ragazza nata in Costa d’Avorio, in Italia da un anno e otto mesi, attualmente residente in una struttura abitativa gestita da Mondo Donna.
Anche Mokhieb è arrivata in Italia un anno e otto mesi, ma viene dall’Eritrea: “ho cominciato a cucinare in Italia, in futuro, vorrei lavorare in questo settore. Un operatore Mondo Donna mi ha mandata qui. Amo conoscere cibi di altre culture: per questo, ho imparato a fare lasagne, tortellini e tagliatelle”.
Il corso attrae anche donne stabilitesi da tempo nel nostro paese: è il caso di Noura, arrivata in Italia circa 16 anni dal Marocco: “ho sempre sognato di lavorare in cucina”, ci svela.

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