E intorno a Villa Salus?
Abbiamo provato a inquadrare Villa Salus nel territorio, con l’aiuto di alcune mappe …
Abbiamo provato a inquadrare Villa Salus nel territorio, con l’aiuto di alcune mappe …
Riceviamo da uno dei nostri partner, Unibo – Ces. Co. Com., un articolo che ci aiuta ad inquadrare Villa Salus nel territorio in cui si trova. Ci dà alcuni spunti di riflessione che ci riserviamo di approfondire in prossimi articoli… Intanto, grazie a Umberto Mezzacapo!
La originaria villa nobiliare settecentesca, denominata Villa Monti e citata anche come villa Malvezzi (sito localizzato nella zona due Madonne), ha attraversato quasi due secoli di storia fino ad arrivare agli anni ’50 e ’60 del Novecento. Durante questo periodo, priva di vincoli da parte della Soprintendenza, ha subito molti interventi strutturali tra cui l’aggiunta di due ali laterali e la sopraelevazione di tre piani. Nel 1988 è diventata una casa di cura privata, prendendo il nome di Villa Salus. E’ stata poi acquisita dal Comune di Bologna nel 2007, dopo il fallimento della casa di cura.
Ora è al centro del progetto di rigenerazione Salus Space.
Quando parliamo dell’area in cui è inserito Salus Space ci riferiamo ad un ambito territoriale che ricade nella zona “Mazzini”, inserita a sua volta all’interno del Quartiere Savena. E’ sede di diversi insediamenti storici di edilizia pubblica, come anche insediamenti INA Casa, il cui nucleo originario si è sviluppato intorno a una forma di villaggio con servizi e spazi per la comunità.
All’interno del quartiere ci sono numerosi parchi e giardini pubblici, tra i quali i più grandi sono il Parco del Paleotto, il Parco di Forte Bandiera (al confine con il quartiere S. Stefano), il Parco dei Cedri, il Parco Lungosavena, il Giardino N. Luccarini – W. Anders.
Il XX secolo è stato il periodo di massima trasformazione per il territorio del quartiere Savena, che è mutato da agricolo ad urbano: agli inizi del secolo l’urbanizzazione aveva toccato per lo più i rioni Pontevecchio, Parisio e San Ruffillo, con un tessuto prevalentemente fatto di villette e case di piccole dimensioni. Gli anni cinquanta, sessanta e settanta hanno invece visto un’urbanizzazione su vasta scala e con edifici di grandi dimensioni, la cui espansione ha completamente soppiantato l’impianto rurale preesistente. A tale crescita hanno contribuito in maniera decisiva i piani PEEP per l’edilizia popolare, e le realizzazioni curate dalle cooperative edificatrici.
Attraverso alcune variabili statistiche (estratte grazie al contributo dell’Ufficio Statistica del comune di Bologna) possiamo descrivere sinteticamente l’area del Fossolo, a nord della via Emilia, inserita all’interno della zona statistica Mazzini, con l’ausilio di alcune mappe tematiche. Ecco per esempio come da questa emerga che la percentuale delle case in affitto sia medio bassa rispetto al restante territorio comunale, a testimonianza della vocazione residenziale dell’area in cui i cittadini si trasferiscono dopo aver acquistato un immobile.
La mappa che segue è invece indicativa per rilevare la concentrazione di popolazione anziana nell’area Fossolo, alta rispetto alla media cittadina e coerente con il trend generale del Quartiere Savena, quello con la più alta percentuale di abitanti anziani (dai 65 in su).
La percentuale di residenti di origine straniera oscilla tra l’8% e il 14% in generale nel Quartiere Savena. E’ un dato in linea con la media della città di Bologna, sicuramente inferiore rispetto ad altri quartieri a più alta densità di stranieri residenti come per esempio Navile e San Donato-San Vitale.
Il Quartiere Savena ha alcune aree statistiche densamente popolate, in particolare quelle a ridosso della via Emilia, mentre scarsamente popolate risultano le aree a ridosso di San Lazzaro di Savena. Nell’area Fossolo c’è una densità abitativa media, la zona è caratterizzata da ampie aree verdi e edilizia residenziale.
Chiudiamo questa panoramica sul territorio con una mappa dedicata al reddito imponibile pro capite (valore mediano). E’ in linea con la media cittadina.
In sintesi il fatto che ci siano molti anziani e un’alta percentuale di case di proprietà comporta una bassa mobilità sociale e per certi versi uno scarso ricambio generazionale.
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