Salus SpaceArchives

E’ stato un pomeriggio intenso quello di mercoledì 25 ottobre, nella sala Tassinari di Palazzo d’Accursio. Dalle 15 in poi i partner del progetto Salus Space hanno allestito i loro corner tematici, pensati per poter spiegare direttamente il complesso mix di attività previste nell’area di via Malvezza, alla periferia est di Bologna, e rispondere ai dubbi e alle perplessità di cittadini e cittadine che hanno cominciato ad affluire dalle 16 in poi.


Sono venuti a trovarci abitanti, uomini e donne interessati al tema dell’innovazione sociale, consiglieri comunali, assessori, la Presidente del Quartiere Savena Marzia Benassi e poi il Sindaco Virginio Merola.

Ma al centro della giornata c’è stata Salus Space, i suoi futuri abitanti, i legami che si creeranno con i cittadini e il territorio circostante. Per provare ad immaginare quello che sarà, a partire dall’autunno 2019, i partner coinvolti nella coprogettazione hanno mostrato plastici, video, oggetti frutto di laboratori artigianali, piantine. Hanno risposto alle domande degli intervenuti, sollecitati dai nostri pannelli, che hanno hanno accolto anche post it con osservazioni positive e spunti critici. Eccone alcuni: “Attenzione all’abbattimento degli alberi”, “Questa sì che è innovazione sociale”, “Mi auguro che la sala studio venga intitolata al professor Scaglietti”, “Anche i migranti fanno parte del Think Tank?”, “Dove sono i giovani?”, “Chi sarà il responsabile del funzionamento del tutto?”, “Idea: corsi per fare la sfoglia”.

Il gruppo al lavoro sul progetto ha ora molte sollecitazioni da accogliere e rielaborare. E tra poche settimane si aprirà il cantiere fisico per l’abbattimento di Villa Salus.

I partner del progetto Salus Space

Foto di Sergio Vegetti

Ecco il riassunto della giornata che ne ha fatto l’Agenzia di stampa DIRE

NEL 2019 CASE, ORTI, TEATRO, RISTORANTE…, “NON SARÀ PERIFERIA”. (DIRE) Bologna, 25 ott. – Quasi 12.000 metri quadrati che accoglieranno spazi abitativi, un ristorante multietnico, laboratori artistici e artigianali, un teatro, aree ortive e un centro studi sul welfare interculturale. È “Salus Space”, il progetto ideato e realizzato dal Comune di Bologna insieme a 16 partner (tra associazioni di volontariato, universita’, cooperative, ecc) che ha vinto il primo bando europeo del Programma Urban innovative actions (e’ stato scelto insieme ad altri 17 tra i 378 proposti da tutta l’Ue). Finanziato con cinque milioni di euro, il progetto ha una durata di tre anni, coinvolge l’area dell’ex clinica privata Villa Salus che da anni versa in stato di abbandono e ha come obiettivo generale l’inserimento nel contesto locale di un centro di ospitalita’, lavoro, welfare interculturale e benessere in senso lato. “Questo e’ un progetto composito, in cui c’e’ tutta la citta’. Ci stiamo lavorando da gennaio 2016 e alla fine dei tre anni avremo uno spazio nuovo, unico per le modalita’ di relazione”, ha detto Berardino Cocchianella, dell’Istituzione per l’inclusione sociale e comunitaria don Paolo Serra Zanetti del Comune di Bologna, in occasione della presentazione interattiva in sei tappe del progetto che si e’ tenuta oggi a Palazzo d’Accursio. “Sara’ uno spazio aperto alla citta’ in cui si sperimenteranno nuovi modelli e pratiche di inclusione e partecipazione sociale. Non sara’ un luogo di periferia, ma centrale della citta’”, ha detto il sindaco Virginio Merola che ha annunciato l’inaugurazione per la primavera del 2019.Il think tank sul welfare interculturale. Realizzato in collaborazione con i partner del progetto “Salus Space” e, in particolare, con il Ces.co.com dell’Universita’ di Bologna, si pone come obiettivo di sviluppare il concetto di welfare generativo e partecipativo che pone al centro la relazione, il coinvolgimento, il coprotagonismo. “Sara’ un luogo in cui si elaborano idee e pensieri e si riflette su cio’ che si fa dentro Salus Space, ma sara’ un’elaborazione che andra’ al di la’ del progetto stesso in una visione di quella che sara’ la futura citta’ metropolitana di Bologna- ha spiegato Matilde Callari Galli- le trasformazioni della societa’ hanno reso necessario pensare a un nuovo sistema di welfare rivolto a comunita’ multiculturali e mobili e deve essere un welfare attivo, partecipativo, che sia in grado di attivare le capacita’ individuali dei singoli. Ecco nel centro studi cercheremo di sperimentare nuovi modelli, nuove pratiche”. Le abitazioni. Obiettivo del progetto e’ accogliere circa 80 persone in 20 appartamenti, di cui la meta’ e’ rivolta a rifugiati e l’altra a famiglie in condizioni di fragilita’. È previsto un periodo di accoglienza che va da quattro a 18 mesi. “Con chi entrera’ nel 2019 inizieremo un percorso di accompagnamento per dare loro gli strumenti necessari per la convivenza all’interno di quella che sara’ una comunita’, sia pure temporanea”, spiegano i referenti. È previsto inoltre uno spazio bed and breakfast con 12 posti letto (sei stanze doppie) per turismo sostenibile e sociale e tre foresterie da utilizzare come residenze artistiche.Poi gli orti. Ci saranno tre tipi di aree ortive: un’area ricreativa di accoglienza, aperta a tutti, gli orti didattici per gli studenti, i cittadini, in cui si fara’ formazione per chi abitera’ gli spazi di “Salus Space” e dove si utilizzeranno sistemi di coltivazione che utilizzano poca acqua (orti idroponici semplificati) e infine orti produttivi. “Quest’ultima sara’ la parte piu’ grande, 400 o 500 metri quadrati, ed e’ quella che puo’ aiutare il progetto dal punto di vista economico, attraverso la vendita dei prodotti e delle piante ma che puo’ prevedere anche la raccolta diretta da parte dei cittadini – ha spiegato Giovanni Bazzocchi della Facolta’ di Agraria dell’Universita’ – Abbiamo un gruppo di lavoro in coprogettazione di cui fanno parte operatori sociali, richiedenti asilo, cittadini che sono al lavoro per immaginare forme di gestione di questi spazi”. Il ristorante multietnico, i laboratori artigianali e il teatro. Il ristorante avra’ 100 coperti e sara’ seguito (almeno nella fase iniziale) da MondoDonna che gestisce da anni un catering multietnico. È prevista la collaborazione con la parte ortiva, l’organizzazione di serate a tema e anche di corsi di cucina. Lo spazio teatrale sara’ gestito da Cantieri Meticci, “uno spazio aperto alla citta’ in cui raccoglieremo storie di quartiere per restituirle alla citta’”, e poi sono previsti tre laboratori artistici per la lavorazione di tessuto, legno e vetro con l’obiettivo di realizzare prodotti che possano essere venduti e sostenere economicamente il progetto.Dopo i primi due appuntamenti di presentazione del progetto (il 23 ottobre al Met Cantieri Meticci e il 25 in Comune), i prossimi incontri si terranno il 31 ottobre nell’Aula dei poeti in strada Maggiore in cui si parlera’ di welfare e innovazione sociale con Riccardo Prandini, il 23 novembre al Centro Zonarelli di via Sacco in cui Alessandro Tolomelli parlera’ di empowerment, comunita’ e l’identita’ come risorsa e non come limite, il 28 novembre all’Urban Center in piazza del Nettuno per parlare di welfare tra narrazioni e pratiche con Alessandro Martelli e il 5 dicembre nella Sala Marco Biagi in via Santo Stefano con Marco Castrignano’ che parlera’ di quartieri, comunita’ e capitale sociale. (Dires – Redattore Sociale)

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