Salus SpaceArchives

Il corso di formazione di Mondo Donna, all’interno del progetto Salus Space, prepara le partecipanti a lavorare nel mondo della ristorazione. Lorenzo Balbo è andato a trovarle.

Imparare a lavorare – o migliorare le proprie conoscenze – in sala e in cucina per poi, in futuro, trovare impiego nelle strutture ricettive, magari quelle di Salus Space: è questo l’obiettivo del corso di formazione organizzato dall’associazione Mondo Donna Onlus, da vent’anni impegnata nel creare servizi di accoglienza per donne immigrate, all’interno del progetto.
Il corso si articola in due fasi. La prima – teorica e uguale per tutte le partecipanti – è finalizzata ad acquisire conoscenze sui parametri di sicurezza lavorativa in Italia e altre competenze trasversali, utili a trovare lavoro nel settore della ristorazione: dura 26 ore, suddivise in 7 lezioni che si tengono presso la sede di Mondo Donna di via Brini 39/1, e termina a dicembre. A gennaio, invece, comincerà la seconda fase – pratica – che durerà 34 ore, articolate in 11 lezioni. Per ottenere l’attestato di frequenza è necessario partecipare a circa il 70% delle ore totali.

“Durante la prima lezione del corso sulle competenze trasversali, mercoledì 20 novembre, abbiamo riscontrato una forte motivazione da parte delle ragazze: all’interesse per il mondo della cucina, si è aggiunta la consapevolezza che Bologna offre tante possibilità di impiego nel mondo della ristorazione”, spiega Roberto Carta, project manager associazione, responsabile dell’organizzazione del corso.       .

A confermarlo sono le stesse partecipanti. “Ho trovato il corso tramite la mia operatrice di riferimento: mi piace molto e, un giorno, vorrei lavorare in un ristorante o in un albergo”, spiega Joceline, ragazza nata in Costa d’Avorio, in Italia da un anno e otto mesi, attualmente residente in una struttura abitativa gestita da Mondo Donna.
Anche Mokhieb è arrivata in Italia un anno e otto mesi, ma viene dall’Eritrea: “ho cominciato a cucinare in Italia, in futuro, vorrei lavorare in questo settore. Un operatore Mondo Donna mi ha mandata qui. Amo conoscere cibi di altre culture: per questo, ho imparato a fare lasagne, tortellini e tagliatelle”.
Il corso attrae anche donne stabilitesi da tempo nel nostro paese: è il caso di Noura, arrivata in Italia circa 16 anni dal Marocco: “ho sempre sognato di lavorare in cucina”, ci svela.

Nella fase di sperimentazione di Salus Space, verranno avviate le attività e verrà costituito il primo nucleo di abitanti. L’obiettivo è quello di verificare la sostenibilità economica e l’efficacia della gestione pubblico-privata, con un ruolo attivo della comunità locale. Nel corso di questa fase sarà conclusa la ristrutturazione della palazzina storica e le abitazioni saranno terminate. Inoltre, verranno installati – a febbraio 2020 – alcuni fabbricati temporanei per lo svolgimenti di attività di laboratorio, arte e ristorazione: abbiamo chiesto come funzioneranno a Nicola Silingardi di ICIE – Istituto Cooperativo per l’Innovazione Società Cooperativa, che ci ha affiancato nella progettazione generale e nella coprogettazione di questa fase sperimentale, insieme ai partner che utilizzeranno queste strutture.

Per avviare la fase transitoria e sperimentale di Salus Space, il progetto prevede la realizzazione, nel lato ovest, di uno spazio attrezzato con fabbricati temporanei concepiti per ospitare le attività di laboratorio, arte e ristorazione multietnica.

Nello specifico, si tratterà di:

  • un modulo temporaneo per cucina bar, di 60 mq;
  • un modulo per sala polivalente, ristorazione indoor e attività teatrali, di 74 mq;
  • un modulo temporaneo per attività laboratoriali, di 44 mq;
  • In aggiunta a questi, è previsto un modulo temporaneo per lo stoccaggio dei materiali, di 15 mq.

Il progetto è stato costruito attraverso una breve attività di pianificazione partecipativa, finalizzata alla definizione delle linee guida per la progettazione e l’equipaggiamento dei fabbricati. L’attività ha coinvolto ICIE come coordinatore del processo di co-design, insieme ai partner responsabili degli spazi di attività e/o della loro gestione futura: Comune di Bologna, ASP Città di Bologna, Cantieri Meticci (per le attività laboratoriali) e Mondo Donna Onlus (per la gestione del ristorante).

Le linee guida ricavate da questo lavoro possono essere così sintetizzate:

  • Sinergia e flessibilità degli spazi;
  • Versatilità degli spazi, in particolare di quelli laboratoriali;
  • Accessibilità dell’area in condizioni di comfort e sicurezza;
  • Riconoscibilità e caratterizzazione dei tre fabbricati ospitanti usi differenti, con possibilità di segnaletica elettrica, predisponendo un attacco di corrente sulla sommità di ciascun blocco per installare eventuali insegne luminose;
  • Adeguata coibentazione interna in tutti i moduli per l’utilizzo nel periodo invernale. Dotazione di impianto di riscaldamento (se possibile pompa di calore aria-aria con split in ciascun modulo);
  • Dotazione di servizi igienici (di cui un bagno accessibile alle persone con disabilità) e spogliatoi, relativa localizzazione all’interno del modulo ospitante la ristorazione, in adiacenza al blocco cucina, con accesso esterno indipendente per poter essere utilizzato sia dai clienti del bar sia da coloro che lavoreranno negli altri blocchi;
  • Illuminazione interna dei tre blocchi di tipo diffuso e con dispositivi a basso consumo energetico;
  • Diaframmi vetrati nelle facciate anteriori del blocco di teatro e di quello dei laboratori, per favorire e fruire dell’illuminazione naturale; sul lato posteriore è utile prevedere delle finestre per ciascun modulo che compone il blocco, posizionate in alto e apribili a vasistas, per la ventilazione. In entrambi questi blocchi occorre predisporre inoltre una presa di corrente elettrica, con più attacchi per ciascun modulo che compone il blocco;
  • Dotazione di un’apertura anteriore a “mensola bar” nel modulo ristorazione, non essendo questo dimensionato per ospitare tavoli all’interno, al fine di avere un rapporto diretto con i clienti;
  • I 3 blocchi previsti (in aggiunta al modulo-deposito) saranno collocati su una superficie libera, con una fascia di terreno antistante sufficiente a garantire agevolmente il flusso e deflusso delle persone.

 

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