Nasiru e due volontari dell’associazione nigeriana El Ihsan ci hanno accolti all’ingresso di Villa Salus. Per festeggiare la nostra visita hanno preparato del classico tè verde africano, da accompagnare con pane arabo fatto in casa e con dolcissimi datteri tunisini. In un angolo del giardino hanno acceso un piccolo fuoco, dove sistemano la teiera per il nostro tè.
Dopo la colazione abbiamo iniziato la nostra intervista a Nasiru, mentre i ragazzi che sono con lui si rimettevano al lavoro. “Oggi bisogna svuotare l’ultimo piano dagli impianti di riscaldamento”, ci ha spiegato, “e ripulirlo da tutti i nidi che i piccioni hanno costruito durante questi anni”.
Nasiru Ahiani è il presidente dell’associazione Nigeriana El Ihsan, che si sta occupando di svuotare e ripulire Villa Salus, in modo del tutto gratuito e volontario. L’associazione è formata da circa 150 volontari, a un mese dall’inizio dell’intervento, ha sottoscritto un Patto di Collaborazione con il Comune di Bologna per prendersi cura dell’area. El Ihsan è protagonista di un altro patto per la cura di aree abbandonate della città. “Questo è il nostro modo per combattere degrado, violenza e illegalità”, conclude Nasiru. Via Malvezza è attraversata da furgoni carichi di materiali, rifiuti e attrezzi che l’associazione trasporta alle stazioni ecologiche per la raccolta differenziata.
“Abbiamo già fatto più o meno 20 viaggi per portare via tutti i materiali. L’obiettivo è differenziare il più possibile e il resto consegnarlo direttamente per lo smaltimento. Questo ci permette anche di insegnare un valore fondamentale sopratutto a più giovani dell’ associazione: l’idea del riuso. Un ragazzo che viene coinvolto nella rigenerazione urbana di un luogo e che quindi sperimenta anche la fatica della differenziata sarà il primo a farla anche a casa sua”. Trasmettere il senso civico della raccolta differenziata è uno degli obiettivi dell’associazione: “noi lavoriamo sopratutto con le seconde generazioni, ovvero ragazzi e ragazze di origine straniera che però sono nati in Italia, cercando di coinvolgerli nella vita attiva dell’associazione e della comunità dove vivono. Lavorare in un posto come Villa Salus ci sembra un ottimo strumento per trasmettere loro i valori di inclusione e accoglienza”.
Non tutti i materiali che sono stati ritrovati all’interno di Villa Salus saranno smaltiti o differenziati. Alcuni mobili o oggetti d’epoca e di arredo potranno essere usati nel nuovo spazio rigenerato: Salus Space. “Nel giardino della villa ci sono dei lampioni degli anni 40 – racconta Nasiru – quelli saranno conservati per essere usati poi quando questo luogo nascerà di nuovo e sarà restituito alla cittadinanza e al quartiere”.
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