Rifiuti: la Carta Smeraldo spiegata ai cittadini del Savena
Si sono conclusi ieri, martedì 5 marzo 2019, gli incontri pubblici nel quartiere Savena per spiegare la Carta Smeraldo…
Si sono conclusi ieri, martedì 5 marzo 2019, gli incontri pubblici nel quartiere Savena per spiegare la Carta Smeraldo…
Si sono conclusi ieri, martedì 5 marzo 2019, gli incontri pubblici nel quartiere Savena per spiegare la Carta Smeraldo. Il Savena è il primo quartiere della città a testare la card con microchip per aprire i nuovi cassonetti per la raccolta indifferenziata.
Dopo due anni di sperimentazione con il sistema a calotta (che spesso ha suscitato malumori e proteste da parte dei cittadini), è in arrivo un nuovo modello di cassonetto che si aprirà automaticamente, mentre il chip presente nella carta permetterà il riconoscimento dell’utente. Un primo passo verso l’introduzione della tariffa puntuale come previsto dalla legge regionale. I nuovi raccoglitori dell’indifferenziata saranno messi in strada progressivamente a partire dal 28 maggio 2019.
Protagonisti degli incontri pubblici i cittadini del quartiere ai quali da sabato 9 marzo verrà consegnata la nuova tessera. A illustrare il nuovo modello di raccolta una delegazione formata dall’assessore Alberto Aitini, dalla presidente del Quartiere Marzia Benassi e da alcuni rappresentati di Hera.
Il costo della bolletta varierà? Quanta capienza avranno i cassonetti? Cosa succederà a chi abbandona i rifiuti? Dove posso portare i rifiuti speciali piccoli? Qual è il metodo di calcolo puntuale applicato? Queste le tante domande che gli abitanti del Savena hanno posto durante le riunioni, esprimendo da un lato la volontà di partecipare al miglioramento della raccolta differenziata della città (il Savena è l’unico quartiere ad aver raggiunto 2018 il risultato del 62,7% di raccolta differenziata. La legge regionale fissa al 70% l’obiettivo per il Comune di Bologna nel 2020), ma dall’altro hanno mostrato molta preoccupazione per il possibile ripetersi di situazioni di degrado già viste durante l’uso del sistema a calotta: abbandono dei rifiuti vicino ai cassonetti e sporcizia.
Il Comune e Hera promettono azioni mirate, pensate appositamente per il quartiere Savena, che possano facilitare il passaggio alla Carta Smeraldo ed evitare situazioni spiacevoli per i cittadini. Per tutto il periodo di transizione si troveranno degli info point in giro per tutto il quartiere, con materiale informativo e personale pronto a rispondere a qualsiasi dubbio del cittadino. Insieme ai primi cassonetti, dal 20 maggio arriveranno anche due nuovi servizi: il primo riguarda la raccolta di piccoli ingombranti e piccole apparecchiature elettriche ed elettroniche che i cittadini potranno portare tre volte alla settimana in tre punti diversi del quartiere. La raccolta di questi materiali è prevista il lunedì dalle 7 alle 12 davanti alla sede del Quartiere Savena ,in via Faenza 4; il mercoledì dalle 14 alle 19 nel parcheggio del Cinema Fossolo, in via Lincoln 3; il sabato dalle 8 alle 12 davanti al centro commerciale San Ruffillo, in via Ponchielli 23. Il secondo servizio è una pulizia extra: un passaggio in più alla settimana per garantire la pulizia delle aree attorno ai cassonetti.
Infine l’ultima azione riguarda l’abbandono dei rifiuti: vicino le batterie dei cassonetti saranno presenti degli accertatori in borghese per sanzionare chi abbandona e sarà installato un sistema di video sorveglianza mobile intorno ai cassonetti.
Il metodo della raccolta puntuale che permetterà agli utenti intestatari di Tari di avere una riduzione sulla bolletta è ancora in fase di elaborazione e non partirà prima che le tessere saranno consegnate in tutta la città. In autunno la Carta Smeraldo sarà distribuita anche ai cittadini del centro storico, dove sarà anche rivisto il sistema di raccolta porta a porta e, un po’ alla volta, arriverà anche in tutti gli altri quartieri della città. La distribuzione si concluderà alla fine del 2021.
Questa volta lo sguardo di uno dei nostri cittadini giornalisti è sulla Nigeria, il suo paese d’origine…
Continuiamo la nostra carrellata di articoli dedicati alla raccolta dei rifiuti. Questa volta abbiamo raccolto il punto di vista di un altro dei nostri cittadini giornalisti: Benjamin Ojo. A lui abbiamo chiesto di raccontarci quello che accade nel suo paese di origine: la Nigeria.
Sentieri, strade, autostrade; ruscelli, fiumi, laghi; villaggi, paesi, città; piazze, campi, spiagge: in Nigeria nessun luogo viene risparmiato dall’abbandono indiscriminato dei rifiuti. E nessun tentativo di migliorare la situazione sembra destinato al successo. Almeno fino a quando non verranno introdotte valide alternative ai sistemi di smaltimento fai-da-te a cui devono ricorrere tanti nigeriani: i crepitanti falò (se c’è il sole), i lanci del pattume nei corsi d’acqua (se ha piovuto per qualche giorno) e le sortite notturne nei mercati deserti (se si vuole mimetizzare la propria immondizia con quella prodotta dagli ambulanti).
Manco dal mio Paese di origine da circa dieci anni, ma so che la situazione sta peggiorando. Del resto, basta leggere le statistiche per accorgersi che in Nigeria la produzione di spazzatura aumenta in progressione geometrica mentre la sua raccolta segue una semplice progressione aritmetica. Faccio un esempio: se alla periferia di Lagos vengono costruite cento case invece delle dieci previste, anche le forze messe in campo per la raccolta dovrebbero essere decuplicate. Ma ciò non accade quasi mai.
L’altra sera, mentre percorrevo via Murri a bordo di un autobus, mi è capitato di ripensare ai luoghi dove sono cresciuto. Mi sono tornati in mente tanti esempi di urbanizzazione incontrollata, di infrastrutture fatiscenti e di scarsa pianificazione. E mi sono intristito. Poi ho cominciato a contare i tanti cestini e cassonetti che vedevo fuori dai finestrini. E il mio umore è cambiato. Ma non per molto. Giusto il tempo di scendere alla mia fermata, perché anche a Bologna la raccolta dei rifiuti non è certo “roba da ridere”.
di Benjamin Ojo, con la collaborazione di Sergio Palladini
La foto è presa dal sito della National Public Radio, un’organizzazione indipendente no-profit che raccoglie oltre 900 stazioni radio statunitensi
Il Quartiere Savena da più di tre anni sta usando il sistema a calotta per la raccolta dei rifiuti. La Redazione Partecipata ha intervistato i cittadini per capire come sta andando questa sperimentazione…
Nel Quartiere Savena da più di tre anni si sta sperimentando un nuovo modo per incrementare la raccolta differenziata dei rifiuti: il sistema del conferimento a calotta per l’indifferenziata.
I vecchi cassonetti con lo sportello a pedale sono stati sostituiti da nuovi, con una piccola botola posizionata sulla parte superiore, che permette l’ingresso di sacchi da 20 o 22 litri (a misura delle pattumiere da sottolavello). Obiettivo è limitare la possibilità di conferire grandi quantitativi di rifiuto indifferenziato e incentivare la raccolta differenziata.
Questo modello, entro l’autunno del 2018, arriverà anche in tutti gli altri quartieri di Bologna, ad eccezione di alcune zone del centro storico. A differenza dei primi cassonetti sperimentati al Savena, i nuovi avranno un’applicazione con tessera che faciliterà l’apertura della calotta (ora si apre con una leva) e che in futuro servirà per identificare l’utente che conferisce l’indifferenziata.
Ma come sta andando questa sperimentazione in quartiere?
La Redazione Partecipata, armata di microfono, ha trascorso un pomeriggio tra via Bellaria, Via Sardegna e Via Calabria, raccogliendo pareri e voci dei cittadini.
Alcune signore si lamentano della pigrizia di molte persone, che abbandonano i loro rifiuti, troppo grandi per la calotta, di fianco ai cassonetti, altri hanno notato un crescente degrado e della sporcizia.
“Il Comune ha dovuto mettere in giro per il quartiere le trappole per i topi, perché da qualche tempo fanno capolino tra i rifiuti”, ci racconta una signora, mentre un’altra commenta: “bisognerebbe controllare e sanzionare le persone che non differenziano correttamente e che abbandonano i rifiuti. E’ una questione di educazione civica, e noi forse ancora non siamo pronti per questa novità”.
Nella zona del Cavedone 2 in via Genova, le cose vanno meglio, come racconta la voce di uno dei condomini: “da noi il sistema funziona. All’inizio è stato difficile, ci siamo dovuti abituare. Ora non troviamo più nulla fuori dai cassonetti. A parte qualche rifiuto ingombrante: ogni tanto arriva qualcuno con un camion a lasciare i rifiuti che però vengono puntualmente rimossi dall’Hera”.
Nella nostra passeggiata tra le strade del quartiere incontriamo un gruppo di 10 signore che stanno andando a fare la spesa in un alimentare della zona. Non sono italiane, ma vivono a Bologna da 15 anni. Hanno imparato subito come fare la raccolta differenziata, una novità per loro, e ora capita di discutere con chi non la fa bene.
“Una soluzione, dal mio punto di vista, potrebbe essere una recinzione intorno ai bidoni, dove per accedere bisogna usare il codice fiscale. Risolverebbe il problema dei topi, dei rifiuti abbandonati in strada e aiuterebbe a mantenere il quartiere pulito”, dice una ragazza ai microfoni della redazione.
Quasi tutte le cittadine e i cittadini che abbiamo incontrato hanno espresso malcontento e non pochi dubbi rispetto a questo modello di raccolta differenziata che, dal loro punto di vista, non ha portato ai risultati che tutti speravano.
Tra le voci raccolte c’è anche chi esce fuori dal coro: “io sono molto contenta per le calotte, spero che continui e che arrivi presto anche nelle altre zone della città. Secondo me è un sistema che funziona di più del porta a porta”.
Interviste a cura di Rita Roatti, Sergio Palladini e Giordana Alberti.
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