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Inclusione e accoglienza: la declinazione Caritas

 

Sabato 18 novembre la Caritas di Bologna organizza una “Passeggiata per le vie del Quartiere Savena alla scoperta dei luoghi di promozione dell’inclusione sociale dei poveri”. La camminata sarà composta da due percorsi diversi: uno blu con partenza da Casa Rodari alle 8.45 e uno rosso che partirà invece dalla Parrocchia di S. Teresa in via Fiacchi 6. Il percorso blu farà tappa anche a Villa Salus dove i cancelli si apriranno alla città per raccontare il progetto Salus Space.
L’arrivo è previsto per le 11.30 circa al Centro d’Ascolto S. Giovanni Bosco in via B.D. Dal Monte 14. Durante le visite ai luoghi e centri di inclusione e accoglienza saranno presenti volontari e operatori di ciascuna realtà che illustreranno le diverse attività svolte.

Sotto lo stesso titolo “nell’accoglienza e inclusione dei poveri il fondamento della pace” e sul medesimo tema, la Caritas ha organizzato un incontro sabato 11 novembre al Centro Due Madonne.
Ecco il racconto della nostra cittadina giornalista Rita Roatti.

Nella mattinata di oggi 11 novembre 2017, in una delle palestre della polisportiva Pontevecchio alle Due Madonne, si è tenuto un interessantissimo seminario organizzato dalla Caritas Diocesana bolognese dal titolo “Nell’accoglienza e inclusione dei poveri il fondamento della pace (come si vivono gli inserimenti e le accoglienze dell’umanità più debole nel territorio del Quartiere Savena)”.

Alla presenza delle autorità rappresentate dalla vicesindaco Marilena Pillati, che ha aperto i lavori e dalla presidente del Quartiere Savena Marzia Benassi, che ha fatto gli onori di casa, si sono alternati quattro formidabili relatori che, ognuno dal proprio campo d’azione, si sono confrontati sulla realtà dell’inclusione sociale nel nostro territorio.

Dino Cocchianella, direttore dell’istituzione per l’inclusione sociale Don Paolo Serra Zanetti, ci ha raccontato la sua visione d’inclusione degli “ultimi” attraverso la figura di don “Paolino”, del suo lascito morale e di come  sia cresciuto negli anni con l’arruolamento di un numero sempre più vasto di volontari disposti a condividerne l’azione caritatevole. Vien da sé che abbia poi raccontato lungamente del progetto della Salus Space e di come proprio con una azione congiunta tra Caritas, Comune di Bologna ed Europa, nel nostro territorio, stia per prendere vita un reale progetto d’inclusione rivolto a tutte le povertà.

Ma, se devo dire la verità, è con l’intervento di Matteo Marabini, presidente e fondatore dell’associazione “La Strada”, che ho messo a dura prova le mie contraddizioni di persona benpensante e, tutto sommato, lontana da quelle che sono le vere ragioni che muovono masse di disperati alla ricerca di pace e cibo. Dati alla mano, ha dissertato sulla situazione socio economica dei paesi così detti del terzo mondo e del loro lento e costante impoverimento, negli ultimi 50 anni, a causa del depredare continuo da parte dei così detti paesi occidentali. L’inevitabile e irrefrenabile marea umana che si sposta verso il nostro benessere altro non fa che venirsi a riprendere ciò che le abbiamo portato via. Menti illuminate di politici, che non esistono più, avevano previsto tutto questo fin dagli anni settanta ma nessuno li ha ascoltati. Ora questi visi disperati pungolano le nostre coscienze e, mettendoci davanti ad uno specchio, riflettono le nostra fragilità ma questo non è un male. Inutili saranno tutti i tentativi d’arginare queste masse se continueremo a tentare di risolvere il problema con inutili soluzioni (es. aiutiamoli a casa loro; meglio se restano sulle coste Libiche ecc…).

Quando, dopo l’intervento di Marabini, Carla Zoni, assistente sociale del Servizio Sociale di Comunità Savena, ha preso la parola per illustrare cosa stia facendo nella pratica di tutti i giorni il nostro Quartiere, è stato come se qualcosa mi ridestasse in modo violento da una forte suggestione e mi riportasse di botto coi piedi per terra.

Per ultima, ha preso la parola Elisabetta Cecchieri, responsabile area animazione Caritas Diocesana. Ci siamo tutti commossi nel sentirle raccontare un esperienza dal nome “Il the delle tre”. Durante questi incontri mensili che avvengono mettendosi in cerchio, lei ha raccolto le storie di persone disagiate, sole e povere provenienti da ogni dove che, raccontando le proprie esperienze di vita, si danno gli uni agli altri supportandosi e aiutandosi concretamente come possono e per quanto possono con piccoli gesti che a noi sembrano banali ma, per chi non ha nulla o è malato, significano calore e amore.

Questo desideravo riassumere in pochi e brevi paragrafi per far sapere a quale incontro di grande spessore morale ho, inaspettatamente, partecipato in un angolo remoto del mio vasto quartiere.
I miei ringraziamenti a Marzia Benassi.

Rita Roatti

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