Torna la nostra rubrica curata da Giovanna Lima, con “Candide o l’ottimismo”, testo pubblicato da Voltaire nel 1758. E’ la quinta proposta curata da una delle animatrici dei pomeriggi di “Lettura ad alta voce” organizzati dal Comitato Due Madonne. Il primo articolo è stato dedicato a Pirandello, il secondo a Guy De Maupassant, il terzo a Dino Buzzati il quarto a Stevenson.
I grandi della letteratura classica antica e moderna parlano alla nostra mente… Ascoltiamoli!
Titolo: “Candide (Candido) o l’ottimismo” L’autore: Francoise Marie Arouet = Voltaire (1694-1778) Testo: Gli atteggiamenti dell’Illuminismo trovano nell’autore il loro equilibrio e la loro espressione più geniale. Caratteristica dell’Illuminismo è una spiccata fede nei lumi della Ragione che avrebbe distrutto ogni oscurità del passato e aperto la via al progresso e alla felicità. Ma per Voltaire la natura è un orologio perfetto e ricorre all’idea di un Dio orologiaio necessario al mantenimento dell’ordine sociale: un essere creatore che guida, premia e punisce. In questo contesto pronuncia la famosa frase: “Se Dio non esistesse bisognerebbe inventarlo”. Trama ragionata del libro: Il Candide è un “Conte philosophique” in cui Voltaire mette alla berlina il detto del filosofo illuminista Leibniz, inguaribilmente ottimista, secondo cui “Il nostro è il migliore dei mondi possibili”. Le disavventure di Candido sono in netta contrapposizione con l’ottimismo leibniziano. Quello che esprime Candido è pessimismo ma non disperazione: non è disperato chi decide di adattarsi alla realtà quotidiana cioè di adottare quella morale che il libro esprime alla fine: “Lavoriamo senza ragionare troppo e questo è l’unico modo per rendere la vita sopportabile”.
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