Salus SpaceArchives

Nei prossimi mesi si deciderà il futuro di Villa Salus, che potrebbe essere demolita per lasciare spazio al nuovo. L’analisi che ha portato a queste conclusioni si è basata su approfondimenti tecnici avviati immediatamente nel novembre del 2016, non appena saputo che il progetto era stato selezionato dalla Unione Europea.

Lo studio ha evidenziato la necessità di un adeguamento sismico dell’intera struttura di sette piani, non compatibile con il budget a disposizione del progetto e con i tempi ristretti imposti dall’Unione Europea, considerato che il progetto deve avere una durata massima di soli tre anni, nei quali bisogna includere la progettazione, la realizzazione e l’avvio delle attività. Solo l’adeguamento sismico richiederebbe, infatti, oltre a maggiori fondi, anche molti mesi per eseguire i rilievi strutturali e l’estesa campagna di indagini e di prove su tutto l’edificio, causando gravi ritardi al progetto e compromettendone quindi il finanziamento europeo. Inoltre, alcuni piani della struttura attualmente esistente non consentirebbero la permanenza di persone, in quanto non conformi alle normative acustiche. Anche dal punto di vista energetico l’edificio presenta la necessità di un pesante intervento di riqualificazione.

A complicare la situazione, nel frattempo in Italia è cambiata la normativa relativa agli appalti pubblici, con l’introduzione del codice unico degli appalti, che renderà più complessi e onerosi i procedimenti per l’affidamento dei lavori e dei servizi, allungandone i tempi.

Alla luce di questi cambiamenti, il Comune di Bologna ha dovuto avviare una richiesta di revisione del progetto al Segretariato UIA. La modifica prevede la demolizione dell’edificio principale, che non è sottoposto ad alcun vincolo della Soprintendenza, e la successiva costruzione di un nuovo immobile di dimensioni più contenute e adeguate alle esigenze progettuali, mentre l’edificio accessorio verrà mantenuto e sarà oggetto di un intervento di manutenzione straordinaria.

Il progetto revisionato permetterebbe quindi di ridurre i tempi di realizzazione e i costi di gestione della struttura, e consentirebbe inoltre una ottimale distribuzione delle attività, migliorando la compatibilità e l’integrazione tra le varie funzioni di Salus Space.

Sarà giovedì 18 maggio il prossimo incontro per le attività di valutazione partecipata del Progetto Salus Space. Il primo appuntamento si è svolto giovedì 27 aprile. Presenti cittadine e cittadini  del Quartiere Savena e dei quartieri limitrofi che saranno i protagonisti dei tre Gruppi Integrati di Valutazione. Abbiamo spiegato il ruolo della valutazione partecipata, le sue regole e le attività che andremo a svolgere insieme nei prossimi mesi, cominciando anche a porci alcune domande.
Il prossimo incontro sarà dedicato alla formazione e al lavoro di gruppo per stabilire come raccogliere le informazioni utili (metodologie e strumenti) per la valutazione. Chiunque volesse partecipare, i gruppi sono aperti.
Vi aspettiamo al secondo incontro, giovedì 18 maggio alle ore 18 presso la Dacia in via Lincoln 22/3. Chi ci  accompagnerà in questo percorso potrà scegliere uno tra i tre benefit che abbiamo previsto per i partecipanti: due City Pass, una Card Musei Metropolitani o un buono da spendere presso una libreria.
Per info: valutazione@saluspace.eu

La Redazione partecipata Salus Space si incontrerà mercoledì 17 alle 18 alla Dacia per il terzo incontro. Stiamo già, come potete leggere…, lavorando su articoli e idee di articoli per il futuro. Staimo realizzando interviste per presentare in maniera approfondita il processo in corso per arrivare alla realizzazione di Salus Space, ma anche per raccontare il territorio protagonista del nostro progetto.

Per info: redazione@saluspace.eu

 

A Villa Salus sono cominciate le pulizie di primavera! La Associazione di volontariato provinciale della Nigeria El Ihsan, già impegnata in azioni di ripristino della vivibilità e della pulizia in aree cittadine degradate o abbandonate, sta ripulendo gratuitamente l’area di Villa Salus sotto la supervisione del Comune di Bologna. Nell’opera di pulizia è compresa anche la rimozione dei rifiuti.

L’associazione è già protagonista di un patto di collaborazione con il Comune, insieme all’Associazione Planimetrie Culturali, per il contrasto al degrado cittadino.

Erano almeno un centinaio gli abitanti che hanno riempito la sala del Centro Sociale la Dacia mercoledì 5 aprile per il primo incontro di presentazione del nostro progetto. Un pubblico molto attento, interessato ad approfondire le informazioni ricevute, determinato a seguire il processo che porterà all’apertura di Salus Space nell’ottobre del 2019, ma anche e soprattutto a parteciparvi. Tra loro anziani che vivono in quartiere da decenni, giovani incuriositi dalla novità in arrivo, rappresentanti di associazioni del territorio, alcuni consiglieri di Quartiere, oltre alla Presidente Marzia Benassi.

In apertura la proiezione del video che mostra l’interno di Villa Salus, girato durante il sopralluogo avvenuto nello scorso autunno

Poi, con l’aiuto di alcune slide, i diversi partner hanno presentato l’idea complessiva, i dettagli sull’area abitativa (26 appartamenti per 80 persone più 20 nella futura struttura ricettiva), le ragioni che hanno spinto a presentare a Bruxelles la proposta di abbattere Villa Salus per costruire nuove strutture.

Su questo si sono susseguite le prime domande dei cittadini, alcuni legati alla memoria storica dell’edificio e decisi a sostenere la necessità di mantenerla in vita. La risposta è stata concentrata su dati oggettivi: nessun vincolo della Soprintendenza, piano interrato e primo piano con soffitto troppo basso per uso abitativo, problemi di insonorizzazione per gli ultimi due piani, soffitti sui 4 metri per gli altri, con cubature difficilmente riscaldabili. E ancora un adeguamento sismico che costringe a una spesa superiore al budget a disposizione.

Superato questo tema, la discussione si è spostata sulla preoccupazione dì creare un ghetto, sulla necessità di avere una gestione attenta al comportamento degli ospiti. Un punto centrale è stato individuato nella sostenibilità economica di Salus Space dopo i tre anni finanziati. Perchè i costi non debbano ricadere sulle casse pubbliche.

Molte osservazioni sono state accolte, i partner hanno ribadito che il percorso proseguirà con i cittadini, che avranno la possibilità di contribuire con le loro idee agli step che abbiamo davanti. Tre le aree aperte alla loro partecipazione: una legata all’organizzazione degli eventi e alle relazioni da costruire e favorire tra Salus Space e territorio, una legata alla creazione di un gruppo di valutazione e infine la partecipazione alla Redazione partecipata.

Per questa c’è già il primo appuntamento. Mercoledì 12 aprile, ancora alla Dacia. Vi aspettiamo!

 

Per ora nulla, ma molto sta accadendo intorno a Salus Space.

Prima di tutto un gruppo di tecnici sta valutando la soluzione migliore tra la ristrutturazione del vecchio stabile e il suo abbattimento e sostituzione con una nuova struttura. Questa ipotesi è presa in considerazione soprattutto per i costi che la messa a norma in materia di prevenzione rischio sismico farebbero gravare sulla riqualificazione della villa così come è oggi.

Nel frattempo i partner stanno lavorando insieme, attraverso un percorso partecipato, alla messa a fuoco del progetto complessivo. Si stanno immaginando gli spazi necessari per ogni attività, le relazioni che possono essere favorite dalla loro collocazione; si analizza ogni possibile declinazione e scelta, mettendo il fuoco su punti di forza e punti di debolezza. Riuniti in tavoli tematici, si discute e ci si confronta, le idee nascono e si precisano partendo dalle competenze e dalla creatività di ciascuno dei partecipanti.

Già da febbraio è cominciata un’ ampia mappatura del territorio, con la collaborazione del Quartiere Savena, per conoscere tutte le realtà attive nella zona e nello stesso tempo raccontare ciò che sta accadendo e accadrà in quella che era Villa Salus e che diventerà Salus Space. Stiamo incontrando le istituzioni, le associazioni, le strutture di accoglienza, i gruppi di cittadini attivi, gli abitanti che si sono raccolti in comitato…  tutti coloro che possono aiutarci ad avere un quadro completo della vita in questa parte di città e in un certo senso presentarci a loro.

Intrecciando le idee che nascono nel lavoro di co-progettazione tra partner e quelle che catturiamo incontrando gli abitanti stiamo iniziando ad immaginare una serie di iniziative che si terranno tra primavera ed estate 2017 nel parco di Salus Space. Se le strutture ancora non saranno agibili, lo sarà invece lo spazio verde attorno. E’ ancora troppo presto però per darvi anticipazioni…

Al lavoro già anche il gruppo di valutazione, che sta spiegando a tutti i partner come procedere al passo con quanto previsto dal progetto, come organizzare e programmare il lavoro considerando gli obiettivi previsti, scaglionati tra 2016 e 2019. Il gruppo di valutazione è aperto alla partecipazione dei cittadini, che potranno monitorare insieme ai tecnici esperti il lavoro che si sta sviluppando sul campo.

Forse ci stiamo dimenticando qualcosa, ma avremo modo di tenervi sempre aggiornati…

Se siete curiosi e volete informazioni, ecco i contatti a cui rivolgervi:

info@saluspace.eu (per informazioni sul progetto complessivo)

percorsopartecipato@saluspace.eu (per informazioni sul coinvolgimento dei cittadini)

redazione@saluspace.eu  (per partecipare alla redazione partecipata)

valutazione@saluspace.eu (per partecipare al gruppo di valutazione)

 

Villa Salus si sta trasformando in Salus Space. Ma Villa Salus non si è sempre chiamata così, il nome lo prese nel 1950 quando il corpo dell’edificio venne stravolto per diventare una struttura ospedaliera.

Prima, ma molto prima, si chiamava Villa Monti e venne acquistata nel 1822 dal fratello di Napoleone, Luciano Bonaparte, che ci visse per alcuni anni con la moglie e i dieci figli. Ce lo racconta  il sito dell’Archivio di Stato di Bologna.

Villa Monti anni 30

In quell’anno Luciano, che spesso litigava con il fratello, si era trasferito a Bologna da Roma, dove papa Pio VII gli aveva assegnato il titolo di principe di Canino. La villa venne venduta da Cesare Bianchetti, era stata costruita nel Settecento per volere di Antonio Felice Monti, luogotenente dell’esercito di Luigi XVI. Era bellissima, circondata da un parco ricco di alberi e di statue.

A Villa Monti la famiglia Bonaparte riceveva l’alta società cittadina e allestiva nel piccolo teatro interno commedie in francese, spesso composte dallo stesso fratello di Napoleone. Gli aristocratici bolognesi conservarono tuttavia una certa diffidenza verso gli avventurieri Bonaparte, e la figliastra di Luciano, morto il marito, entrò in contrasto con gli Hercolani, con cui era imparentata, per questioni ereditarie. Quando nel 1835 Luciano, eclettico intellettuale, si allontanò da Bologna per tornare a concentrarsi sui suoi scavi archeologici nel territorio laziale, rivendette quella che era stata la sua residenza ai Malvezzi.

Dopo l’Unità cominciò l’inarrestabile declino della villa. Saccheggiata dagli austriaci in ritirata da Bologna nel 1859, fu poi rovinata dai bombardamenti che nel 1944 colpirono la zona circostante e in particolare il parco. Nel 1950 avvenne la trasformazione in struttura ospedaliera e il suo ampiamento, ottenuto snaturando la struttura originaria.

Venne infine acquistata nel 2005 dal Comune di Bologna, con una permuta di terreni all’ex mercato ortofrutticolo, con l’obiettivo di ospitare 150 persone, una parte delle famiglie rumene che avevao occupato l’ex Ferrhotel. Venne abbandonata nel 2007.

Foto Archivio di Stato Bologna

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