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L’associazione di volontari Il Giglio offre assistenza infermieristica con passione e generosità. Michela Tura, cittadina del Quartiere Savena, ha dedicato queste righe all’esperienza così importante per il territorio:

volontaria Ass Il Giglio

Queste poche righe per congratularmi e ringraziare di vero cuore l’ideatore e le persone di supporto che hanno contribuito a realizzare, e lo fanno camminare giorno dopo giorno, un progetto utilissimo per la collettività del quartiere Savena, soprattutto a livello pratico, ma anche psicologico.
Mi riferisco all’associazione “Il Giglio” di via Carlo Carli, costituita interamente da infermiere professionali e da assistenti, tutti volontari che, a turno, si prestano a fare iniezioni, misurare la pressione e molto altro per due ore tutte le mattine, dal lunedì al venerdì, addirittura fino circa al 20 di luglio, quando in città non si trova più nessuno.

Voglio esprimere la mia gratitudine raccontando la mia esperienza: dallo scorso aprile fino a luglio, quindi anche durante il torrido periodo estivo, ho avuto bisogno di un ciclo mensile di iniezioni, di cui alcune anche abbastanza brigose. Non solo i volontari mi hanno offerto assistenza in maniera gratuita, ma soprattutto mi sono state di grande aiuto la competenza e la gentilezza con cui sono stata accolta nei miei periodici appuntamenti e supportata nei miei dubbi e nelle mie paure.

Tutta la mia ammirazione, quindi, al personale del Giglio che col suo impegno allevia e risolve le preoccupazioni di tante persone di questo quartiere. Questo vuol dire partecipazione!

Mi auguro che questa associazione venga presa ad esempio e copiata da altri quartieri della nostra città.
Michela Tura

 

Giordana, una delle nostre cittadine redattrici, con un gruppo di volontari scende spesso in strada munita di pinza e sacchetto per la differenziata per raccogliere i rifiuti che le persone lasciano vicino ai cassonetti. Ha una bella pettorina verde che chiede a gran voce nuovi volontari che possano aiutarla.  A breve vi racconteremo di più su questa iniziativa, intanto ecco la mail di Giordana per chi volesse unirsi al gruppo: gio16conda@gmail.com.

Rita, invece, insieme al Comitato Due Madonne ogni giovedì organizza, in collaborazione con Hera, un punto di raccolta rifiuti “Piccoli ma Pericolosi”. E’ passato già qualche anno dalla prima sperimentazione al Quartiere Savena di Bologna della raccolta indifferenziata con il sistema a calotta, e le due cittadine vogliono esprimere il loro punto di vista su questo nuovo modello di raccolta dei rifiuti, che entro la fine dell’autunno sarà esteso anche agli altri quartieri della città. Ecco cosa scrivono

 

A febbraio di quest’anno saranno trascorsi quasi tre anni da quando entrò in funzione, nel quartiere Savena, la così detta “Implementazione del sistema a calotta” che prevedeva la limitazione, presso le Isole Ecologiche Stradali, di rifiuti indifferenziati tramite una dispositivo meccanico (calotta) che ne limitasse la portata a circa 22 litri.

Questi erano gli scopi che si prefiggeva Hera attuando questo nuovo sistema:

– Migliorare la qualità e la quantità della raccolta differenziata.
– Far percepire al cittadino, con una limitazione al conferimento, che il rifiuto non differenziabile è minimo
– In un secondo tempo, predisporre l’identificazione dell’utente per arrivare ad una “raccolta puntuale”.

Per spiegare ai cittadini del quartiere tutto ciò, Hera s’impegnò molto con assemblee pubbliche su tutto il territorio, consegnando a domicilio un kit (lettera alle utenze, opuscolo informativo, il Rifiutologo, Ecoborsa di supporto ai cittadini per differenziare in casa) e utilizzando le associazioni di vicinato in supporto agli info-point.
Il Comitato Due Madonne, di cui faccio parte, partecipò alla campagna informativa col suo gruppo di volontari, già attivi nella raccolta “Piccoli ma Pericolosi”.
A distanza di tre anni bisogna ammettere che, malgrado gli sforzi di Hera per implementare la raccolta differenziata, il sistema a “calotta” ha messo a nudo alcuni aspetti del malcostume popolare. Molti cittadini non si sono adeguati a buttare sacchetti di piccole dimensioni nei cassonetti grigi, abbandonano i loro abbondanti rifiuti, non ben differenziati, di fianco alle calotte o gettandoli direttamente nei cassonetti adibiti alla raccolta di carta, plastica e umido inquinandoli. L’immediata conseguenza è il formarsi di un visibile degrado intorno ai cassonetti con la presenza indesiderata di visitatori poco amati: i topi.
La conclusione che ne traggo è la seguente: forse, prima di mettere alla prova cittadini abituati ad un uso irresponsabile delle isole ecologiche stradali, sarebbe stato meglio educarli con un metodo, secondo me, molto efficace: chi non differenzia paghi di più mentre  chi, virtuosamente s’impegna a differenziare, venga premiato.
Rita Roatti

Lo scorso 16 gennaio ho incontrato la Consigliera del Quartiere Savena Giorgia Resca con la quale ho approfondito il tema “calotte”, e con lei ho espresso il mio personale punto di vista: è importante promuovere educazione civica (non una tantum), organizzando in collaborazione con Hera progetti per le scuole di ogni ordine e grado. Importante è il coinvolgimento delle associazioni per rivitalizzare l’orgoglio di un quartiere rispettoso dell’ambiente e di coloro che ci vivono.


Durante la raccolta “Piccoli ma Pericolosi” che si svolge il giovedì mattina in via Carli, nella sede della Polisportiva Pontevecchio, ho comunicato all’ingegnere dell’Hera Marco Mattioli che, nonostante i dati dicano che la raccolta differenziata sia in leggera crescita, percorrendo a piedi le strade nei pressi delle isole ecologiche (dove non in tutte esiste campana per raccolta vetro e lattine…), c’è degrado pauroso che alimenta ratti e cattivi odori. Credo che visite organizzate di gruppi di cittadini e di scolaresche ad Hera per vedere la filiera di smaltimento rifiuti, potrà senz’altro sensibilizzare la cittadinanza ad un rispetto più rigoroso.  Inoltre sarebbe utile dei cartelloni informativi in più lingue vicino le isole ecologiche e sanzioni per i trasgressori potrebbero essere dei deterrenti.
Giordana Alberti

 

 

 

 

Nel nostro blog vogliamo dare voce alle realtà attive nel territorio, per conoscerle e farle conoscere e per diffondere le buone pratiche. Abbiamo ricevuto questo articolo dai volontari della parrocchia Nostra Signora della Fiducia, che ringraziamo…

“Compitando”, gerundio del verbo compitare: leggere lentamente, distinguendo e pronunciando separatamente i vari suoni da cui sono formate le parole, procedere a piccoli passi alla conquista delle parole e dei loro segreti.

“ Compitando “ è anche il nome del doposcuola che da 12 anni svolge la sua attività presso la nostra parrocchia, Nostra Signora della Fiducia , accogliendo “i ragazzi di tanti colori” che hanno bisogno di essere presi per mano e aiutati a compiere quei piccoli passi.

L’obiettivo principale di Compitando è infatti quello di offrire un sostegno ai bambini che hanno difficoltà di apprendimento e di inserimento scolastico prendendosene cura in modo individualizzato. Questa attività prevede la collaborazione con gli insegnanti , con le istituzioni del quartiere e , questione della massima importanza , il coinvolgimento delle famiglie, in particolare quando si tratta di famiglie di immigrati. E partendo da questa necessità di coinvolgimento delle famiglie, i volontari di Compitando sono andati un passo oltre e hanno voluto che il doposcuola diventasse anche luogo di accoglienza, di conoscenza, di amicizia , di svago. Ed ecco allora i pomeriggi di festa, con la condivisione di dolci e specialità tipiche dei vari paesi, con giochi collettivi e proiezioni di film.

Con l’intento poi di consolidare l’amicizia tra i ragazzi che frequentano il doposcuola, si è pensato di proporre una attività teatrale, con la convinzione per altro che questa attività sia loro utile per acquisire una maggiore autostima e consapevolezza di sé e aiuti nella comunicazione a scuola e nei rapporti sociali. I ragazzi hanno aderito con entusiasmo: il primo spettacolo si è tenuto nel teatro sotto la Chiesa nel maggio del 2015 ed è stata un’esperienza emozionante che , da allora , si ripete ogni anno.

In questi anni il doposcuola è cresciuto nei numeri: ad oggi ci sono 48 bambini e 40 volontari. Il numero di questi ultimi è stato di recente incrementato dalla collaborazione con la parrocchia del Corpus Domini, che ha apprezzato l’intento con cui Compitando opera ed ha voluto esserne parte.

Della utilità , della valenza e della concretezza di questa esperienza i volontari di Compitando si sono convinti nel corso di questi anni confortati dall’evoluzione positiva di molte situazioni che apparivano di difficile soluzione: molti dei primi bambini che sono stati accolti , oggi proseguono gli studi alle scuole superiori con profitto e ancora oggi non fanno mancare al doposcuola il loro affetto. In un periodo in cui la dispersione scolastica sta diventando un vero problema sociale, Compitando dà il suo piccolo contributo per limitarlo.

L’ultima considerazione: lavorare come volontario per Compitando è sì donare tempo e impegno, ma è anche arricchirsi umanamente, culturalmente, affettivamente : tanto si può ricevere dall’incontro con questi ragazzi, con le loro famiglie, con le loro storie.

I Volontari di Compitando

Nasiru e due volontari dell’associazione nigeriana El Ihsan ci hanno accolti all’ingresso di Villa Salus. Per festeggiare la nostra visita hanno preparato del classico tè verde africano, da accompagnare con pane arabo fatto in casa e con dolcissimi datteri tunisini. In un angolo del giardino hanno acceso un piccolo fuoco, dove sistemano la teiera per il nostro tè.
Dopo la colazione abbiamo iniziato la nostra intervista a Nasiru, mentre i ragazzi che sono con lui si rimettevano al lavoro. “Oggi bisogna svuotare l’ultimo piano dagli impianti di riscaldamento”, ci ha spiegato, “e ripulirlo da tutti i nidi che i piccioni hanno costruito durante questi anni”.

Nasiru Ahiani è il presidente dell’associazione Nigeriana El Ihsan, che si sta occupando di svuotare e ripulire Villa Salus, in modo del tutto gratuito e volontario. L’associazione è formata da circa 150 volontari, a un mese dall’inizio dell’intervento, ha sottoscritto un Patto di Collaborazione con il Comune di Bologna per prendersi cura dell’area. El Ihsan è protagonista di un altro patto per la cura di aree abbandonate della città. “Questo è il nostro modo per combattere degrado, violenza e illegalità”, conclude Nasiru.
Via Malvezza è attraversata da furgoni carichi di materiali, rifiuti e attrezzi che l’associazione trasporta alle stazioni ecologiche per la raccolta differenziata. 

“Abbiamo già fatto più o meno 20 viaggi per portare via tutti i materiali. L’obiettivo è differenziare il più possibile e il resto consegnarlo direttamente per lo smaltimento. Questo ci permette anche di insegnare un valore fondamentale sopratutto a più giovani dell’ associazione: l’idea del riuso. Un ragazzo che viene coinvolto nella rigenerazione urbana di un luogo e che quindi sperimenta anche la fatica della differenziata sarà il primo a farla anche a casa sua”. Trasmettere il senso civico della raccolta differenziata è uno degli obiettivi dell’associazione: “noi lavoriamo sopratutto con le seconde generazioni, ovvero ragazzi e ragazze di origine straniera che però sono nati in Italia, cercando di coinvolgerli nella vita attiva dell’associazione e della comunità dove vivono. Lavorare in un posto come Villa Salus ci sembra un ottimo strumento per trasmettere loro i valori di inclusione e accoglienza”.

Non tutti i materiali che sono stati ritrovati all’interno di Villa Salus saranno smaltiti o differenziati. Alcuni mobili o oggetti d’epoca e di arredo potranno essere usati nel nuovo spazio rigenerato: Salus Space. “Nel giardino della villa ci sono dei lampioni degli anni 40 – racconta Nasiru – quelli saranno conservati per essere usati poi quando questo luogo nascerà di nuovo e sarà restituito alla cittadinanza e al quartiere”.

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