sostenibilità

Ogni attività, ogni progettazione a Salus Space è declinata dal punto di vista della sostenibilità ambientale ed economica.
Il progetto urbanistico è stato sviluppato con grande attenzione ai temi ambientali sia per quanto riguarda l’energia (ovvero la riduzione dei consumi energetici di tutti gli edifici) che il risparmio idrico (cioè il riutilizzo dell’acqua piovana con cisterne interrate per l’irrigazione delle aree verdi).
La struttura principale, destinata agli alloggi, è stata realizzata in legno, con l’uso di materiali ecocompatibili e a basso impatto ambientale. È dotata di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica e di collettori solari per la produzione di acqua calda. Tra gli accorgimenti che caratterizzano l’intervento, il tetto ricoperto parzialmente di vegetazione, l’uso di schermature solari per la protezione e l’isolamento termico degli edifici, l’assenza di barriere architettoniche. Grande attenzione è stata posta alla permeabilità dei suoli, elemento importante per abbassare l’effetto “isola di calore”.
La comunità si pone come obiettivo la riduzione dei rifiuti prodotti fino a raggiungere l’obiettivo “rifiuti zero” ed è già stato realizzato nell’area degli orti l’angolo per il compost


L’orticoltura ha un ruolo centrale a Salus Space. C’è un orto comunitario, alcuni appezzamenti coltivati da singoli abitanti, ma più in generale ci sono progetti di coltura acquaponica e idroponica, angoli di biodiversità e un biolago di 50 metri quadri, un bacino per l’irrigazione per la raccolta dell’acqua piovana e del pozzo, abitato da piante acquatiche e palustri e da pesci, non a scopo alimentare.
Fa parte di questa attenzione trasversale alla sostenibilità anche Emporium Salus, l’emporio che offre prodotti alimentari e artigianali del territorio, con un’attenzione costante alla riduzione dei rifiuti, scegliendo sempre dove possibile la formula “sfuso”.
Il progetto nasce fin dall’inizio con l’obiettivo di autosostenersi, deve essere cioè sostenibile economicamente e non dipendere da contributi pubblici. Per questo fa leva su un piano economico finanziario che tiene conto di entrate, attività e costi di gestione. La totale autonomia andrà raggiunta a conclusione della fase di sperimentazione (2021-2022) facendo leva sulle attività che consentono al gestore (ATS) di rientrare dei costi e avere degli utili da reinvestire nella comunità. Le entrate vengono dai contributi per le abitazioni, dall’attività ricettiva, dal punto ristoro e dall’emporio, dagli eventi culturali, dai laboratori, dall’affitto delle postazioni di coworking e dalle sale per convegni.