Giovedì 13 giugno alle 21.30 a Salus Space, nello spazio della gradinata, ci sarà uno spettacolo di danza a cura di DNA-Associazione culturale DaNzA, nell’ambito di Tandem.
Ecco i materiali descrittivi che ci ha inviato l’associazione.
DNA è una compagnia bolognese che dal 2013 si occupa di produzione artistica, formazione e progetti di comunità, sotto la direzione artistica di Elisa Pagani.
TANDEM – Training Art Network for Dance Education and Movement è un percorso di formazione professionale ideato da DNA in collaborazione con il DAMS di Bologna e Mediagrammi e.V. di Berlino, sostenuto dall’Unione Europea nell’ambito del programma ERASMUS+ 2021-2027, che unisce produzione artistica, formazione accademica, esperienza lavorativa e acquisizione di nuove competenze digitali applicate alle arti performative, con lo scopo di formare danzatori professionisti che abbiano una preparazione artistica e fisica di alta qualità, spessore culturale, esperienza immediata della vita lavorativa di un danzatore e competenze innovative, fornendo una visione completa della professione del danzatore contemporaneo.
TANDEM
Direzione Artistica: Elisa Pagani
Direttrice Prove: Chiara Merolla
Con: Alessia Fughelli, Alessia Lombardi, Arianna Terreno, Deborah Dozzi, Federica De Filippi, Francesca Russo, Gaia Stacchini, Marianna De Vito, Marta Bonera
presenta
– PRACTICE INA
Coreografie: Sharon Fridman, con la collaborazione di Tomer Navot
Assistente alla coreografia: Tomer Navot
INA è la pratica creata da Sharon Fridman, basata su una specifica ricerca sull’equilibrio corporeo e le sue variazioni, e sul potenziale che si nasconde nella connessione tra i corpi, sviluppando una raffinata sensibilità alla gravità e al tatto. Il focus di questo linguaggio si trova nel concetto di gravità, con lo scopo di indagarne i suoi aspetti più inesplorati. Il movimento implica inoltre l’espressione energetica che forgia i corpi, la trasmissione di un elemento con cui è stato precedentemente in contatto… Il modo in cui ci muoviamo è l’espressione diretta di cosa succede dentro di noi, in funzione di un bisogno interiore e irreversibile.
– PER PRIMO, IL MIO NOME
Coreografie: Elisa Pagani
Interrogandosi sulla condizione dei migranti, sul distacco dalle radici e la ricerca di una nuova terra e della salvezza, la coreografia guarda con delicata speranza l’umanità, in un momento di perdita dello spirito, del potere e del senso di comunità.