Bevendo champagne coi morti

E’ il titolo dello spettacolo che andrà in scena nella piazza di Salus Space martedì 13 maggio alle h.19. Con questo appuntamento si chiude il percorso di teatro, Quartieri Teatrali, curato dai Cantieri Meticci e svolto per tutta la stagione nel centro studi di Salus.

Bevendo champagne con i morti è liberamente tratto da Bevendo il te con i morti di Chandra Livia Candiani.

In scena: Kat Amaroli, Giancarlo Biasini, Marco Cottignoli, Margherita de’ Longhi, Elena Iotti, Joumana Maana, Marco Morara, Mario Poerio, Jacopo Santoro, Alice Tocci.

Musiche originali: Giancarlo Biasini (trombone) e Jacopo Santoro (tastiera)

Consulenza alla drammaturgia: Dott.ssa Silvana Miniaci

Assistente alla regia: Agnese Cancellieri

Regia: Anna Luigia Autiero

Ingresso gratuito

 

La relazione con gli andati via non ha fine neppure dopo che hanno superato i tornelli dell’aldilà, questo Chandra ci dona.
(i suoi versi sono stati anche usati per la formazione degli operatori di un hospice).

Vivian Lamarque

 

Cosa fanno i morti quando nessuno li vede?

Quando di notte al buio tutti dormono?

Quando le nostre case si riempiono della loro presenza?

In scena morti, ma più vivi dei vivi, che verso sera siedono sui fili della luce, abitano la noia della casa. Morti che hanno paura di vivere ma vivono, si alzano di notte, rassettano la terra, cambiano l’acqua ai fiori delle tombe, siedono a guardare le stelle, bussano ai vetri avendo per alfabeto la neve. Come ospiti gentili si infilano nelle pieghe del silenzio, si fanno tradurre dai canti degli uccelli e senza indirizzo, passeggiano in cerca dell’incompiuta musica umana.

Lo spettacolo vedrà in scena anche i mobili della vecchia Villa Salus in cui dal 1949 lavorò il prof. Oscar Scaglietti. I mobili sono ora custoditi nel Centro Studi di Villa Salus i cui spazi sono protagonisti negli ultimi anni di Quartieri Teatrali.
Il gruppo di partecipanti si è preparato ed esercitato lavorando sul ritmo, sul corpo e sui versi poetici, esplorando lo spazio come possibilità aperta alla creazione.

Lievi le mani della poesia intorno alla morte, lievi. E’ proprio la parola poetica ad aprire lo sguardo dei vivi sui morti e come inquilini di uno stesso condominio, assieme brinderanno tra un narrare interdetto e tra chi sottilmente tace.