Salus SpaceArchives

Questo blog avrà il compito di raccontare la storia di Salus Space: un progetto, un’idea, un processo che ci condurrà verso la rigenerazione di uno spazio, abbandonato da tempo, che diventerà un luogo di benessere, accoglienza e inclusione attiva.

Tutti i cittadini e le cittadine che condividono con noi gli obiettivi del progetto possono prendere parte alla Redazione partecipata Salus Space che racconterà passo dopo passo il lavoro dei 17 partner coinvolti, il processo partecipato che condurrà alla messa a fuoco precisa e dettagliata di quello che sarà Salus Space quando aprirà i battenti nell’autunno del 2019, gli eventi che verranno organizzati nell’area già a partire dall’estate del 2017, le sinergie che si svilupperanno tra il territorio e il gruppo che già è al lavoro.

SaluSpaceStory, grazie all’apporto dei cittadini redattori che vorranno contribuire al lavoro della redazione, racconterà anche il quartiere in cui ci troviamo: le associazioni e i comitati di cittadini che lo animano, la sua storia e le sue trasformazioni, gli aspetti più nascosti e quelli da scoprire, le opportunità e gli appuntamenti più interessanti. Ma anche i problemi con cui gli abitanti devono fare i conti.

Il nostro blog potrà diventare per gli abitanti della zona, per i cittadini di Bologna, per i lettori di tutta Europa, lo strumento per conoscere tutto quello che sta accadendo e accadrà in Salus Space, un punto di riferimento per scoprire o riscoprire il territorio.

Vorremmo raggiungere anche un terzo obiettivo: riuscire a creare nuove sinergie e connessioni tra persone e realtà che lavorano vicino senza conoscersi, condividendo valori e finalità. Raccontare, informare, scoprire, approfondire. Insieme ai cittadini, alle cittadine, agli ospiti futuri di Salus Space, ai partner del progetto. A tutti coloro che vogliono accogliere la sfida.

Per contatti e info: redazione@saluspace.eu

Nella foto un’immagine scattata durante una tappa del percorso partecipato interno ai partner del progetto

 

Per ora nulla, ma molto sta accadendo intorno a Salus Space.

Prima di tutto un gruppo di tecnici sta valutando la soluzione migliore tra la ristrutturazione del vecchio stabile e il suo abbattimento e sostituzione con una nuova struttura. Questa ipotesi è presa in considerazione soprattutto per i costi che la messa a norma in materia di prevenzione rischio sismico farebbero gravare sulla riqualificazione della villa così come è oggi.

Nel frattempo i partner stanno lavorando insieme, attraverso un percorso partecipato, alla messa a fuoco del progetto complessivo. Si stanno immaginando gli spazi necessari per ogni attività, le relazioni che possono essere favorite dalla loro collocazione; si analizza ogni possibile declinazione e scelta, mettendo il fuoco su punti di forza e punti di debolezza. Riuniti in tavoli tematici, si discute e ci si confronta, le idee nascono e si precisano partendo dalle competenze e dalla creatività di ciascuno dei partecipanti.

Già da febbraio è cominciata un’ ampia mappatura del territorio, con la collaborazione del Quartiere Savena, per conoscere tutte le realtà attive nella zona e nello stesso tempo raccontare ciò che sta accadendo e accadrà in quella che era Villa Salus e che diventerà Salus Space. Stiamo incontrando le istituzioni, le associazioni, le strutture di accoglienza, i gruppi di cittadini attivi, gli abitanti che si sono raccolti in comitato…  tutti coloro che possono aiutarci ad avere un quadro completo della vita in questa parte di città e in un certo senso presentarci a loro.

Intrecciando le idee che nascono nel lavoro di co-progettazione tra partner e quelle che catturiamo incontrando gli abitanti stiamo iniziando ad immaginare una serie di iniziative che si terranno tra primavera ed estate 2017 nel parco di Salus Space. Se le strutture ancora non saranno agibili, lo sarà invece lo spazio verde attorno. E’ ancora troppo presto però per darvi anticipazioni…

Al lavoro già anche il gruppo di valutazione, che sta spiegando a tutti i partner come procedere al passo con quanto previsto dal progetto, come organizzare e programmare il lavoro considerando gli obiettivi previsti, scaglionati tra 2016 e 2019. Il gruppo di valutazione è aperto alla partecipazione dei cittadini, che potranno monitorare insieme ai tecnici esperti il lavoro che si sta sviluppando sul campo.

Forse ci stiamo dimenticando qualcosa, ma avremo modo di tenervi sempre aggiornati…

Se siete curiosi e volete informazioni, ecco i contatti a cui rivolgervi:

info@saluspace.eu (per informazioni sul progetto complessivo)

percorsopartecipato@saluspace.eu (per informazioni sul coinvolgimento dei cittadini)

redazione@saluspace.eu  (per partecipare alla redazione partecipata)

valutazione@saluspace.eu (per partecipare al gruppo di valutazione)

 

Villa Salus si sta trasformando in Salus Space. Ma Villa Salus non si è sempre chiamata così, il nome lo prese nel 1950 quando il corpo dell’edificio venne stravolto per diventare una struttura ospedaliera.

Prima, ma molto prima, si chiamava Villa Monti e venne acquistata nel 1822 dal fratello di Napoleone, Luciano Bonaparte, che ci visse per alcuni anni con la moglie e i dieci figli. Ce lo racconta  il sito dell’Archivio di Stato di Bologna.

Villa Monti anni 30

In quell’anno Luciano, che spesso litigava con il fratello, si era trasferito a Bologna da Roma, dove papa Pio VII gli aveva assegnato il titolo di principe di Canino. La villa venne venduta da Cesare Bianchetti, era stata costruita nel Settecento per volere di Antonio Felice Monti, luogotenente dell’esercito di Luigi XVI. Era bellissima, circondata da un parco ricco di alberi e di statue.

A Villa Monti la famiglia Bonaparte riceveva l’alta società cittadina e allestiva nel piccolo teatro interno commedie in francese, spesso composte dallo stesso fratello di Napoleone. Gli aristocratici bolognesi conservarono tuttavia una certa diffidenza verso gli avventurieri Bonaparte, e la figliastra di Luciano, morto il marito, entrò in contrasto con gli Hercolani, con cui era imparentata, per questioni ereditarie. Quando nel 1835 Luciano, eclettico intellettuale, si allontanò da Bologna per tornare a concentrarsi sui suoi scavi archeologici nel territorio laziale, rivendette quella che era stata la sua residenza ai Malvezzi.

Dopo l’Unità cominciò l’inarrestabile declino della villa. Saccheggiata dagli austriaci in ritirata da Bologna nel 1859, fu poi rovinata dai bombardamenti che nel 1944 colpirono la zona circostante e in particolare il parco. Nel 1950 avvenne la trasformazione in struttura ospedaliera e il suo ampiamento, ottenuto snaturando la struttura originaria.

Venne infine acquistata nel 2005 dal Comune di Bologna, con una permuta di terreni all’ex mercato ortofrutticolo, con l’obiettivo di ospitare 150 persone, una parte delle famiglie rumene che avevao occupato l’ex Ferrhotel. Venne abbandonata nel 2007.

Foto Archivio di Stato Bologna

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