Le voci del Villaggio Due Madonne in scena
Il 20 giugno in Piazza Lambrakis andrà in scena il frutto del laboratorio teatrale che da voce al Villaggio Due Madonne dal 1954 a oggi.
Il 20 giugno in Piazza Lambrakis andrà in scena il frutto del laboratorio teatrale che da voce al Villaggio Due Madonne dal 1954 a oggi.
La Fraternal Compagnia da quest’anno rende itinerante all’interno del Quartiere Savena il Festival Commediestate, arrivato al suo sesto anno di vita. La rassegna di teatro e musica si terrà dal primo al 29 giugno. Gli eventi si svolgeranno in Piazza Lambrakis, cuore del Villaggio Due Madonne, e alle Grotte del Farneto, dove verranno ripetuti gli spettacoli che tornano agli anni della seconda guerra mondiale, quando erano un rifugio dalle bombe degli Alleati. La rassegna si chiuderà alla Cava delle Arti, sede della Fraternal Compagnia, in via Cavazzoni.
Il 20 giugno, in Piazza Lambrakis, ci sarà l’appuntamento con Voci dal Villaggio, frutto del laboratorio teatrale, tenuto da Massimo Macchiavelli e Luca Comastri, cominciato nell’inverno passato, all’interno della Chiesa Nostra Signora della Fiducia. Una storia che racconta il Villaggio Due Madonne dal 1954 a oggi.
La redazione partecipata, in particolare Sergio e Lucia, ha incontrato il gruppo formato da una decina di persone, tra cui le donne sono una schiacciante maggioranza, in uno dei mercoledì sera di laboratorio. Con loro il regista Massimo Macchiavelli.
Cominciamo dalla presentazione dei partecipanti:
“Io sono Marina, vivo fuori Bologna, però lavoro al quartiere Savena e da una trentina di anni frequento il quartiere Savena”.
“Io sono Vincenzo, è la prima volta che seguo un corso di teatro, abito ad Imola, vengo appositamente per apprendere questa magnifica arte che fin ora mi era sconosciuta”.
“Io sono Cristina, sono nata in via Bellaria, però adesso abito a Ozzano, vengo qui apposta per imparare, sono al secondo anno di esperienza”.
“Io mi chiamo Pamela e abito qui nel quartiere Savena, ho iniziato lo scorso anno ma sono sempre una principiante”.
“Io mi chiamo Paola e sono l’unica abitante del villaggio che frequenta il corso”.
“Io sono Lucia, lavoro con loro ma non sono di Bologna”.
Come è nata questa esperienza?
Massimo Macchiavelli: “E’ un corso di teatro, la didattica in questo caso è finalizzata a mettere in scena lo spettacolo che verrà rappresentato il 20 giugno, qui al Villaggio Due Madonne. Da due anni sia il Quartiere che il Comune in tutte le progettualità indicano delle zone su cui è preferibile fare delle attività, così noi della FraternalCompagnia abbiamo iniziato con un laboratorio gratuito, per chi voleva partecipare e fare teatro civile. Solo ed esclusivamente teatro civile. Mettiamo in scena spettacoli come questo dedicato al Villaggio Due Madonne o come “Le grotte della memoria”, ricostruzioni storiche che realizziamo nelle grotte del Farneto. È un gruppo che tutto l’anno studia gratuitamente con degli insegnanti qualificati e partecipa poi a diverse situazioni spettacolari.”
… la parola agli studenti del corso di teatro…
“È la prima volta che partecipo ad una scuola di teatro, gli insegnanti sono persone accreditate, conosciute. Noi ovviamente lavoriamo con tutti i nostri limiti, cerchiamo di fare del nostro meglio, di impegnarci per soddisfare il più possibile quelle che sono le indicazioni che ci vengono date ogni volta. È proprio come essere a scuola. Dobbiamo apprendere delle dinamiche, sia a livello vocale che dialettico, che inventivo, di tonalità, di emozione, per arrivare all’interpretazione”.
Che cosa le piace di questo?
“Mi piace imparare dinamiche su cui non mi ero mai focalizzata. Sono sempre stata attenta alla modalità di lettura, di esposizione perché il tipo di lavoro che facevo mi portava ad esporre a convegni, conferenze però questo è un arricchimento che per me è importante. Mi fa riflettere su particolari su cui prima assolutamente non prestavo attenzione.
Come descrivete il villaggio?
“E’ nato come tanti quartieri periferici i primi anni 50, edilizia popolare, per dare casa a persone che l’avevano persa durante la guerra ma anche a gruppi come i ferrovieri e altri. Non sempre ha goduto di una buona fama, soprattutto nelle origini, come il quartiere Barca o il Pilastro. In realtà adesso è un quartiere molto tranquillo in cui c’è stato un grande ricambio generazionale perché ovviamente i primi abitanti non ci sono più. Però la piazza è sempre piena di giovani, di bambini”.
“Questa conformazione urbanistica ha favorito per certi aspetti un certo isolamento anche se l’urbanizzazione è estesa, non c’è una fine e un inizio di San Lazzaro, è un tutt’uno, però questo Villaggio Due Madonne mantiene una conformazione tipica da villaggio. La piazza, il centro, la chiesa, le case intorno, tutti i negozietti sui lati”.
Ha ancora una sua identità o è ormai uno dei tanti quartieri di Bologna?
“Io sono arrivata 15 anni fa, non lo posso dire, poiché i vecchi abitanti non ci sono più. Forse un senso di appartenenza c’era. Almeno da quel che abbiamo letto”.
Torna Massimo Macchiavelli: “Questo è fatto proprio come un paese, con una piazza ecc, se tu ad esempio vai a Bitone o al Fossolo non è fatto così”.
Qual è il testo su cui state lavorando e con quale approccio?
L’autore è Emanuele Grieco, un cittadino di Due Madonne, che ha scritto un libro dal titolo “Voci dal villaggio”. Sono raccontate vicende di costume, ma anche i fatti politici. Ad esempio la reazione alla morte di Lo Russo, nel 1977, i fatti culturali dal 1954 ad oggi. Tutto il cambiamento del villaggio, attraverso le diverse fasi sociali, con storie divertenti, meno divertenti, drammatiche.
Noi abbiamo fatto una specie di gran varietà da questo libro, utilizziamo tutti i mezzi espressivi che abbiamo a disposizione. Ci sarà musica, ci saranno video diapositive, un gruppo di lettura. Gli attori reciteranno, ci saranno anche danze, musicisti. Quindi sarà uno spettacolo molto frizzante e verrà raccontata tutta la storia del villaggio da quando è nato, attraverso tutti i passaggi. Dalla collina della vergogna che era la discarica che distruggeva tutto, a Dario Fo che era a San Lazzaro e qui c’erano tutti i centri sociali che gli facevano da servizio d’ordine. Come il villaggio ha appreso la morte di Lo Russo, la bandiera rossa messa in cima alla chiesa, insomma tanti particolari tra il comico, il politico e il sociale, un po’ per ricordare e un po’ per fare capire perché questo è un posto molto particolare. Fino agli anni Settanta c’erano pochissime case. Poi è scoppiata l’espansione edilizia che si è sovrapposta a una mentalità da villaggio, basata molto sull’unione ma anche molto chiusa. Ora è tutto diverso.
“Stiamo lavorando anche su materiali inediti di Emanuele Grieco, ci ha dato 60 racconti, comici e divertenti, da cui ho preso altro materiale. Ci sono vari scherzi, ci sarà una scena di circo, perché qua veniva un circo che si chiamava Circo Padella, era un circo sgangherato. Ci sarà anche un Sirtaki che ballerà tutto il pubblico, partendo dall’assassinio di Gregoris Lambrakis, a cui è dedicata la piazza in cui si svolgerà lo spettacolo. Vogliamo cercare di animare la piazza sul ricordo e sulla memoria di questa zona”.
E ancora gli studenti…
Perché pochi uomini?
“Perché le donne hanno più voglia di buttarsi e di tentare”.
“Forse perché le donne hanno più la voglia di mettersi in gioco. Anche perché non è facile soprattutto da adulti affrontare una esperienza di questo tipo. È molto divertente e anche utile, almeno per quanto mi riguarda mi facilità la possibilità di relazionarmi con gli altri”.
Torniamo a quello che vi piace…
“A me piace moltissimo il gruppo che si è creato, anche per merito degli insegnanti, che comunque ci hanno aiutato a formare questo gruppo eccezionale, non solo dal punto di vista artistico, ma anche al punto di vista umano”.
“Mi piace venire qua perché stare insieme a loro è divertente, riesco a tirare fuori una parte di me che in genere non riesco ad esprimere”.
“Anche io sono contenta che si sia formato un gruppo che ci ha dato tanto in termini di calore, non c’è mai stato un contrasto, mai un attrito. Abbiamo sempre lavorato e collaborato l’una per l’altra. Non credo che questo sia scontato. Raramente accade che si lavori in questa tranquillità, serenità e con questo ridere… ho riso tantissimo, anche con tanta paure, perché io prima di buttarmi nelle cose ci metto un po’”.
Chiude Massimo Macchiavelli: “Noi ci troviamo qui tutti i mercoledì, dalle 20 alle 22. Facciamo due ore di lavoro insieme che poi intensifichiamo a ridosso dello spettacolo. Noi siamo voluti venire qui a fare il laboratorio, proprio per farlo in zona e abbiamo fatto bene perché le persone del quartiere ci son venute a trovare, si sa che c’è questo laboratorio, se ne parla. Sono mesi che siamo qua e che parliamo con i gruppi e le associazioni dei cittadini. Siamo venuti a vivere per due mesi a Due Madonne. Abbiamo creato dei legami forti, che non si scioglieranno dopo l’estate.
Per informazioni scrivere a segreteria@fraternalcompagnia.it
Il programma
Parco dei Gessi/ Grotte del Farneto
Tornano i rifugiati dai bombardamenti degli alleati alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Una ricostruzione storica tratta da testimonianze reali. Una storia poco conosciuta, in un ambiente di grande suggestione.
Le grotte della memoria-1/8/15 giugno, ore 16 ed eventuale replica ore 18
Per prenotazioni segreteria@fraternalcompagnia.it o telefonare al 3492970142
Piazza Lambrakis-martedì 18 giugno-ore 21.00
La commedia degli errori, a cura di Francesco Farioli.
Performance circense dedicata ai più piccoli.
Piazza Lambrakis-giovedì 20 Giugno- ore 21.00
Voci dal Villaggio, regia di Massimo Macchiavelli dal testo omonimo di Emanuele Grieco.
Voci e immagini del Villaggio Due Madonne tratte dai ricordi e dalla penna di Emanuele Grieco che dipinge la storia di un territorio che storicamente si percepisce appunto come “villaggio”, ossia “comunità” in cui perfino Dario Fo ha lasciato memorie del proprio passaggio.
Piazza Lambrakis-sabato 22 giugno- ore 21.00
Dantemotivo-la Colonna Sonora alla Recitazione dell’Inferno dantesco, a cura di Michele Bacci e Alessandro Zurla.
Un’esperienza sonora di musica e voci, dal timbro sinfonico e dalle dinamiche cinematografiche. Con l’ambizione di coinvolgere l’ascoltatore nell’avventura più affascinante che sia mai stata scritta.
Piazza Lambrakis-martedì 25 giugno- ore 21.00
Incommedia, a cura di Massimo Macchiavelli e Umberto Cavalli.
Musiche e guitti dal Medioevo ai giorni nostri. Gesta epiche e ridicolose delle maschere della Commedia dell’Arte tra ‘400 e ‘600.
Piazza Lambrakis-giovedì 27 giugno- ore 21.00
Concerto a cura del gruppo-laboratorio di Villa Mazzacorati. Con Serena Perego
Piazza Lambrakis-sabato 29 giugno- ore 21
Il Barone di Sigognac, a cura di Massimo Macchiavelli e Saturne Pas Ronde
Spettacolo bilingue, italiano/francese, presentato al Festival di Avignone, narra le avventure e le scorribande di un gruppo d’attori girovaghi tra le vie d’Europa.
Cortile Cava delle Arti-16-17-18 agosto-ore 21
Canovacci d’estate con gli attori del 15° Stage Internazionale di Commedia dell’Arte a cura della Scuola di teatro Louis Jouvet
Massimo Macchiavelli della Fraternal Compagnia, realizzò un laboratorio teatrale con adulti e ragazzi della comunità Rom, che vivevano a Villa Salus. Era il 2007. Ecco la sua storia…
Dal 2005 al 2007, Villa Salus venne scelta dal Comune di Bologna come luogo di insediamento di una comunità Rom. Molte le voci critiche che si levarono, sia da parte di gruppi di cittadini, che dalle forze politiche dell’opposizione. L’accusa era che il luogo si stava trasformando in un accampamento fuori controllo. Erano 146 le persone, tra adulti e bambini, che dopo aver occupato il Ferrhotel, un ex albergo delle Ferrovie dello Stato, furono trasferite qui.
Nel 2006 l’Associazione Arc En Ciel, insieme a Fraternità Cristiana, Fraternal Compagnia, e Coop Sociale Arca di Noè, diede vita a “La casa dei bambini”. Un progetto dedicato in particolare ai minori e che prevedeva percorsi socio educativi attraverso diverse attività : arte, musica, danza, teatro, allo scopo di favorire un processo di integrazione e coinvolgimento anche degli adulti e delle famiglie della comunità. Un importante risultato della “Casa dei bambini” fu la realizzazione nel 2007 dello spettacolo “ROM. Il viaggio millenario”, all’Arena del Sole a cura di Massimo Macchiavelli.
La redazione partecipata ha intervistato Massimo Macchiavelli, direttore artistico della Fraternal Compagnia. La sede della compagnia è nel Quartiere Savena, in Via Cavazzoni 2/g e come il Teatro degli Angeli è un’altra delle realtà artistiche del territorio.
Come è nata la Fraternal Compagnia? Quale è stato il suo ruolo nel progetto di Villa Salus del 2006?
Massimo Macchivelli: La Fraternal Compagnia nacque quando ero caporedattore del giornale di Piazza Grande, a quel tempo avevo smesso di fare teatro, ma ebbi l’opportunità di realizzare un piccolo progetto teatrale coinvolgendo senza tetto, ragazzi con problemi di dipendenze e altre persone interessate al teatro. Da questa esperienza nacque la Fraternal Compagnia che, col tempo, richiamò sempre più persone e così cominciammo a proporre numerosi progetti di teatro sociale. Nel frattempo riuscimmo ad avere una sede in Via Libia, dove cominciammo a occuparci anche di teatro culturale.
Nel 2006 Pierluigi Stefani dell’associazione Arc En Ciel, mi contattò per un progetto di teatro sociale a Villa Salus, dove il Comune aveva inserito una comunità di Rom. L’intenzione era di avvicinare la cultura Rom alla nostra attraverso una serie di attività artistiche, rivolte in particolare ai bambini. Il mio compito era quello di realizzare un laboratorio teatrale e uno spettacolo finale a sfondo sociale.
Mi resi presto conto che si trattava di un compito difficilissimo, quasi impossibile. I primi mesi infatti furono durissimi, perché i ragazzi con cui cercavo di lavorare mi tiravano sassi, mi sputavano addosso, tentavano di rubarmi la macchina, se reagivo chiamavano gli adulti che mi minacciavano, finché un giorno ci fu un colpo di fortuna.
Un ragazzo Rom aveva un complesso musicale e desiderava fare dei Cd da vendere in strada. Io lo aiutai a registrare gratuitamente una quindicina di copie e questo mi aprì le porte dei Rom adulti.
Da quel momento la situazione cambiò completamente, potevo girare liberamente per tutti gli spazi di Villa Salus, anche negli appartamenti, tutti mi rispettavano, adulti e ragazzi, per qualsiasi problema mi potevo interfacciare con il capo della comunità e a questo punto capii dove stavamo sbagliando. La percezione che avevano di me e dei miei collaboratori, era che volessimo imporre la nostra cultura passando sopra alla loro; mi resi conto che finché lavoravo così senza conoscerli, senza interessarmi alla loro cultura e alla loro storia, non mi avrebbero mai seguito nel laboratorio. Così cominciai a farmi raccontare le loro tradizioni e conobbi anche alcuni aneddoti molto interessanti, ad esempio seppi che fino agli anni 50 i Rom avevano una sorta di lasciapassare secolare, concesso da Re Sigismondo, che permetteva loro di girare liberamente in Europa….
Capii che avevano un mondo tutto loro, che gli era stato tolto dalla modernità. Erano abituati a fare lavori artigianali e manuali, che la modernità non teneva più in considerazione e loro non volevano adeguarsi ai nuovi mestieri nè staccarsi dalle loro tradizioni.
Decisi così di impostare il lavoro partendo dalla loro storia e alla fine riuscimmo a fare un bello spettacolo all’Arena del Sole con musiche, danze e maschere fatte dai ragazzi. Io fui nominato Zingaro Onorario.
E’ stato un piccolo passo avanti in una situazione veramente difficile, ma poi tutto è finito lì, anche se tramite Facebook, sono ancora in contatto con alcuni di loro.
Parliamo della Cava delle Arti. Come è nata e quali sono le attività che fate?
Massimo Macchiavelli: Siccome il capannone di Via Libia dove avevamo la sede, doveva essere demolito, nel 2014 il Comune, grazie ai risultati che avevamo raggiunto a Villa Salus e altri progetti di teatro sociale, ci propose di gestire questo luogo, che abbiamo dovuto interamente ristrutturare. E’ nata così la Cava delle Arti, dove, pur non avendo abbandonato il teatro sociale che è la nostra origine, facciamo soprattutto Commedia dell’Arte e teatro civile. Per quanto riguarda il sociale, continuiamo a offrire tirocini formativi a chi ha problemi di dipendenza e lavoriamo con il Quartiere Savena sui minori a rischio, coinvolgendoli nelle attività che facciamo soprattutto in estate.
Il quartiere come vi ha accolto? Cosa avete in programma per l’estate?
Massimo Macchivelli: A parte il primo anno, in cui abbiamo fatto anche musica, sollevando qualche preoccupazione in chi abita qui, abbiamo un ottimo rapporto con i cittadini. Adesso facciamo solo teatro fino alle 23 e le persone che abitano qui guardano i nostri spettacoli anche dalla finestra.
Per questa estate abbiamo due progetti molto importanti: Commediestate, la nostra rassegna estiva di Commedia dell’arte che si svolgerà per tutto luglio e parte di agosto e “Oltre le mura”: quattro ricostruzioni storiche dedicate alla liberazione. Una di queste si svolgerà nelle grotte del Farneto, che durante la seconda guerra mondiale furono luogo di rifugio per tantissime persone. Durante questo spettacolo il pubblico non sarà solo spettatore, ma verrà coinvolto nella ricostruzione.
Piccoli gruppi di partecipanti rivivranno quella che fu l’esperienza di centinaia di persone durante i bombardamenti tra l’agosto e il dicembre del ’44, in attesa dell’arrivo degli alleati. La vita all’ interno delle grotte, spesso visitate dai tedeschi in cerca di uomini da deportare, era animata anche dalle fughe dei partigiani, e all’ interno, le famiglie cercavano di rendere l’ambiente quanto più confortevole possibile con giacigli di paglia, il necessario per cucinare e ingegnose trovate, come capovolgere una bicicletta e sfruttarne la dinamo per avere luce.
Le visite organizzate si svolgeranno alle ore 17.30, a sabati alterni dal 16 giugno, alle Grotte della Memoria – Parco dei Gessi, via Carlo Jussi, 171, Loc. Farneto.
Al termine di ogni percorso uno speleologo illustrerà le caratteristiche geologiche della grotta. E’ consigliabile presentarsi alle ore 16.30 per indossare il casco e preparasi alla discesa nelle grotte.
https://www.facebook.com/fraternalcompagnia/
http://www.fraternalcompagnia.it/
A cura di Sergio Palladini e Chloy Vlamidis
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