Salus SpaceBlog Comunità Progetto Salus SpaceAl lavoro per la conclusione del progetto Salus Space

Al lavoro per la conclusione del progetto Salus Space

Riceviamo da Inti Bertocchi (per il Comune di Bologna, coordinatore del progetto Salus Space) un aggiornamento sullo stato dell’arte complessivo.

Durante il periodo di lockdown, in cui regnava l’assoluta incertezza, il Comune di Bologna ha avviato un confronto con il segretariato UIA (da cui dipende il finanziamento europeo di cui beneficia il progetto) che si è dimostrato molto comprensivo e che ha concesso tempi più lunghi per la rendicontazione delle spese e la possibilità di apportare alcune modifiche per fronteggiare la situazione di emergenza.
La conclusione del progetto è slittata al 31 gennaio 2021, il che non significa che i cancelli di Salus Space apriranno quel giorno! Anzi, i lavori, ripartiti a maggio dopo due mesi di stallo, saranno completati in autunno.

È ancora presto per definire una precisa data di fine lavori, ma tutti i partner sono impegnati nel portare a termine le diverse attività previste. La formazione, ad esempio, sta proseguendo a distanza. E si sta preparando la strada per la futura fase di gestione transitoria, che vedrà la costituzione di una ATS (associazione temporanea di scopo).

Le attività gestionali saranno centralizzate, sarà costituito un comitato di indirizzo e monitoraggio, all’interno del quale la comunità degli abitanti potrà far sentire la propria voce. Ci sarà un portierato sociale, come richiesto a gran voce dai cittadini, ed un servizio di accompagnamento per sostenere la comunità nel suo primo anno di vita. E si riempiranno gradualmente le residenze temporanee: ci saranno alcuni alloggi destinati agli studenti, altri all’accoglienza dei rifugiati, altri ancora alle famiglie e a chiunque vorrà candidarsi a vivere una esperienza di cohousing davvero innovativa. Gli abitanti oltre a pagare un affitto saranno attivamente coinvolti nella futura gestione dei servizi.

Tutto il progetto, in sostanza, andrà avanti, con un ritardo di qualche mese. Ma abbiamo imparato a pazientare. Questo periodo di pausa, forse, ha rafforzato ancor più il desiderio di portare a termine questa sfida per la creazione di una comunità inclusiva, solidale, resiliente, e con un profondo rispetto per l’ambiente, ristabilendo quell’equilibrio sociale e ambientale che l’umanità ha perso, ma può ancora riacquistare.

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