Salus SpaceArchives

Tre paia di forbici per l’inaugurazione di Salus Space. Una per il capo della rappresentanza della Commissione Europea in Italia, Antonio Parenti, una per l’Assessore del Comune di Bologna Marco Lombardo e una per la Presidente del Quartiere Savena Marzia Benassi. Il nastro teso tra una colonna e l’altra dell’ingresso di via Malvezza 2/2 è stato tagliato a mezzogiorno di venerdì 29 gennaio 2021!

taglio_del_nastro

La cerimonia è stata purtroppo ad ingressi contingentati, per seguire le misure anti Covid. Dopo il taglio del nastro gli ospiti hanno avuto potuto intervenire, inaugurando così anche il Centro studi, in cui oltre alla sala per incontri e convegni, ci sarà un’aula per il coworking e l’Angolo della Storia.

tavolo_interventi

Si chiude così la fase legata al progetto europeo, si apre quella di sperimentazione del modello. Continueremo a seguirla.

partner

Nella foto i partner all’inaugurazione.
Ecco la registrazione della diretta


Ecco il racconto dell’agenzia di stampa DIRE.

Agenzia DIRE 29 gennaio 2021

Bologna: Apre le porte Salus Space: “Esempio per l’Italia e per l’Europa”

QUATTRO ANNI PER RIGENERARE L’EX CLINICA: ORA RESIDENZE E SERVIZI (DIRE) Bologna, 29 gen. – Residenze collaborative e servizi per tutti i cittadini. Salus Space, si parte: alla fine di un percorso durato oltre quattro anni, nell’area riqualificata dell’ex clinica Villa Salus ha aperto i cancelli uno “spazio multifunzionale destinato a diventare una nuova centralita’ urbana”, sottolinea il Comune di Bologna nel giorno del taglio del nastro: alla cerimonia, insieme all’assessore Marco Lombardo e alla presidente del quartiere Savena, Marzia Benassi, ha partecipato anche il capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Antonio Parenti. Il progetto, coordinato dal Comune e finanziato con cinque milioni di euro dal programma europeo Azioni urbane innovative (Uia), prevede che la gestione sperimentale del complesso sia affidata per due anni ad un’Associazione temporanea di scopo (Ats) composta dalla Eta Beta, Cefal, Istituto ricerca sociale, Acli, Cantieri Meticci e Aquaponic Design. Undici appartamenti su 12 sono gia’ stati assegnati attraverso un bando pubblico: ospiteranno famiglie e persone single, per “un mix che rappresenta quattro continenti: le Americhe, l’Europa, l’Asia e l’Africa”, spiega Palazzo D’Accursio. A loro si aggiungeranno richiedenti asilo e rifugiati (quattro appartamenti), studenti (due appartamenti in convenzione con Ergo) e quattro persone che lavoreranno a Salus Space, scelte anche tra i partecipanti ai corsi di formazione realizzati all’interno del progetto. Accanto all’Ats lavoreranno alla costruzione della comunita’, alla mediazione culturale-linguistica e alla comunicazione gli operatori di Open Group e Cidas. Inoltre Salus Space “sara’ un luogo aperto alla citta’, appena la pandemia lo permettera’- aggiunge l’amministrazione- con un punto ristoro, laboratori artigianali, un teatro, attivita’ culturali e iniziative per i bambini del territorio”. Nei primi due anni l’obiettivo da raggiungere e’ “l’autosostentamento della comunita’, attraverso l’avvio di una serie di attivita’ economiche- spiega il Comune- ispirate ai valori espressi dal progetto, collaborazione, inclusione, sostenibilita’”. L’attenzione all’ambiente si declinera’ nella creazione di una comunita’ “rifiuti zero” ma anche nell’uso degli orti, con la possibile apertura di un emporio aperto alla citta’. Infatti “gli orti sono ornamentali ma anche produttivi- spiega Berardino Cocchianella, capo area Nuove cittadinanze e Quartieri di Palazzo D’Accursio- cosi’ da poter offrire i prodotti di Salus Space alla villa e, se la produzione lo permettera’, anche all’esterno”. L’inaugurazione del progetto e’ “una scommessa vinta dalla citta’ e da chi ci ha creduto”, dichiara Lombardo: “Villa Salus era una clinica per la cura delle persone, poi per tanti anni un luogo di degrado e di abbandono” che oggi, pero’, riemerge “rigenerato come luogo di cura della nuova socialita’”. Nasce un “nuovo modello di welfare interculturale”, aggiunge Lombardo. Quello attuale “e’ un periodo in cui le migrazioni esistono e vanno governate, cosa chiaramente al centro del patto sulla migrazione che la Commissione europea ha presentato qualche mese fa a Bruxelles”, afferma Parenti, aggiungendo che per raggiungere questo obiettivo “c’e’ bisogno di un’inclusione che non nasce solo spontaneamente ma ha bisogno anche del supporto delle istituzioni”. L’esperienza Salus Space puo’ essere “di esempio ad altre realta’ italiane e anche europee”, afferma Parenti, aggiungendo che intanto il progetto bolognese “dimostra che si possono usare i fondi europei nei tempi previsti”. Parla di “giudizio sospeso” Francesca Scarano (Lega), con l’impegno a “vigilare sul corretto utilizzo della struttura”.

La rassegna stampa del 30 gennaio 2021

 

Tra qualche giorno il negozio di via Abba 26 sarà consegnato, rimesso a nuovo, al Quartiere Savena. Diventerà un punto di riferimento per le associazioni della zona, che potranno contare su questo spazio che è stato al centro della formazione in cantiere parte del progetto Salus Space curata da Csapsa e rivolta a richiedenti asilo e rifugiati.
Formazione_cantiere
In ottobre si è tenuto il corso sicurezza, poi alla fine del mese è iniziato lo stage che si è concluso il 23 dicembre 2020.
La durata complessiva della formazione è stata di 300 ore. A concludere con impegno e costanza sono stati tre ragazzi.
Alessia Melella, coordinatrice e tutor dei progetti di inserimento lavorativo per Csapsa, ci racconta come è andata.

Noi siamo andati a trovare il gruppo di lavoro nel mese di dicembre 2020. A seguire i ragazzi e a spiegare passo passo il lavoro da svolgere c’era Fabio Arcangeli, responsabile del cantiere.

Abbiamo visitato il cantiere di via Malvezza a pochi giorni dall’inaugurazione di Salus Space del 29 gennaio 2021.

Ecco qualche immagine!

palazzina_abitativa

Qui sopra il centro studi visto dal retro e sullo sfondo la palazzina abitativa.

palazzina_abitativa

Qui sopra la palazzina abitativa vista dall’area ortiva.

Strutture__temporanee

Le tre strutture temporanee, che ospiteranno il punto ristoro, la sala multifunzionale e il laboratorio artistico-artigianale.

parcheggio_bici

Il punto per la ricarica delle bici elettriche e la tettoia-parcheggio.

platano

Uno dei due grandi platani del giardino di Salus Space. A primavera sarà splendido.

 

Il cantiere di Salus Space si sta chiudendo e per l’ultima settimana di gennaio 2021 il Comune di Bologna avrà nelle mani le chiavi degli appartamenti, delle tre strutture temporanee e del Centro studi. Tutto pronto dunque per l’inaugurazione del 29 gennaio, con il Sindaco Virginio Merola, la Vicepresidente della regione Emilia Romagna Elly Schlein, la Presidente di Quartiere Marzia Benassi e il Capo rappresentanza della Commissione UE in Italia, Antonio Parenti.
Purtroppo non sarà possibile partecipare in presenza a causa della pandemia, ma appena sarà possibile i cancelli saranno aperti a tutta la cittadinanza con una festa inaugurale.
L’evento potrà essere seguito in diretta dalle ore 12 attraverso i canali YouTube e Facebook di Salus Space.
L’inaugurazione sarà preceduta il 27 gennaio pomeriggio da una riflessione sull’esperienza di coprogettazione con i partner, l’esperto Ugo De Ambrogio e il Segretario UIA Raffaele Barbato.

In questi giorni, intanto, sta nascendo la comunità degli abitanti di Salus Space: le risposte al bando chiuso il 7 gennaio per i 12 appartamenti disponibili sono state 23, sono in corso i colloqui a cui seguiranno alcuni appuntamenti formativi, tra cui uno dedicato all’approfondimento della Carta dei Valori e del Regolamento della convivenza collaborativa.

L’Associazione Temporanea di Scopo, che si è assunta la responsabilità della gestione, è composta da Eta Beta Cooperativa sociale, capofila, Cefal, Istituto Ricerca Sociale, Acli provinciale Bologna, Cantieri Meticci e Aquaponic Design.
Sono tutti partner del progetto Salus Space sin dagli inizi, tranne Aquaponic, associazione nata dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro alimentari dell’Università di Bologna, altro partner di progetto.
I futuri gestori sono già al lavoro, con sopralluoghi, riunioni, elaborazione di idee e disbrigo di pratiche amministrative e burocratiche per dare avvio alle attività dal mese di febbraio.

Accanto a loro lavoreranno alla costruzione della comunità, alla mediazione culturale e linguistica e alla comunicazione gli operatori di Open Group e Cidas, che si sono aggiudicati il bando PON metro che finanzia il lavoro per i prossimi due anni.

I lavori nel cantiere di via Malvezza 2, a Bologna nel Quartiere Savena, proseguono,
così come l’organizzazione del futuro della comunità che vi prenderà vita: la gestione, la divisione dei compiti, le regole, i legami tra tutte le attività e con il Quartiere, il ruolo che potranno avere i cittadini e le associazioni del territorio.
L’inaugurazione di Salus Space è prevista per venerdì 29 gennaio 2021. A che punto siamo oggi?

Vista180gradi

Il cantiere
Sono in corso di completamento i lavori di costruzione dell’edificio residenziale e di sistemazione dell’area esterna. I cantieri della Palazzina storica e dei tre fabbricati temporanei sono invece già completati e la loro consegna potrebbe avvenire entro la prima metà di novembre. Gli allestimenti e gli arredi saranno forniti poco prima, per limitare il rischio di furti e danneggiamenti.
Entro dicembre è previsto il completamento di tutti i lavori.
Nei tre fabbricati temporanei è previsto un punto ristoro, una sede per laboratori artigianali, una sede per attività teatrali.
Nella Palazzina nascerà un centro studi dedicato al welfare innovativo, ci sarà al suo interno uno spazio dedicato al coworking.

Centro_studi

Residenze di Salus Space
L’edificio residenziale è composto da 20 appartamenti e alcuni spazi comuni. Per garantire il mix sociale della comunità, 12 alloggi saranno destinati a cittadini – singoli, coppie e famiglie – che potranno candidarsi attraverso un avviso pubblico per la manifestazione di interesse ed un successivo colloquio motivazionale. Verrà loro richiesto un reddito minimo, a titolo di garanzia ed è previsto il pagamento di un affitto.
I restanti alloggi saranno così destinati: 2 a studenti universitari, 2 a richiedenti asilo con percorsi di accoglienza e ulteriori 2 a favore di famiglie giunte attraverso i corridoi umanitari; 2 appartamenti saranno riservati a lavoratori di Salus Space.
Completa il quadro la struttura ricettiva al piano terra, che dispone di sei camere doppie, destinate agli affitti brevi.
Il complesso residenziale avrà un proprio portierato sociale, con sede nella Palazzina storica. Fungerà da punto informativo per tutte le attività che si svolgeranno.

abitazioni

La gestione: costituzione dell’ATS e governance del progetto
E’ previsto un periodo di gestione sperimentale di due anni, con il concorso di alcuni partner di Salus Space che si stanno per costituire in Associazione Temporanea di Scopo (ATS). L’obiettivo generale è quello di provare insieme un modello di governance e di gestione collaborativa caratterizzato da un alto livello di innovazione sociale e partecipazione. È il primo passo verso la costituzione del futuro soggetto giuridico, un organismo pubblico-privato che avrà l’onere della gestione.
La sperimentazione è prevista in accordo con il segretariato UIA (Urban Innovative Action) che ha finanziato attraverso il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale il progetto, a cui il Comune dovrà inviare un report per monitorare lo stato di avanzamento e gli impatti positivi che questo sarà in grado di produrre, anche se il progetto europeo si concluderà formalmente il 31 gennaio 2021.
Durante il periodo di gestione sperimentale sarà costituito un Comitato di indirizzo e monitoraggio, coordinato dal Comune di Bologna, all’interno del quale saranno ammessi i rappresentanti dei cittadini e della comunità degli abitanti, assieme a tutti i partner del progetto. Per favorire il percorso di costruzione di comunità e le relazioni con il territorio ci saranno un “community manager” e un mediatore linguistico culturale che favoriranno le relazioni dei nuovi abitanti con il Comune e l’ATS. Questo servizio di accompagnamento della comunità sarà attivato con i fondi del PON Inclusione Sociale destinati al Quartiere Savena; il bando è già stato pubblicato dall’Area Welfare del Comune.
Completa il quadro della governance la “Cabina di regia”: è l’organismo decisionale che coordina e raccorda le diverse attività legate alla implementazione complessiva del progetto, ovvero il lavoro di comunità, i servizi del Quartiere, la selezione degli abitanti e le attività gestionali. La cabina di regia, anch’essa coordinata dal Comune di Bologna, dovrà agire sempre nel rispetto delle indicazioni generali fornite dal comitato di indirizzo e monitoraggio e da quanto specificato nella «Carta dei valori».

struttura_provvisoria

Collaborazione con il progetto europeo FoodE
E’ stato pubblicato un concorso di idee aperto agli studenti dell’Università di Bologna per realizzare all’interno di Salus Space un progetto innovativo di agricoltura urbana, che sarà realizzato con i fondi del progetto europeo Horizon 2020: FoodE. Le migliori idee saranno oggetto di un confronto con i cittadini e gli stakeholder, gli studenti parteciperanno anche alla fase di realizzazione.
La gestione delle aree ortive verrà affidata ad una giovane impresa, spinoff del Dipartimento di Scienze Agrarie della Università di Bologna: “Aquaponic Design”, che sarà socia dell’ATS.

Riceviamo da Inti Bertocchi (per il Comune di Bologna, coordinatore del progetto Salus Space) un aggiornamento sullo stato dell’arte complessivo.

Durante il periodo di lockdown, in cui regnava l’assoluta incertezza, il Comune di Bologna ha avviato un confronto con il segretariato UIA (da cui dipende il finanziamento europeo di cui beneficia il progetto) che si è dimostrato molto comprensivo e che ha concesso tempi più lunghi per la rendicontazione delle spese e la possibilità di apportare alcune modifiche per fronteggiare la situazione di emergenza.
La conclusione del progetto è slittata al 31 gennaio 2021, il che non significa che i cancelli di Salus Space apriranno quel giorno! Anzi, i lavori, ripartiti a maggio dopo due mesi di stallo, saranno completati in autunno.

È ancora presto per definire una precisa data di fine lavori, ma tutti i partner sono impegnati nel portare a termine le diverse attività previste. La formazione, ad esempio, sta proseguendo a distanza. E si sta preparando la strada per la futura fase di gestione transitoria, che vedrà la costituzione di una ATS (associazione temporanea di scopo).

Le attività gestionali saranno centralizzate, sarà costituito un comitato di indirizzo e monitoraggio, all’interno del quale la comunità degli abitanti potrà far sentire la propria voce. Ci sarà un portierato sociale, come richiesto a gran voce dai cittadini, ed un servizio di accompagnamento per sostenere la comunità nel suo primo anno di vita. E si riempiranno gradualmente le residenze temporanee: ci saranno alcuni alloggi destinati agli studenti, altri all’accoglienza dei rifugiati, altri ancora alle famiglie e a chiunque vorrà candidarsi a vivere una esperienza di cohousing davvero innovativa. Gli abitanti oltre a pagare un affitto saranno attivamente coinvolti nella futura gestione dei servizi.

Tutto il progetto, in sostanza, andrà avanti, con un ritardo di qualche mese. Ma abbiamo imparato a pazientare. Questo periodo di pausa, forse, ha rafforzato ancor più il desiderio di portare a termine questa sfida per la creazione di una comunità inclusiva, solidale, resiliente, e con un profondo rispetto per l’ambiente, ristabilendo quell’equilibrio sociale e ambientale che l’umanità ha perso, ma può ancora riacquistare.

Continuiamo a presentare i corsi di formazione previsti dal progetto Salus Space. Dopo quello di orticoltura, Lorenzo Balbo ha visitato il corso di 300 ore per lavorare nella accoglienza turistica organizzato da Ciofs.

“All’interno del gruppo ci sono signore con bambini piccoli, gravate dall’impegno di doverli accompagnare a scuola al mattino; alcuni abitano a più di un’ora di distanza con i trasporti; altri hanno appena fatto la notte”. Sono quasi le 10 di mattina e, salendo le scale della sede bolognese in via San Savino 35-37, Luca Lambertini – responsabile e tutor di Ciofs (Centro italiano opere femminili salesiane) – introduce così i partecipanti al corso di formazione “Accomodation – addetto a strutture”, inserito all’interno del progetto “Salus Space”. “Al di là della motivazione personale, è l’ambiente umano a spingerli a un simile sacrificio”, dice Lambertini.

Il corso – finalizzato ad accrescere o acquisire competenze essenziali nel mondo della ristorazione e delle strutture ricettive medio-piccole (bed and breakfast, ostelli e piccoli alberghi) – è rivolto sia a richiedenti asilo sia a residenti in Italia da tempo. “La classe rispecchia questa eterogeneità: c’è chi è già uscito dalla rete Sprar o chi, italiano o di origine straniera con cittadinanza, risiede a Bologna da anni”, racconta Lambertini.

Suddivise in 180 ore teoriche e 120 di stage, le attività includono materie inerenti l’attività alberghiera –pulizie, accoglienza, gestione di prenotazioni e pagamenti –, ma anche di carattere più generali: su tutte, lo studio delle caratteristiche del sistema di accoglienza turistico di Bologna e la promozione, anche via web, di attività ricettive.
Particolare attenzione verrà rivolta alle cosiddette “competenze trasversali”, come la capacità di esprimersi in inglese, comunicare efficacemente e relazionarsi con il cliente.
La parte finale dell’esperienza sarà dedicata alla ricerca attiva di un lavoro: “insegneremo ai ragazzi come redigere un curriculum vitae, rispondere a annunci, candidarsi per e affrontare un colloquio di lavoro”, spiega Lambertini, che poi aggiunge: “in tal senso, lo stage è un’esperienza preziosa: oltre a poter essere inserito nel curriculum, può trasformarsi in una referenza o in una successiva collaborazione”.

“Il gruppo attuale è affiatato. La maggior parte dei partecipanti è composta da persone adulte con a carico una famiglia e dei lavoretti: questo impedisce una frequenza regolare. Tuttavia, le motivazioni sono sempre valide”, assicura Lambertini.
Leila – capoverdiana, in Italia da 20 anni – lavora in un bed and breakfast da 5 anni e vuole approfondire le sue conoscenze nel campo: “già in passato avevo chiesto di partecipare a un corso simile, quest’anno gli assistenti sociali mi hanno contattata per informarmi di questa bella opportunità e ho accettato”.
Abubacar è più giovane, è in Italia da 2 anni e mezzo: in questo periodo ha completato le superiori e ha seguito alcuni corsi di formazione e stage. “Ho fatto un tirocinio in albergo e ho capito che mi piacerebbe lavorare in questo campo: ne ho parlato con il mio tutor lavorativo, ed eccomi qua”, rivela.
Majd è arrivato in Italia 2 anni fa dalla Siria. “In passato, ho lavorato in un bed and breakfast, l’ho trovata una bella esperienza perché ho avuto l’opportunità di lavorare a contatto con persone di molti paesi: mi piace imparare lingue diverse, incontrare culture diverse. Ho trovato il corso online con il mio operatore. Non ho mai fatto un’esperienza simile in vita mia, mi trovo bene”.

Oltre all’aspetto formativo, la dimensione sociale del corso è molto importante: “si passano tre mesi con persone che vivono situazioni simili: questo può attivare dinamiche di aiuto e confronto. L’esperienza di gruppo non emerge negli indicatori, ma è fondamentale: è un modo per riflettere sulla propria storia lavorativa e per mantenere un impegno reale costante, nonostante le lezioni siano alle 9 di mattina in un luogo periferico”, conclude Lambertini.

 

Ecco il testo preparato dai coordinatori del progetto Salus Space (Istituzione per l’Inclusione sociale e comunitaria Achille Ardigò e Don Paolo Serra Zanetti – Comune di Bologna) per aggiornare i cittadini in vista dell’incontro pubblico del 9 aprile, che si terrà alle 18, nella Sala Polivalente del Quartiere Savena, in via Faenza 4, a Bologna.

Salus Space si rimette in moto, entrando nel vivo della prima fase del progetto: la preparazione. In questo periodo saranno finalmente avviati i lavori di costruzione dei nuovi edifici: gli appalti sono infatti in via di aggiudicazione ed i lavori partiranno tra aprile e maggio 2019, con un ritardo rispetto al cronoprogramma iniziale causato dal lungo iter tecnico e amministrativo del nuovo codice degli appalti e dal ritrovamento di amianto nella ex struttura ospedaliera, con la inevitabile procedura di bonifica da parte di una ditta specializzata.

Il Comune di Bologna ha così proposto alla Commissione europea una nuova scadenza al 31 luglio 2020. Entro quella data sarà terminata la costruzione della nuova struttura residenziale, la sistemazione dell’area esterna e il recupero della palazzina storica (ex camera iperbarica), con gli spazi dedicati al co-working ed alla comunità locale. La terza struttura, che ospiterà il teatro, il ristorante e gli spazi per i laboratori artigianali ed artistici, verrà invece inserita nel piano investimenti del Comune e costruita in un secondo tempo. Al suo posto, in via temporanea, verranno installate delle strutture provvisorie per avviare le attività di ristorazione ed i laboratori che animeranno Salus Space, permettendo l’avvio della seconda fase: la sperimentazione.

Qui verrà testato il modello di gestione, che terrà conto dei bisogni e delle opportunità del territorio. Saranno avviate iniziative di raccolta fondi ed iniziative volte a garantire la sostenibilità economica del progetto una volta venuto meno il contributo dell’Unione europea.

Verrà portato avanti un lavoro di rete, che coinvolgerà altre istituzioni e realtà associative del Quartiere ed ovviamente tutti i cittadini che vorranno essere co-protagonisti di questa avventura. Il cuore del progetto Salus Space è infatti la creazione di una comunità plurale, accogliente, resiliente, capace di superare le divisioni e le paure di questo periodo storico, liberare le tante potenzialità latenti e realizzare un modello di co-gestione degli spazi partecipativo e collaborativo. Il tutto naturalmente con una forte regia pubblica.

La formazione che verrà offerta dai partner nella fase di preparazione, a oltre cento persone, servirà a creare dei team professionali per sostenere il processo, coinvolgendo richiedenti asilo e altre fasce della popolazione. La prima tappa sarà la definizione di una Carta dei valori, che sarà la base della comunità di Salus Space, indicando i valori ed i criteri di mix sociale e di collaborazione che dovranno essere applicati in seguito, nella selezione dei futuri abitanti e nella gestione degli spazi comuni.

Su ciò si concentrerà il lavoro dei partner nei prossimi mesi, con il coordinamento di ASP Città di Bologna ed alcuni momenti pubblici di confronto. In parallelo ci saranno momenti di formazione, all’interno del Think Tank di Salus Space, per costruire una visione comune con l’aiuto di esperti.  Il programma dettagliato delle iniziative sarà presentato con un incontro nel Quartiere Savena nel mese di aprile.

Resta naturalmente sullo sfondo l’obiettivo del progetto, il completamento dell’edificio polifunzionale e la fase di gestione finale, che dipenderà in parte dalle soluzioni e risorse che verranno messe in campo nella fase di sperimentazione, che diventerà il vero obiettivo del progetto: non un modello definito rigidamente ma un processo riflessivo e adattivo, costruito insieme al territorio, perché in questo risiede la vera innovazione sociale del progetto.

Ecco le domande e i dubbi sollevati dai cittadini della redazione del blog e le risposte curate sempre dai coordinatori del progetto.

  1. Specificare meglio: “Saranno avviate iniziative di raccolta fondi”

Al momento purtroppo non possiamo essere più specifici perché stiamo ancora definendo con Antoniano Onlus le modalità di realizzazione della campagna di raccolta fondi. Nelle modifiche di progetto che stiamo presentando alla commissione europea abbiamo indicato che serviranno a finanziare attività collaterali, che non sono previste nel progetto. L’utilizzo della raccolta fondi sarà una delle questioni che saranno discusse con i cittadini all’interno del percorso partecipato, ma serviranno a rispondere ad un bisogno molto specifico, come l’acquisto di attrezzature e materiali che non erano stati previsti nel progetto, o la realizzazione di azioni concrete per sostenere il percorso di costruzione della comunità.

  1. Le iniziative volte a garantire la sostenibilità economica del progetto, una volta venuto meno il contributo dell’UE, non sarebbero dovute essere quelle attività previste dal progetto fin dall’inizio e cioè: ristorante multietnico, bed end breakfast, ostello?

La sostenibilità economica sarà sicuramente basata sulle attività previste dal progetto fin dall’inizio, ma potrebbero aggiungersi altre forme di entrata, come l’affitto dei locali per eventi, la realizzazione di corsi a pagamento, ecc. Oltre a questo Salus Space diventerà certamente attrattore di altri investimenti per sviluppare nuove potenzialità. Per esempio abbiamo già presentato una proposta per un progetto H2020 con la Facoltà di Agraria sul tema degli orti e di possibili attività imprenditoriali da avviare negli spazi di Salus Space. Altri progetti potrebbero essere costruiti con il Quartiere Savena o con le Fondazioni Bancarie di Bologna

  1. Per quanto riguarda il ristorante, come si può pensare che i cittadini vadano con piacere a ristorarsi (lasciando lì i loro denari) in un “container”, anche se dovesse fregiarsi dell’attributo “multietnico”?

Quelli che noi, per comodità, chiamiamo container, in realtà sono prefabbricati spaziosi e dotati di ogni comfort. Il prefabbricato polifunzionale con i suoi 60 mq.potrà svolgere anche la funzione di sala per il ristorante. Ci sono varie esperienze di ristorazione nei container in Europa che hanno avuto un grande successo, anche per la innovatività della soluzione proposta.

  1. Se queste forme di auto sostentamento tardassero ad entrare nel circuito virtuoso del sistema Salus Space, non sarebbe saggio che il comune di Bologna mettesse a bilancio entro l’anno un contributo che potesse momentaneamente sanare le mancate entrate?

Il Quartiere ed il Comune possono prevedere eventuali finanziamenti aggiuntivi, perché hanno a cuore la buona riuscita del progetto. Una prova viene dal fatto che l’edificio polifunzionale sarà realizzato extra-budget, a spese del Comune, una volta finito il progetto europeo. Tuttavia desideriamo minimizzare questo rischio e lavoreremo molto nei prossimi mesi per sviluppare i due piani di sostenibilità. Eventuali fondi integrativi potrebbe derivare come detto anche da altri progetti europei, in quanto il progetto continuerà ad avere una valenza ed una visibilità a livello europeo.

  1. Perché non si è fatta partire la formazione dei 100 professionisti che serviranno a sostenere il processo di coinvolgimento già durante il periodo d’inattività dei mesi passati?

Il programma era quello, ma dato che si è posticipata la consegna dei lavori, avviando subito i corsi di formazione si sarebbe rischiato di lasciare un vuoto tra la fine della formazione e l’inizio dei lavori, rischiando un senso di frustrazione e inutilità da parte dei partecipanti. Ritardare anche la formazione fa si che le persone formate non debbano aspettare mesi prima dell’avvio delle attività.

  1. Perché ASP non può fare altrettanto andando ad individuare e, quindi, formare le persone aventi diritto ad abitare momentaneamente in Salus Space?

La selezione degli abitanti avverrà anch’essa in modo che il processo si concluda in tempo per l’inserimento del primo nucleo di abitanti, con la consegna dell’edificio residenziale, prevista per la primavera del 2020. Tutte le azioni hanno subito spostamenti per allinearsi con il cronoprogramma dei lavori in modo da eliminare eventuali “tempi morti”.
Comunque si inizierà a lavorare su questo tema a breve, con il percorso di costruzione della carta dei valori previsto per il mese di aprile. Il tema sarà oggetto di presentazione in occasione del prossimo incontro pubblico del 9 aprile nella sede del Quartiere Savena

Il 10 settembre 2018 si sono conclusi i lavori di demolizione di Villa Salus. La ditta che se ne è occupata ha consegnato le chiavi dell’area Salus Space al Comune di Bologna, lasciando una spianata libera dai detriti e da ogni altro tipo di materiale.

Entro la fine dell’anno il Comune di Bologna procederà alla pubblicazione dei bandi per l’affidamento dei lavori di costruzione della palazzina residenziale e per la ristrutturazione della ex-camera iperbarica.

Nel frattempo sarà effettuata la bonifica bellica, per escludere l’eventuale presenza di ordigni nell’area di Salus Space e si faranno le verifiche necessarie per l’installazione di una nuova cabina Enel. A breve sarà fissata una nuova data per convocare i cittadini del Quartiere Savena in un’assemblea pubblica per tenerli aggiornati sull’andamento del progetto.

Villa_Salus_abbattuta

Era cominciata nei primi giorni di luglio la demolizione di Villa Salus e si sta concludendo dopo due settimane di lavori. Alla demolizione in senso stretto, seguirà la fase di cernita e smaltimento del materiale.

Entro agosto il lavoro, affidato attraverso un bando alla ditta ICOSTRA srl di Genova, dovrebbe essere terminato.

demolizione_Villa_Salus

Nelle immagini sono riprese le fasi iniziali della demolizione, che è avvenuta attraverso l’utilizzo di mezzi meccanici per la demolizione e di idranti
per contenere il sollevamento delle polveri.

 

Blend elementum consequat lacus, sit amet pulvinar urna hendrerit sit amet. Sed aliquam eu ante a ultricies. Interdum et malesuada fames ac ante ipsum primis in faucibus. Fusce elementum felis lorem, eget scelerisque enim blandit quis.

Massa turpis ornare nec commodo non, auctor vel cursus vestibulum varius hendrerit turpis quiseam cursus.

X
Questo sito usa i cookie per offrirti la migliore esperienza possibile. Procedendo con la navigazione sul sito o scrollando la pagina, accetti implicitamente l'utilizzo dei cookie sul tuo dispositivo. Informativa sull'utilizzo dei cookie Accetto