Andiamo nel II secolo dopo Cristo con la nuova proposta di Giovanna Lima, che ci presenta la “Favola di Amore e Psiche”, scritta da Lucio Apuleio. E’ la sesta proposta curata da una delle animatrici dei pomeriggi di “Lettura ad alta voce” organizzati dal Comitato Due Madonne. Il primo articolo è stato dedicato a Pirandello, il secondo a Guy De Maupassant, il terzo a Dino Buzzati, il quarto a Stevenson, il quinto a Voltaire.
I grandi della letteratura classica antica e moderna parlano alla nostra mente… Ascoltiamoli!
Titolo: “Favola di Amore e Psiche”
L’autore: Lucio Apuleio nato in Numidia (l’attuale Algeria) intorno al 125 d.c. e morto intorno 170 d.c. Studiò a Cartagine e si perfezionò a Roma
e ad Atene. Fu uno dei più originali prosatori latini. Alternante la sua personalità di scrittore tra la magia che lega l’uomo al divino e la filosofia
platonica. Suo capolavoro “le Metamorfosi” in 11 libri in cui è inserita la “Favola di Amore e Psiche”.
Trama: Psiche è una principessa tanto bella da generare invidia in Venere che incarica suo figlio Eros di colpirla con una freccia e farla innamorare di un mostro. Eros però colpisce per errore se stesso e s’innamora perdutamente di Psiche; la rinchiude in un castello magico dove si amano sempre nel buio perché lei non deve vedere mai il volto del dio.
Le sorelle di Psiche insinuano in lei il dubbio che il suo amante sia un mostro e la fanciulla, con una lampada ad olio, illumina Eros mentre dorme; ma una goccia cade sul suo corpo. Eros si sveglia, si arrabbia e l’abbandona. Disperazione di Psiche che Venere sottopone a diverse e difficili prove. Guarita la bruciatura però Eros torna e porta la fanciulla sull’Olimpo dove Giove le dona l’immortalità così potrà essere sempre vicina al suo divino amore.
Trama ragionata: Eros esprime la passionalità maschile che pone l’interesse nella passionalità intensa che seduce, corteggia e a volte inganna;
Psiche è la passionalità femminile legata al vedere se stessa nel desiderio del suo amante; Venere onnipotente e gelosa dea immortale, mai uscita dalla contemplazione di sé, emblema di una femminilità idealizzata contro quella di Psiche femminilità vissuta. Le due sorelle di Psiche non sono così belle ma sono già spose, e quindi donne nella tacita mediocrità.