Salus SpaceArchives

Dopo alcuni mesi di sospensione dovuta alla situazione creata dalla pandemia, il Gruppo di Valutazione partecipata e la Redazione di Salus Space tornano ad incontrarsi. Sarà un incontro congiunto, in presenza, nel pieno rispetto delle norme anti-Covid.

La riunione avverrà martedì 20 ottobre, alle 18, nella sala Polivalente al piano terra, la Sala Martelli, nel Centro Civico di via Faenza 4, Quartiere Savena.

Oltre ai cittadini che fanno parte dei due gruppi, attivi dal momento di avvio del progetto, tutti gli interessati possono partecipare, annunciando la propria presenza scrivendo alla mail: valutazione@saluspace.eu.

All’ordine del giorno le novità sul progetto, lo stato dei lavori e le attività previste per i due gruppi di lavoro.

 

Gli esemplari di pino marittimo, come volgarmente chiamiamo il pinus pinea – pino italicocontinueranno a costeggiare il viale d’ingresso alla futura Salus Space, ma saranno sostenuti da tiranti, per impedire che le biforcazioni dei rami possano cedere, i due platani centenari accoglieranno abitanti e visitatori, insieme ad un nuovo platano che verrà piantato come due querce, alberi che fanno parte della tradizione del nostro territorio e che segneranno il confine tra la campagna circostante e il giardino.

Viale_Salus_Space

Saranno 33 le nuove piantumazioni, una settantina gli abbattimenti dovuti a motivazioni diverse: cattive condizioni degli alberi, troppa vicinanza agli edifici, troppa vicinanza tra loro, esigenze del progetto.

platani_centenari_Salus_Space

Questo e molto altro ci ha spiegato la dottoressa Barbara Negroni, che per il Comune di Bologna ha eseguito un’indagine agronomica, effettuando perizie, analisi e valutazioni sul verde esistente e futuro.
Sentiamo le sue conclusioni, nell’intervista realizzata dalla redazione di Salus Space…

Intervista di Rita Roatti e Sergio Palladini
Foto di Michele Lapini

Per ascoltare l’intervista completa:
prima parte
seconda parte

Prosegue il racconto dei lavori di demolizione della vecchia Villa Salus. Al posto dell’ex casa di cura di via Malvezza, abbandonata ormai da anni, prenderà vita il progetto Salus Space.
Testo e immagini di Sergio Palladini

“Nell’esame pratico di scuola guida per caterpillar di solito fanno abbattere vecchie cliniche stando attenti a non ferire gli ammalati nei letti”: forse chi ha demolito Villa Salus non conosce questa battuta di Gene Gnocchi, ma di sicuro avrebbe potuto prendere la patente anche ai tempi del professor Scaglietti, quando l’edificio in via Malvezza brulicava di vita. L’unica differenza è che ora, nel deserto di questo luglio 2018, la “pars destruens” del progetto Salus Space può finalmente completarsi abbinando chirurgica perizia e ghepardica velocità. E l’umarell in ognuno di noi, come per incanto, dimentica la malinconia per qualcosa che scompare e comincia a infalenirsi attorno a un cantiere sempre più vivo. Per sua fortuna Bologna è fondata sui “lavori”, che aprono periodiche voragini sugli stessi marciapiedi, là dove il passeggino e la ruspa, il martello pneumatico e la bici con le ruote arancioni praticano una civile convivenza. Gli stessi “lavori” che risuonano sulle facciate di certi palazzi, nascosti da ampi teli pubblicitari, e che riempiono i passi carrai di furgoni dalle sempiterne quattro frecce. “Vado, ho da fare dei lavori”, ho detto l’altro giorno a un conoscente prima di incamminarmi verso Villa Salus per scattare alcune delle foto qui riprodotte. “Passa da dietro”, mi ha consigliato lui: “Il cancello è chiuso perché stanno facendo i lavori in corso”.

 

 

“Mi chiamo Eliana Zunarelli. Vivo nel Quartiere Savena da 60 anni e per 40 anni ho fatto l’apicoltrice…”
Eliana è un’appassionata cittadina del quartiere, che ama il verde e la natura, le piace darsi da fare per aiutare gli altri e da poco è entrata a far parte della nostra Redazione Partecipata.
“Io abito in via Cavazzoni, lì prima non c’era nulla, solo campi a perdita d’occhio punteggiati qua e là da qualche casa colonica. Poi negli anni ’80 i campi sono spariti per far posto agli insediamenti urbani”. Eliana ha visto un po’ alla volta il quartiere cambiare e modificarsi nel corso di questi anni, e con nostalgia ricorda i pini e i cedri del Libano che costeggiavano le strade. Per presentarsi ufficialmente ai lettori del nostro blog, Eliana ha deciso di raccontare l’attività che nella sua casa in Val di Zena, insieme al marito, ha portato avanti per tanto tempo: l’apicoltura.
Il Savena per Eliana non ha segreti e ha già in mente qualche angolo verde che potrebbe ospitare una piccola arnia. Ecco cosa ci ha scritto

arnie

Condividevo casa con una cara amica, un giovanotto veniva a dare lezioni di matematica a lei e al suo ragazzo. Quel giovanotto desiderava iscriversi ad Agraria poiché era interessato ad allevare api e a quella facoltà si poteva accedere senza troppi obblighi di frequenza. Fu così che andai ad iscriverlo io, che avevo più tempo di lui, e conobbi Paolo, con il quale ho condiviso fino ad oggi la mia vita. Sono trascorsi 44 anni di lavoro insieme e di buona vita.
Mi fu consigliato, per fare l’apicoltrice, di fare molti corsi per togliermi dall’ignoranza, imparare l’arte e prepararmi alle gioie e ai dolori che questo lavoro avrebbe comportato (…)

Le api sono vive, e come esseri viventi sentono il tempo, la fame e si ammalano per ragioni naturali ma soprattutto per le idiozie di noi uomini. A cosa servono le api? Ormai tutti sappiamo che, se improvvisamente le api ed i pronobi, che sono impollinatori, morissero, nel giro di qualche anno anche noi faremmo la stessa fine. Alcune piante si impollinano da sole e si riproducono, altre si affidano al vento, altre agli insetti. Le api sporcandosi di polline continuano tutto il giorno a bottinare su fiori della stessa specie, così facendo inseminano e la pianta attraverso la maturazione dei frutti si riproduce. Sono selettive e quando cominciano a bottinare su di una specie, ci danno dentro finché ce n’è (…)

Poiché per vivere le api immagazzinano carboidrati (miele) e proteine ( polline) gli uomini, gli orsi e qualche altro ladro hanno pensato bene di saccheggiarle e portare via loro il miele, uccidendole. Questa pratica è stata usata dall’antichità fino all’inizio dell’800, quando finalmente gli uomini capirono che non potevano uccidere le api per portare via loro il miele; così, non per compassione, ma per interesse, inventarono l’apicoltura razionale. Cominciarono ad osservare attentamente le api e costruirono case e favi simili ai nidi naturali, ma ispezionabili, dividendo il nido dal melario (…)

Facendo l’apicoltrice ho imparato molte cose, la più importante è rispettare e conoscere la vita delle piante, degli animali e dell’ambiente. Le api non sono creature angeliche, ma rispondono e si adattano ai loro bisogni, se c’è cibo per tutti, tutti ne godono, altrimenti saccheggiano le famiglie più deboli; così qualcuno di loro sopravvive e la specie non si estingue. Le regole interne dell’alveare sono stabilite da leggi senza appello. La regina feconda e depone le uova e secerne dei ferormoni che caratterizzano la sua famiglia.

Le faccende interne all’alveare si regolano così: le api giovani puliscono, fanno le nutrici, ventilano perché dentro l’alveare non ci sia troppo umidità e si mantenga una temperatura costante, fanno le guardiane e si irrobustiscono e poi usciranno a bottinare, invecchieranno e saranno sostituite dalle giovani, vivranno tutto l’inverno, in primavera aiuteranno le piccole api e poi moriranno.
Ovviamente ci vogliono anche i maschi che fecondano la regina durante il volo nuziale. I maschi popolano l’alveare durante l’estate, ma se ci fossero cali di raccolto vengono soppressi, perché non bottinano e devono essere alimentati, pertanto niente pietà, la natura non è melensa, è terribilmente pratica.

Eliana Zunarelli

“Siamo partiti nel 2015 che il Quartiere Savena aveva il 41,7% di raccolta differenziata e siamo arrivati nel 2017 al 59,8%. Sulla singola differenziazione abbiamo visto che c’è ancora del lavoro da fare, perché carta, plastica e vetro vengono conferiti bene, c’è ancora un po’ di confusione su organico e indifferenziato”.

La presidente del Quartiere Savena Marzia Benassi, ai microfoni della Redazione Partecipata, dà un po’ di dati sull’andamento della raccolta differenziata a tre anni dalla sperimentazione del sistema a calotta per i rifiuti indifferenziati, modello che entro l’autunno del 2018 sarà esteso anche agli altri quartieri di Bologna. Questo nuovo tipo di bidone permette il conferimento di sacchi piccoli di spazzatura (massimo 22 litri) che, in seguito, saranno dotati di microchip per il riconoscimento del codice fiscale. Il sistema servirà da un lato a premiare con un risparmio diretto sulla bolletta il cittadino virtuoso e dall’altro a sanzionare chi differenzia male.

Abbiamo già raccontato del malcontento che molti cittadini hanno espresso su questo nuovo modello di cassonetto, a causa dell’abbandono da parte di molte persone di sacchi di rifiuti di fianco ai bidoni, perché troppo grandi per la calotta.

La Presidente sottolinea l’urgenza di campagne di educazione civica e di campagne informative rivolte ai cittadini, per motivarli e per aiutarli a capire l’importanza della raccolta differenziata. “E’ una questione di cultura, non solo quella legata ai tematiche ambientali. Riguarda il futuro e quello che stiamo lasciando ai nostri figli. Bisogna educare gli adulti e gli anziani, perché i bambini sono molto più attenti e sensibili di loro”. Alla domanda su come fare Marzia Benassi risponde “Ad esempio con le feste di quartiere o all’aperto nelle aree verdi della zona, coinvolgendo quartiere e comune, Hera e i cittadini. Distribuendo opuscoli informativi e facendo azioni pratiche di sensibilizzazione”.

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Educazione ambientale, valorizzazione del territorio e tutela del verde urbano. Di questo si occupa l’associazione Selenite che dal 2008 lavora nel Quartiere Savena, a Bologna, per diffondere la cultura della conoscenza e del rispetto dei valori ambientali.
La Redazione Partecipata ha incontrato l’associazione in occasione della Festa di Natale dello scorso dicembre al centro civico del Quartiere e ha intervistato Andrea, uno dei volontari dell’associazione.
“Selenite ha un forte legame con il territorio, da molti anni collaboriamo con tante realtà del nostro quartiere come enti pubblici e di formazione. Lavoriamo spesso con il Parco regionale dei Gessi e Calanchi dell’Abadessa, organizzando trekking e itinerari narranti alla scoperta dei paesaggi e degli alberi secolari del parco”, racconta il volontario ai microfoni della redazione.

L’interesse per l’aspetto formativo e per la promozione della cittadinanza attiva si traduce in un lavoro capillare che l’associazione svolge con le scuole del territorio con percorsi didattici particolari: “con un gruppo di ragazzi della scuola media curiamo un orto didattico, in via Lombardia 36. Seminiamo, coltiviamo e ci occupiamo di tutti i lavori manuali utili alla cura dell’orto. Alla fine dell’anno siamo riusciti a mangiare qualche ortaggio prodotto da noi, e abbiamo organizzato anche una grande festa per condividere il momento della raccolta. È stata anche un’occasione per conoscere altre persone, soprattutto chi viene da un altro paese e ha tradizioni diverse dalle nostre”.

La profonda conoscenza del territorio da parte dell’associazione Selenite ha spinto i cittadini-redattori del blog di Salus Space a fare qualche domanda anche sul progetto di rigenerazione dello spazio dell’ex casa di cura di Via Malvezza: “sappiamo del piano di riqualificazione di Villa Salus, però non ne conosciamo tutti i dettagli”, risponde Andrea e continua “immaginiamo che per una struttura di questo tipo debbano essere presi provvedimenti drastici, ma non sappiamo cosa accadrà dopo”.

Questo l’audio completo


L’intervista è stata realizzata da Rita Roatti

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Continuiamo con la carrellata di voci che abbiamo raccolto durante la festa di Natale che si è tenuta lo scorso 14 dicembre nella Piazza Coperta della sede del Quartiere Savena.
Tra un canto di Natale e un’esibizione di tango la Redazione Partecipata, con registratore alla mano, ha intervistato i cittadini e le cittadine che partecipavano all’evento chiedendo pareri e riflessioni sul futuro di Salus Space. Ecco cosa ci hanno detto:

“Io ho scoperto del progetto di rigenerazione dell’ex casa di cura dalla stampa locale e ho capito che nascerà un luogo di accoglienza e di inclusione e sarà gestito da più associazioni in modo corale; saranno presenti laboratori e un ristorante multietnico. Non so però quale siano i tempi di realizzazione e da dove arrivano i finanziamenti. Credo però che sarà un arricchimento per la zona, dato che finora Villa Salus ha vissuto in uno stato di abbandono e di degrado”.

Un’altra cittadina ci racconta di aver partecipato a molte delle iniziative che sono state organizzate in questi mesi, come la passeggiata nel quartiere e la festa nel parco della Villa, ma non nasconde il dispiacere per l’abbattimento della vecchia struttura. “É un edificio storico e per questo non vorrei che fosse demolito, ma capisco che a volte non ci sono altre soluzioni. In più negli ultimi tempi sempre più adolescenti si intrufolavano di notte nella villa ed era pericoloso. Poi da quello che ho capito ci sarà una prima fase di riqualificazione della struttura e successivamente si passerà ai progetti di aggregazione tra  associazioni che hanno uno scopo sociale e culturale”.

“Io invece conosco pochissimo questo progetto e non sapevo che fosse stata prevista la demolizione della struttura e io sarei favorevole ad una ristrutturazione conservativa. Negli ultimi anni ho percepito molto l’aspetto più inquietante dell’edificio, perché spesso è stato occupato da persone senza fissa dimora ed è stato oggetto della curiosità di molti ragazzini che ci entravano di notte ignari dei pericoli di un’azione del genere. Sono contenta che oggi si stia ripensando a questo spazio, ma allo stesso tempo sono anche preoccupata perché potrebbe esserci una cattiva gestione di denaro pubblico. Potrebbe essere una bella occasione per la zona, perché mancano dei luoghi di aggregazione e di socialità, ma per ora il mio giudizio non è del tutto positivo”.

Queste sono le riflessioni di una delle volontarie dell’associazione Mondo Gatto che era presente con un banchetto nella sede del Quartiere: “Salus Space potrebbe essere un’eccellente iniziativa, perché ora c’è solo abbandono e degrado. Prima di passare però ad una progettazione così complessa dovrebbe essere ripensato e potenziato il sistema di trasporti che collega quella zona con il resto della città, altrimenti si rischia di avere un luogo bellissimo ma difficile da raggiungere”.

Altri cittadini che abbiamo incontrato durante la serata non avevano un quadro chiaro del progetto, altri invece non ne conoscevano l’esistenza. Non solo entusiasmo per l’idea di rigenerazione, ma anche preoccupazione per il futuro: per l’integrazione tra la futura comunità degli abitanti di Salus Space e i cittadini del quartiere e per la demolizione dell’edificio storico e la conseguente costruzione del nuovo, che potrebbe avere i lunghi tempi italiani di lavorazione.

Questo l’audio completo

Le interviste sono state realizzate da Rita Roatti

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La Redazione partecipata di Salus Space è stata alla festa di Natale che si è tenuta nella sede del Quartiere Savena giovedì 14 dicembre 2017. Erano stati allestiti molti banchetti per le diverse associazioni del quartiere, con i loro prodotti e qualche suggerimento per i regali. I cittadini e le cittadine della Redazione partecipata, armati di microfoni, hanno intervistato le realtà che erano nella Piazza Coperta del Centro Civico di via Faenza, raccogliendo esperienze e racconti di chi il territorio lo vive tutti i giorni.

Abbiamo parlato con lassociazione Selenite, che si occupa di comunicazione ed educazione ambientale, lavorando nelle scuole del quartiere con alcuni progetti per la cura del verde urbano; abbiamo ascoltato l’esperienza dell’associazione Amici dei Popoli, un’organizzazione non governativa di cooperazione internazionale che cerca di sviluppare relazioni tra popoli e culture, lavorando in paesi come Eritrea, Etiopia e Rwanda. L’ultima associazione che ha accolto la nostra Redazione partecipata è stata Mondo Gatto, un’oasi felina che ospita all’incirca quindici gatti ed è gestita da sole donne.

E poi voce ai cittadini e le cittadine che erano presenti all’evento: “Conosci il progetto Salus Space?”, “Cosa ne pensi?”, “Cosa ti aspetti che sia realizzato?” sono alcune delle domande che sono state rivolte loro. Alcuni dei cittadini ancora non conoscevano bene i dettagli del progetto Salus Space, altri invece avevano letto molto sui giornali locali; altri ancora avevano partecipato alle riunioni organizzate dai partner. Dalle interviste è emerso l’entusiasmo della cittadinanza per la rigenerazione dello spazio dell’ex casa di cura in Via Malvezza, ma anche molta preoccupazione per la gestione futura e per l’integrazione con gli abitanti della zona.

Nei prossimi articoli vi presenteremo nel dettaglio le associazioni e vi faremo sentire le voci dei cittadini e delle cittadine.

Ecco alcuni scatti

Il Think Tank di Salus Space è a lavoro e il primo degli appuntamenti in programma è lunedì 23 ottobre. E’ una sorta di “pensatoio” che  svilupperà il concetto di welfare generativo e partecipativo ponendo al centro la relazione, il coinvolgimento e il coprotagonismo.

Il Think Tank, azione del progetto, è gestito dall’Istituzione per l’Inclusione sociale e comunitaria Don Paolo Serra Zanetticon il supporto del Ces.co.com e dell’Università di Bologna.

Il centro di ricerca avrà sede negli spazi della futura Salus Space e precisamente nella Palazzina (ex camera iperbarica), ospiterà una sala convegni, una biblioteca ed uno spazio di coworking. Saranno dei luoghi dedicati all’elaborazione di una nuova idea di welfare che si basa sulla fiducia, sulla socialità, sulle idee di convivenza e cittadinanza.

Ecco il calendario degli eventi da ottobre a dicembre 2017: lunedì 23 ottobre alle 17.00, un incontro con l’antropologa Matilde Callari Galli (Presidente dell’Istituzione per l’inclusione sociale Serra Zanetti e Presidente del Think Tank) per discutere di welfare interculturale e trasformazioni antropologiche, al MET di Cantieri Meticci in via Gorki 6 a Bologna. Qui la sua relazione. Poi il 25 ottobre il gruppo di lavoro del Think Tank sarà dalle 16 a Palazzo d’Accursio, in Sala Tassinari, per la presentazione interattiva del progetto di Salus Space attraverso sei tappe di un percorso guidato.
Si prosegue poi martedì 31 ottobre alle 11 con l’incontro sui temi del welfare e dell’innovazione sociale con il sociologo dell’Università di Bologna Riccardo Prandini, in Aula dei Poeti, Strada Maggiore 45.
Empowerment, comunità e l’identità come risorsa e non come limite è il focus del seminario di giovedì 23 novembre al Centro Zonarelli via Sacco 6 tenuto da Alessandro Tolomelli, ricercatore all’università di Bologna in pedagogia sociale, inizio previsto per le 17.00.
All’Urban Center in Piazza Nettuno 3, martedì 28 novembre alle 17 Alessandro Martelli, docente al Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia all’Università di Bologna, cercherà di ricostruire le diverse definizione di welfare, e infine martedì 5 dicembre ore 17 Marco Castrignanò, docente in sociologia dell’ambiente e del territorio (Università di Bologna), ci parlerà di quartieri, comunità e capitale sociale alla Sala Marco Biagi, via Santo Stefano 119.

Per capire meglio cos’è il Think Tank la Redazione partecipata ha intervistato Roberta Paltrinieri, coordinatrice del corso di laurea magistrale del Dipartimento di Sociologia dell’Università di Bologna e responsabile scientifico di Ces.co.com. “E’ un luogo di scambio di conoscenza, un luogo di approfondimento e sperimentazione sui temi che riguardano Villa Salus e il suo futuro. Il progetto di Salus Space ha vinto il bando europeo perché – spiega Paltrinieri – riesce a coniugare il tema dell’integrazione con quello dell’innovazione sociale e questo è un esperimento del tutto nuovo che necessita di essere osservato e problematizzato”.


L’orizzonte verso cui si muove il lavoro del Think Tank è la sperimentazione di nuove pratiche generative, sostenibili e partecipate nelle quali cittadini e cittadine siano attori “attivi”, prendendo parte alle decisioni sugli spazi e sulla vita sociale, per contribuire a ricostruire un senso del collettivo e favorire l’integrazione.

Abbiamo deciso di organizzare molte iniziative che hanno la formula del seminario: i relatori saranno esperti e professori dell’Università di Bologna che ci illustreranno alcune teorie e principi fondamentali da applicare all’interno del progetto. Parleremo di intercultura, di innovazione sociale e di quartieri; parleremo di capitale sociale e di rigenerazione urbana. Questo ci permetterà di avere una visione comune e condivisa sul lavoro da fare a Salus Space”, sottolinea Paltrinieri.

Un cantiere di idee, un laboratorio e uno spazio in cui essere tutti produttori di contenuti, studiando una nuova declinazione di welfare. “Stiamo sviluppando un’accezione diversa da quella canonica e conosciuta dai più. Esistono già molteplici definizioni di welfare, quella a cui però noi come Think Tank e come progetto Salus Space facciamo riferimento è di welfare generativo”, spiega la responsabile di Ces.co.com.

Generare valore, risorse e competenze che siano poi in grado di sostenersi da sole, senza bisogno di un intervento esterno, responsabilizzando e formando le persone che ricevono l’aiuto. Questa è la base da cui parte questo modello di politiche sociali: la persona diventa una risorsa e non più un problema.

“Per noi, ad esempio, è stato importante coinvolgere tutti gli stakeholders del territorio, per lavorare su relazioni che già esistevano, ma che aspettavano solo di essere attivate. Oltre che generativo, il welfare che vogliamo mettere in campo è anche partecipativo e interculturale, perché coinvolge in prima persona i cittadini e le cittadine del quartiere e anche tutte quelle persone che saranno future destinatarie dei servizi di Salus Space. Saremo tutti insieme produttori di innovazione sociale”.

Un autunno ricco di appuntamenti quello che è ormai alle porte. I gruppi di lavoro di Salus Space si lasciano l’estate alle spalle, programmando una fitta agenda di incontri.

La prima data da cerchiare nel calendario è mercoledì 20 settembre, alle 15.30, per l’incontro con il gruppo Orti a Villa Aldini, in via dell’Osservanza 72, per parlare e progettare insieme i diversi tipi di orti che nasceranno nel parco che circonderà Salus Space.

Giovedì 21 settembre, sarà invece il turno del gruppo di Valutazione Partecipata, che alle 18.00 dà appuntamento al Centro Sociale La Dacia di via Lincoln 22/3. Durante l’incontro il gruppo analizzerà le interviste fatte ai partecipanti alla giornata del 4 luglio “Porte aperte a Villa Salus“, quando, le nostre valutatrici e i nostri valutatori, hanno raccolto pareri e osservazioni sull’evento.
Tra i lavori in programma per il pomeriggio c’è anche una prima fase di progettazione dei piani di valutazione previsti dal progetto Salus Space, che riguardano tre ambiti specifici: il wellbeing/ideare, un percorso per definire, insieme ai partner, agli operatori e ai futuri beneficiari, le caratteristiche essenziali del progetto da realizzare; il secondo ambito riguarda la realizzazione di un percorso di formazione per chi lavorerà al progetto SALUS W Space, per realizzarlo concretamente. Infine, terzo tema dell’incontro, sarà welcome/gestire, ovvero come realizzare la gestione delle diverse start-up che dovranno nascere: ostello, residenze collaborative, ristorante multietnico, laboratori artigianali e artistici e orti.

Per capire meglio chi sono e cosa fanno i valutatori del progetto Salus Space vi proponiamo un’intervista realizzata dalla nostra redazione partecipata durante il pomeriggio di festa del 4 luglio nel giardino di Villa Salus.


La redazione partecipata aspetta nuovi cittadini/repoter che abbiano voglia di sperimentarsi e di raccontare il territorio e il quartiere, con foto, video o con la scrittura! L’appuntamento è sempre al Centro Sociale La Dacia, in via Lincoln 22/3, giovedì 28 settembre alle 18.00.

L’ultima data da segnare è mercoledì 25 ottobre, quando tutti i partner del progetto Salus Space incontreranno i cittadini e le cittadine del quartiere, in un incontro pubblico che sarà in Sala Tassinari a Palazzo d’Accursio, in Piazza Maggiore 6, alle 16.00. Sarà l’occasione per capire e per ascoltare dagli esperti quale sarà il “volto” della futura Salus Space.

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