Salus SpaceArchives

Si è parlato di innovazione sociale, welfare interculturale e nuove forme di ospitalità turistica innovativa al convegno “Oltre l’integrazione-pratiche innovative di ospitalità e welfare interculturale“, organizzato da It.a.c.a. migranti e viaggiatori: festival del turismo responsabile.  e Comune di Bologna, all’interno del Progetto Salus Space. Dopo la mattinata dedicata in gran parte alla presentazione del progetto che prenderà vita in via Malvezza,si è svolta nel pomeriggio la tavola rotonda: “Turismo come forma innovativa di integrazione”, con la presentazione di alcuni esempi di strutture di accoglienza, estere e italiane, che sono riuscite a sviluppare accanto alla tradizionale attività di business, una forma di integrazione sociale, coinvolgendo in maniera attiva richiedenti asilo e persone con fragilità.

La prima testimonianza è stata quella di Gabriela Sonnleitner fondatrice del Magdas Hotel di Vienna, spazio interamente ristrutturato dalla Caritas, con il coinvolgimento di rifugiati e richiedenti asilo che oggi lavorano lì e hanno dato vita a un albergo diverso da tutti gli altri. Coinvolgimento e apertura mentale sono state le parole chiave che hanno permesso la realizzazione di questa struttura, pur con pochi soldi, ha raccontato Gabriela Sonnleitner, usando il termine coinvolgimento nel senso più ampio. Alcuni cittadini viennesi hanno partecipato attivamente con gli immigrati al recupero dello spazio in un clima di creatività e divertimento. Apertura menatale ha significato invece capacità di vedere le potenzialità e la ricchezza che ciascuna persona ha potuto offrire al gruppo, trasformando i punti di debolezza in punti di forza.
Il risultato di questa esperienza oggi, è un albergo dove si parlano 27 lingue e dove culture diverse si incontrano in un clima di convivialità, con un team composto da chef provenienti da 14 paesi diversi, in grado di rendere unico questo luogo.

Tornando in Italia, proprio a Bologna, esiste un’ esperienza simile, quella di Matteo Martino e Mattia Castellani della Cooperativa La Piccola Carovana di Crevalcore, che dal 2009 gestisce lAlbergo Il Pallone a Bologna, in via del Pallone 4. Un’esperienza che è riuscita ad associare finalità di inclusione sociale e inserimento lavorativo, proprie delle Cooperative di tipo B, a un’attività di business turistico.
Il 40% dei dipendenti che lavora nella struttura appartiene alle categorie vulnerabili e l’albergo ospita oltre ai tradizionali  turisti anche richiedenti asilo, immigrati e persone in condizione di fragilità, che vengono seguiti da educatori e inseriti in percorsi riabilitativi e formativi.
Molti dei turisti che prenotano sulle piattaforme tradizionali, spesso non sono consapevoli della realtà che troveranno, tutti gli spazi infatti sono ugualmente condivisi: bar, ristorante, giardino, osteria per questo motivo, un compito molto importate è affidato alla reception, dove gli addetti informano e preparano i turisti a questo tipo di esperienza.

di Chloy Vlamidis

 

Oltre l’integrazione. Pratiche innovative di ospitalità e welfare interculturale. Questo è il titolo del convegno che si terrà giovedì 31 maggio 2018 nell’Auditorium Damslab, in piazzetta Pasolini, a Bologna. E’ un evento realizzato all’interno della decima edizione di IT.A.CA’ migranti e viaggiatori: festival del turismo responsabile, nell’ambito del progetto Salus Space.

La mattinata di lavori parte proprio dal progetto che coinvolge l’area di via Malvezza per parlare di inclusione sociale e lavorativa, presentando nuovi modelli di accoglienza di migranti e rifugiati. Nel pomeriggio il focus sarà su ospitalità turistica e accoglienza innovativa. Verranno presentati alcuni casi tra cui quello dell’Hotel Magdas di Vienna, gestito da persone rifugiate e aperto ormai tre anni fa, e della cooperativa Ballarò, che si occupa di ostelli della gioventù in Sicilia, Toscana ed Emilia Romagna.

La giornata sarà chiusa dalla proiezione, alle 20, del documentario Portami via di Marta Santamato Cosentino, dedicato ai corridoi umanitari

Il programma della mattinata

Il programma del pomeriggio

Uno degli elementi innovativi del progetto Salus Space è il mix di funzioni e attività che vi si svolgeranno. Luogo di accoglienza, ma anche di intrattenimento e produzione artigianale e artistica, ristorante multietnico, centro studi. E centro di formazione. Aperto agli abitanti, ma anche al territorio.

Gli abitanti, rifugiati e richiedenti asilo, persone e famiglie in temporanea difficoltà finanziaria, coinvolte nei programmi di transizione abitativa del Comune di Bologna, saranno attivamente impegnati nella gestione dei servizi. L’obiettivo è la creazione di una impresa di comunità. Cefal, come ci spiega Maria Grazia D’Alessandro, si occuperà della formazione delle persone su più livelli

Un altro ambito di formazione è quello delle attività ricettive, anche per formare le persone che gestiranno il Bed & Breakfast che aprirà i battenti all’interno di Salus Space. Di questo si sta occupando Ciof/fp Emilia Romagna, come spiega Luca Lambertini.

Individuare le competenze dei futuri abitanti di Salus Space e accompagnarli in un percorso di auto-impresa. Questo è il compito di Microimpresa, Ong con esperienza in Italia e all’estero. L’intervista a Katia Raguzzoni.

Le interviste sono state realizzate durante l’evento del 25 ottobre 2017 a Palazzo d’Accursio

 

 

 

Tra le attività che si svolgeranno a Salus Space ci saranno laboratori artistici: di recitazione, danza, musica. Ma anche laboratori artigianali.
Sono progettati e coordinati dai Cantieri Meticci, che nel loro lavoro mettono l’accento sulla mescolanza di provenienze e competenze e sui legami con il quartiere e i suoi abitanti. Tra le idee in campo anche i mercatini-spettacolo e l’intreccio tra performance e ristorazione.
L’intervista a Pietro Floridia e Saeide Pourmohammadhajiagha, caricata sul nostro canale youtube.


L’ intervista è stata realizzata durante l’evento del 25 ottobre 2017 a Palazzo d’Accursio

Quando tutto sarà terminato, a Salus Space ci sarà anche un ristorante multietnico con 100 coperti e la possibilità per i clienti, d’estate, di mangiare al fresco, in giardino.

Chi sta pensando alla sua struttura e organizzazione? L’Associazione MondoDonna, partner del progetto e da dieci anni impegnata nel catering specializzato in ricette da tutto il mondo. L’intervista a Eleonora Michelini

Ecco Souad Joumaa, che in questa intervista ci dà la sua ricetta preferita…

Le interviste sono state realizzate durante l’evento del 25 ottobre 2017 a Palazzo d’Accursio

Cosa sarà costruito al posto della Vecchia Salus, in via Malvezza, nel Quartiere Savena di Bologna? Dove sporgeranno le nuove strutture e come saranno organizzati gli spazi per tutte le attività previste?
Il lavoro di co-progettazione è stato coordinato da Icie, Istituto cooperativo per l’innovazione, che ha messo a punto percorsi di analisi studio su nuove forme abitative e condotto i percorsi partecipati tra i partner del progetto sfociati nelle linee guida che definiscono spazi e esigenze della futura Salus Space. L’intervista all’architetto Valerio Vannini

Le linee guida sono state poi affidate a Massimo Monaco, architetto del Comune di Bologna, che – seguendo le indicazioni dei partner – è arrivato alla stesura del progetto vero e proprio.

Le interviste sono state realizzate durante l’evento del 25 ottobre 2017 a Palazzo d’Accursio

 

 

 

Chi abiterà a Salus Space? Ci saranno delle regole da rispettare? Chi le definirà? Quali rapporti si potranno sviluppare con gli abitanti del territorio?

ASP Città di Bologna coordina la parte del progetto definita Welcome: quella relativa al varo del modello di gestione di Salus Space, una gestione che non è solo tecnica, ma anche sociale. Nell’intervista Lorenza Maluccelli ci aiuta a immaginare la futura comunità di abitanti e le relazioni che potranno nascere con il territorio.

L’ intervista è stata realizzata durante l’evento del 25 ottobre 2017 a Palazzo d’Accursio

 

Per salutare l’arrivo del 2018 abbiamo chiesto all’Istituzione per l’inclusione sociale e comunitaria don Paolo Serra Zanetti del Comune di Bologna di aiutarci a fare il punto della situazione per quanto riguarda il progetto Salus Space, di cui sono coordinatori

Mappa Salus Space

Si è concluso, a ottobre 2017, il primo anno di vita di Salus Space. Un report dettagliato è stato trasmesso alla Commissione Europea, insieme ai documenti prodotti in inglese che descrivono l’attività svolta e le linee guida dei partner. Si tratta del primo report di monitoraggio annuale, da cui risulta che il progetto sta procedendo a gonfie vele: tutti gli obiettivi che il progetto si era posto, per questo primo anno di attività, sono stati raggiunti con successo. Al Cities Forum 2017, tenutosi a Rotterdam il 27-28 novembre, il progetto Salus Space è stato presentato all’interno di un workshop sull’innovazione urbana, suscitando grande interesse. Sono sempre più le relazioni internazionali che si stanno costruendo attorno al progetto, e questo è un grande stimolo per continuare a lavorare con impegno.

Sul fronte interno, il progetto architettonico messo a punto dall’Architetto Massimo Monaco è pronto per uscire dagli uffici del Comune di Bologna; nei prossimi mesi sarà completata la raccolta dei pareri di competenza di Ausl e Vigili del Fuoco, mentre sarà approvato il progetto esecutivo della ex camera iperbarica, i cui lavori di ristrutturazione dovrebbero iniziare prima della estate.
Anche l’iter della demolizione di Villa Salus si è concluso con la firma del contratto. L’appalto è stato aggiudicato dalla impresa I.CO.STRA SRL di Genova che inizierà i lavori il prossimo 22 gennaio. Inizialmente l’ impresa aveva proposto la soluzione della demolizione con l’esplosivo, ma la vicinanza con la casa di riposo San Petronio rende l’intervento assai difficile da realizzare, perciò potrebbe essere eseguito con i metodi meccanici tradizionali.

In questi ultimi mesi la associazione El Ihsan, di Nasiru Ahiani, ha completato i lavori di pulizia e sgombero dei materiali all’interno della villa. I mobili che presentavano ancora un buono stato di conservazione sono stati tutti riposti in un magazzino comunale, in attesa di essere restaurati e riposizionati all’interno del nuovo spazio. Tra questi anche il famoso tavolo in marmo dell’obitorio, alcuni tavoli, poltrone, e arredi in legno. La Facoltà di Medicina che opera all’interno dell’Istituto Ortopedico Rizzoli ha effettuato due sopralluoghi nel corso dei quali sono stati selezionati materiali documentali considerati molto interessanti per i lavori di ricerca dell’Università, tra questi numerose ristampe di pubblicazioni di chirurgia ortopedica. Un ulteriore ritiro di materiale verrà effettuato all’inizio di gennaio e riguarderà l’archivio di vetrini, campioni istologici del professor Scaglietti, che verranno anch’essi recuperati e valorizzati ai fini della ricerca medica. Il materiale che non ha interesse medico ma valore storico verrà interamente messo a disposizione del progetto “L’angolo della storia” che intende recuperare la memoria della ex clinica privata di Villa Salus e del suo protagonista.

Proseguono intanto le attività dei gruppi di redazione partecipata (che è curatore del blog Salus Space Story) e valutazione partecipata, animati dal lavoro e dalla passione di alcuni cittadini del territorio. La redazione, aperta a chiunque fosse interessato, si ritroverà lunedì 8 gennaio al centro sociale La Dacia, in viale Lincoln 23.

Nei primi mesi del 2018, si avvierà una nuova fase di coprogettazione, che vedrà impegnati i 17 partner del progetto nella costruzione di un modello di sostenibilità economica, con il supporto scientifico di Microfinanza e con la facilitazione di Ces.co.com, Università di Bologna. In questa fase diventerà rilevante il confronto ed il dialogo con gli stakeholder del territorio, che saranno interpellati, per aiutare i partner a costruire un modello di gestione che fornisca le garanzie di sostenibilità futura ed una rete di collaborazione ampia, condizioni necessarie affinché il progetto sia in grado di sostenersi. I risultati di questa discussione saranno presentati e discussi con la città in un evento pubblico che segnerà anche la conclusione della coprogettazione e l’inizio della implementazione vera e propria.

Sono anche i mesi di maturazione del “Think Tank” di Salus Space. Da gennaio a giugno del 2018 verranno realizzati altri sei incontri e workshop sui temi della innovazione sociale, aperti ai partner e a tutta la cittadinanza, in cui saranno approfonditi diversi aspetti sociali, economici e culturali. Al programma verrà data ampia diffusione.

Restate sintonizzati!

invito 25 ottobre

Appuntamento a Palazzo d’Accursio, in Sala Tassinari, a Bologna, il 25 ottobre 2017 con cittadini e cittadine per una presentazione interattiva del progetto Salus Space attraverso sei tappe di un percorso guidato. Vogliamo camminare insieme sulla mappa del nuovo spazio che sarà aperto alla città in via Malvezza. Lo faremo dalle 16 alle18.30.

Stiamo entrando nel secondo anno di attività del progetto, la demolizione di Villa Salus è prevista per dicembre e si sta completando la progettazione definitiva delle future strutture. Ora entrano nel vivo le singole attività che comporranno il mosaico di Salus Space e ognuna di esse corrisponde a un luogo fisico, ma anche simbolico, a un modo diverso di immaginare una comunità nuova, in grado di coinvolgere il territorio e i suoi cittadini.

Presenteremo i futuri spazi e  le future attività ai cittadini e alle cittadine che il 25 ottobre ci raggiungeranno nella Sala Tassinari di Palazzo d’Accursio. Lo faremo seguendo una mappa immaginaria di Salus Space. Prima però ci saranno i saluti del sindaco Virginio Merola e una breve presentazione curata da Dino Cocchianella, Direttore dell’istituzione per l’Inclusione sociale e comunitaria del Comune di Bologna.

mappa Salus Space

Poi…il viaggio comincia. Ecco le tappe:

  1. Il progetto architettonico
    Villa Salus sarà demolita a partire dal dicembre 2017. Cosa sarà costruito al suo posto, come, con quali finanziamenti?
  2. Il Centro Studi. L’antica palazzina sarà il luogo del pensiero, dell’immaginazione e del racconto.  Ospiterà il Think Tank, cioè il Centro Studi sui nuovi modelli di welfare interculturale, seminari, sale per co-working, la Redazione partecipata che anima il blog Salus Space Story e il Gruppo di Valutazione partecipata. Come saranno organizzati i lavori e chi potrà partecipare alle attività?
  3. Gli orti e il giardino. Chi coltiverà gli orti che nasceranno nell’area? Cosa verrà piantato? Chi se ne prenderà cura?
  4. La comunità degli abitanti. Chi vivrà nella nuova struttura che sorgerà a Salus Space? Quanti posti avrà l’Ostello? Che cosa faranno gli abitanti per mantenere bello e accogliente un luogo che sarà aperto ai cittadini e alle cittadine?
  5. I laboratori artigianali e artistici. Chi li frequenterà? Per fare cosa?
  6. Il ristorante multietnico. Chi cucinerà e cosa? Sarà aperto a tutti i cittadini? Ci saranno tavoli all’aperto in estate?

Il percorso tra le tappe di Salus Space è aperto dalle 16 alle 18.30, in questa fascia oraria i cittadini e le cittadine interessati sono i benvenuti e possono avviare il loro tour quando preferiscono.

Informazioni: info@saluspace.eu

Per essere dei bravi giardinieri hanno dovuto coltivare lo spirito di osservazione, la pazienza, la generosità, il buon umore, il buon senso. E ora raccolgono i frutti di queste doti, sia nei giardini dell’Osservanza che dentro se stessi. Da maggio ad oggi, i ragazzi di villa Aldini hanno piantato e fatto crescere negli orti le verdure di stagione. E mano a mano che le piante affioravano dalla terra e si protendevano verso il cielo, in loro sono cresciute la fiducia, la speranza e l’autostima: niente male, per i profughi e i richiedenti asilo che sul colle fuori porta San Mamolo sono ancora in cerca di una traccia di futuro; ma che per un paio d’ore, in un mite pomeriggio di settembre, ci hanno raccontato di aver cominciato a tracciare un solco che nei prossimi anni potrebbe arrivare fino a Villa Salus, grazie alla comune supervisione di Rescue-AB e all’impegno della squadra di coprogettazione degli orti previsti nell’area dell’ex casa di cura di via Malvezza.

Mentre le nuvole ci passavano sopra silenziose e silenziosi grovigli di radici ci passavano sotto, abbiamo parlato insieme a loro di quegli orti ritagliati nei campi scoscesi del convento francescano. “All’inizio la cosa più difficile”, ci hanno detto, “è stata fare a meno dello sgocciolatore capendo quanta acqua si doveva usare per l’innaffiatura. Quest’estate, quando faceva un gran caldo, le piante avevano le foglie in su e ci dicevano di aver sete. Non parlavano, è vero, ma si muovevano, e bisognava stare attenti per capirlo. Era il loro modo di dire: ci date troppa acqua o, al contrario, ce ne date troppo poca”.

Spirito di osservazione, pazienza e buon senso: almeno per qualche mese, persone arrivate da posti lontani del mondo hanno trovato, in questi orti, il loro posto al mondo. Non sappiamo se ciò sia accaduto per la più ancestrale delle complementarietà, quella tra uomini e piante, esseri viventi che si nutrono gli uni del respiro degli altri. Ma non abbiamo potuto fare a meno di pensare allo scrittore ottocentesco Henry David Thoreau, profeta del ritorno alla natura, che per riconciliarsi con se stesso visse due anni in una capanna in mezzo ai boschi, da solo, uscendone quasi indenne. E non siamo rimasti sorpresi nel vedere persone sradicate muoversi sicure tra i plot delle colture, calpestando una terra dove ora vorrebbero sul serio mettere radici, e non solo per tramandare i trucchi del mestiere ad altri rifugiati.

Abbiamo riconosciuto in loro il legittimo orgoglio di poter innescare un meccanismo virtuoso di autoapprendimento e autonomia: un modus operandi, applicabile anche a Salus Space, che presto ci faremo spiegare dalla viva voce di Giovanni Bazzocchi e Nicola Michelon. I due ricercatori universitari di Rescue-AB parleranno con noi di minimi e massimi sistemi, ma stavolta non ci sarà bisogno di scomodare Thoreau. Basterà ricordare gli sguardi dei ragazzi di villa Aldini, incrociati in un mite pomeriggio di fine estate, per far capire che coltivare un orto è anche questo: una promessa di felicità.

di Sergio Palladini

 

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