Salus SpaceArchives

 

foto di Michele Lapini

A novembre prenderanno il via i corsi previsti dal progetto Salus Space aperti ai cittadini e che coinvolgono anche migranti, rifugiati e richiedenti asilo. Una tappa importante del progetto per coinvolgere gli abitanti del quartiere e per poter creare le competenze necessarie alla futura comunità di Salus Space. La partecipazione ai corsi è gratuita fino a esaurimento posti. È necessario iscriversi mandando una mail a  info@saluspace.eu.

Il primo in programma è quello di teatro sociale a cura di Cantieri Meticci. L’inizio delle lezioni è previsto per lunedì 4 novembre dalle 18 alle 20 nel teatro della parrocchia di Nostra Signora della Fiducia in via Gaetano Tacconi 6. La durata complessiva del corso è di 300 ore e prevede una parte teorica e una pratica. Gli incontri si terranno tutti i lunedì pomeriggio nel teatro della parrocchia. “Durante il nostro corso cercheremo di tirar fuori la creatività, la bellezza e la ricchezza del rapporto con l’altro, aspetti che nel quotidiano non trovano spazio. Dedicheremo le prime ore alla teoria, ma poi introdurremo azioni fisiche di contaminazione: andremo nelle strade, nelle piazze, nelle biblioteche per coinvolgere anche chi non partecipa direttamente al nostro corso e lo faremo attraverso la poesia”, ha spiegato Pietro Floridia di Cantieri Meticci. Per questo corso sono ancora disponibili 12 posti.

Martedì 19 novembre partirà il corso di scenografia teatrale, si svolgerà dalle 14.30 alle 16.30 in via Abba 20/a. Il corso, sempre a cura di Cantieri Meticci, si terrà due volte a settimana il martedì e il giovedì e avrà una durata complessiva di 300 ore. La prima parte della formazione si concentrerà sui materiali e sulle diverse tecniche, per poi realizzare una vera e propria scenografia per lo spettacolo del corso di teatro sociale. L’allestimento nascerà seguendo le indicazioni del regista, ma raccogliendo e valorizzando le idee dei partecipanti per generare un vero processo creativo.

La terza formazione in partenza è a cura del centro studi Rescue -ab dell’Università di Bologna e riguarda la manutenzione del verde e l’orticultura. Il corso inizierà mercoledì 6 novembre alle 16 al centro sociale La Dacia in Viale Abramo Lincoln, 22/3. Anche la formazione sul verde avrà una durata complessiva di 300 ore e si articolerà in una parte teorica, da novembre a dicembre, e in una pratica di studio e progettazione da febbraio a giugno. “Nella prima fase del corso parleremo non solo della parte orticola e di manutenzione, ma indagheremo anche la parte di ecologia urbana, analizzeremo le basi dell’agricoltura ecologica e della gestione del suolo. Insieme impareremo anche a costruire una compostiera domestica. La seconda parte delle lezioni sarà dedicata alle visite studio alle altre realtà ortive della città, come ad esempio gli orti comunitari. Una volta studiato tutto questo decideremo quali tipo di orto realizzare”, ha sottolineato Giovanni Bazzocchi di Rescue Ab.
Le progettazioni ortive che nasceranno durante il corso sono quelle che verranno realizzate poi nei terreni adiacenti a Salus Space. Anche i corsi di scenografia e teatro sociale continueranno nell’area di via Malvezza 2 una volta che saranno installati i fabbricati temporanei previsti dal progetto.

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Lunedì 14 maggio alle 18 si terrà un nuovo incontro con i cittadini del Quartiere Savena: “Come procede il progetto Salus Space?”. Si comincia alle 17,30 con una performance teatrale dei Cantieri Meticci, in piazza Lambrakis, davanti alla Chiesa di Nostra Signora della Fiducia. Alle 18 la riunione aperta a tutti e tutte, nella Sala parrocchiale di via Gaetano Tacconi 67.

Qual è lo stato di avanzamento dei lavori? Come sarà organizzata Salus Space? Chi la gestirà? Come saranno selezionati i futuri abitanti? Chi lavorerà a Salus Space? Quali possibili forme di collaborazione con i cittadini del territorio potranno essere attuate?

Nel corso dell’incontro i rappresentanti del Comune di Bologna e di ASP Città di Bologna formuleranno le risposte a queste domande, che sono state al centro del lavoro dei partner in questi mesi.
Le osservazioni, le riflessioni e le critiche che verranno dai cittadini presenti saranno fondamentali per migliorare e integrare il lavoro fino qui svolto, aiutando i partner a immaginare la Salus Space del futuro.

 

 

Giordana, una delle nostre cittadine redattrici, con un gruppo di volontari scende spesso in strada munita di pinza e sacchetto per la differenziata per raccogliere i rifiuti che le persone lasciano vicino ai cassonetti. Ha una bella pettorina verde che chiede a gran voce nuovi volontari che possano aiutarla.  A breve vi racconteremo di più su questa iniziativa, intanto ecco la mail di Giordana per chi volesse unirsi al gruppo: gio16conda@gmail.com.

Rita, invece, insieme al Comitato Due Madonne ogni giovedì organizza, in collaborazione con Hera, un punto di raccolta rifiuti “Piccoli ma Pericolosi”. E’ passato già qualche anno dalla prima sperimentazione al Quartiere Savena di Bologna della raccolta indifferenziata con il sistema a calotta, e le due cittadine vogliono esprimere il loro punto di vista su questo nuovo modello di raccolta dei rifiuti, che entro la fine dell’autunno sarà esteso anche agli altri quartieri della città. Ecco cosa scrivono

 

A febbraio di quest’anno saranno trascorsi quasi tre anni da quando entrò in funzione, nel quartiere Savena, la così detta “Implementazione del sistema a calotta” che prevedeva la limitazione, presso le Isole Ecologiche Stradali, di rifiuti indifferenziati tramite una dispositivo meccanico (calotta) che ne limitasse la portata a circa 22 litri.

Questi erano gli scopi che si prefiggeva Hera attuando questo nuovo sistema:

– Migliorare la qualità e la quantità della raccolta differenziata.
– Far percepire al cittadino, con una limitazione al conferimento, che il rifiuto non differenziabile è minimo
– In un secondo tempo, predisporre l’identificazione dell’utente per arrivare ad una “raccolta puntuale”.

Per spiegare ai cittadini del quartiere tutto ciò, Hera s’impegnò molto con assemblee pubbliche su tutto il territorio, consegnando a domicilio un kit (lettera alle utenze, opuscolo informativo, il Rifiutologo, Ecoborsa di supporto ai cittadini per differenziare in casa) e utilizzando le associazioni di vicinato in supporto agli info-point.
Il Comitato Due Madonne, di cui faccio parte, partecipò alla campagna informativa col suo gruppo di volontari, già attivi nella raccolta “Piccoli ma Pericolosi”.
A distanza di tre anni bisogna ammettere che, malgrado gli sforzi di Hera per implementare la raccolta differenziata, il sistema a “calotta” ha messo a nudo alcuni aspetti del malcostume popolare. Molti cittadini non si sono adeguati a buttare sacchetti di piccole dimensioni nei cassonetti grigi, abbandonano i loro abbondanti rifiuti, non ben differenziati, di fianco alle calotte o gettandoli direttamente nei cassonetti adibiti alla raccolta di carta, plastica e umido inquinandoli. L’immediata conseguenza è il formarsi di un visibile degrado intorno ai cassonetti con la presenza indesiderata di visitatori poco amati: i topi.
La conclusione che ne traggo è la seguente: forse, prima di mettere alla prova cittadini abituati ad un uso irresponsabile delle isole ecologiche stradali, sarebbe stato meglio educarli con un metodo, secondo me, molto efficace: chi non differenzia paghi di più mentre  chi, virtuosamente s’impegna a differenziare, venga premiato.
Rita Roatti

Lo scorso 16 gennaio ho incontrato la Consigliera del Quartiere Savena Giorgia Resca con la quale ho approfondito il tema “calotte”, e con lei ho espresso il mio personale punto di vista: è importante promuovere educazione civica (non una tantum), organizzando in collaborazione con Hera progetti per le scuole di ogni ordine e grado. Importante è il coinvolgimento delle associazioni per rivitalizzare l’orgoglio di un quartiere rispettoso dell’ambiente e di coloro che ci vivono.


Durante la raccolta “Piccoli ma Pericolosi” che si svolge il giovedì mattina in via Carli, nella sede della Polisportiva Pontevecchio, ho comunicato all’ingegnere dell’Hera Marco Mattioli che, nonostante i dati dicano che la raccolta differenziata sia in leggera crescita, percorrendo a piedi le strade nei pressi delle isole ecologiche (dove non in tutte esiste campana per raccolta vetro e lattine…), c’è degrado pauroso che alimenta ratti e cattivi odori. Credo che visite organizzate di gruppi di cittadini e di scolaresche ad Hera per vedere la filiera di smaltimento rifiuti, potrà senz’altro sensibilizzare la cittadinanza ad un rispetto più rigoroso.  Inoltre sarebbe utile dei cartelloni informativi in più lingue vicino le isole ecologiche e sanzioni per i trasgressori potrebbero essere dei deterrenti.
Giordana Alberti

 

 

 

 


Nel Quartiere Savena da più di tre anni si sta sperimentando un nuovo modo per incrementare la raccolta differenziata dei rifiuti: il sistema del conferimento a calotta per l’indifferenziata.
I vecchi cassonetti con lo sportello a pedale sono stati sostituiti da nuovi, con una piccola botola posizionata sulla parte superiore, che permette l’ingresso di sacchi da 20 o 22 litri (a misura delle pattumiere da sottolavello). Obiettivo è limitare la possibilità di conferire grandi quantitativi di rifiuto indifferenziato e incentivare la raccolta differenziata.

Questo modello, entro l’autunno del 2018, arriverà anche in tutti gli altri quartieri di Bologna, ad eccezione di alcune zone del centro storico. A differenza dei primi cassonetti sperimentati al Savena, i nuovi avranno un’applicazione con tessera che faciliterà l’apertura della calotta (ora si apre con una leva) e che in futuro servirà per identificare l’utente che conferisce l’indifferenziata.
Ma come sta andando questa sperimentazione in quartiere?
La Redazione Partecipata, armata di microfono, ha trascorso un pomeriggio tra via Bellaria, Via Sardegna e Via Calabria, raccogliendo pareri e voci dei cittadini.

Alcune signore si lamentano della pigrizia di molte persone, che abbandonano i loro rifiuti, troppo grandi per la calotta, di fianco ai cassonetti, altri hanno notato un crescente degrado e della sporcizia.
“Il Comune ha dovuto mettere in giro per il quartiere le trappole per i topi, perché da qualche tempo fanno capolino tra i rifiuti”, ci racconta una signora, mentre un’altra commenta: “bisognerebbe controllare e sanzionare le persone che non differenziano correttamente e che abbandonano i rifiuti. E’ una questione di educazione civica, e noi forse ancora non siamo pronti per questa novità”.

Nella zona del Cavedone 2 in via Genova, le cose vanno meglio, come racconta la voce di uno dei condomini: “da noi il sistema funziona. All’inizio è stato difficile, ci siamo dovuti abituare. Ora non troviamo più nulla fuori dai cassonetti. A parte qualche rifiuto ingombrante: ogni tanto arriva qualcuno con un camion a lasciare i rifiuti che però vengono puntualmente rimossi dall’Hera”.
Nella nostra passeggiata tra le strade del quartiere incontriamo un gruppo di 10 signore che stanno andando a fare la spesa in un alimentare della zona. Non sono italiane, ma vivono a Bologna da 15 anni. Hanno imparato subito come fare la raccolta differenziata, una novità per loro, e ora capita di discutere con chi non la fa bene.


“Una soluzione, dal mio punto di vista,  potrebbe essere una  recinzione intorno ai bidoni, dove per accedere bisogna usare il codice fiscale. Risolverebbe il problema dei topi, dei rifiuti abbandonati in strada e aiuterebbe a mantenere il quartiere pulito”
, dice una ragazza ai microfoni della redazione.
Quasi tutte le cittadine e i cittadini che abbiamo incontrato hanno espresso malcontento e non pochi dubbi rispetto a questo modello di raccolta differenziata che, dal loro punto di vista, non ha portato ai risultati che tutti speravano.

Tra le voci raccolte c’è anche chi esce fuori dal coro: “io sono molto contenta per le calotte, spero che continui e che arrivi presto anche nelle altre zone della città. Secondo me è un sistema che funziona di più del porta a porta”.


Interviste a cura di Rita Roatti, Sergio Palladini e Giordana Alberti.

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Chi è il referente dell’intero progetto? Chi gestirà Salus Space? Di chi sarà la responsabilità, anche economica? Chi risolverà i problemi?

Queste sono solo alcune delle domande e dei dubbi che i cittadini e le cittadine del quartiere Savena (e non solo) hanno sollevato ai nostri microfoni durante l’evento del 25 ottobre 2017 Salus Space: il futuro è qui. Riflessioni e perplessità di chi ha a cuore il futuro del proprio territorio e ha paura delle cattive gestioni che spesso portano all’impoverimento dei progetti e allo sperpero di risorse.
Chi ci mette la faccia? Perché è più facile individuare una singola persona a cui fare riferimento e a cui rivolgersi quando le cose non vanno bene”, si chiede una delle cittadine che ci ha raggiunto nella sala Tassinari di Palazzo d’Accursio.
Responsabilità, trasparenza e creazione di legami che possano durare nel tempo sono i temi ricorrenti nelle risposte che ci sono state date.

E’ innegabile che questo sia un progetto positivo, ma non ho capito come potrà parlare con i residenti della zona, come ci potrà essere un reale processo di inclusione“, spiega una delle cittadine intervistate. Qualcun altro si interroga invece sulla sostenibilità a lungo termine della struttura “quando non ci saranno più i finanziamenti europei, ma si dovrà essere autosufficienti”.

Le diverse sollecitazioni che sono arrivate da chi ha partecipato alla giornata di presentazione delle diverse attività che nasceranno nello spazio dell’ex casa di cura di via Malvezza sono state raccolte anche in piccoli post-it che riassumono i diversi punti di vista e i tanti spunti critici che sono emersi quel mercoledì pomeriggio. C’è anche però chi guarda già al futuro, immaginando il centro studi di Salus Space dedicato al professor Scaglietti “un medico molto bravo che operava qui a Villa Salus e che durante la guerra ha curato tante persone”.

Lo spazio abbandonato di Villa Salus prende vita con un pomeriggio di festa e di animazione artistica. Il 4 luglio un percorso itinerante tra alcuni luoghi del Quartiere Savena ci guiderà verso il parco della villa dove trascorreremo qualche ora insieme all’ombra degli alberi secolari tra lettura animate ed azioni teatrali. Punto di ritrovo sarà piazza Gregoris Lambrakis alle 18, dove ad essere esplorata sarà proprio la figura di questo medico, sportivo, uomo politico e militante pacifista greco, assassinato a Salonicco nel 1963.

Passeremo insieme dagli orti di via Mondolfo per concludere la nostra passeggiata al fresco degli alberi di Villa Salus, nel parco ripulito dall’Associazione El Ihsan. Qui i Cantieri Meticci, partner del progetto, compiranno un’azione teatrale.

L’iniziativa “Porte Aperte a Villa Salus” è rivolta a tutti i cittadini, che potranno conoscere meglio il progetto Salus Space, portare le loro idee e confrontarsi sul futuro dell’area riaperta al territorio. Il Gruppo di Valutazione partecipata sarà al lavoro, sperimenterà una prima attività di valutazione sul campo. I valutatori saranno identificabili  da un apposito badge e saranno impegnati nel realizzare brevi interviste ai partecipanti e nell’osservare e valutare l’adeguatezza e l’efficacia dell’iniziativa rispetto agli obiettivi del progetto Salus Space. Ci sarà anche la Redazione partecipata, per raccontare poi la giornata sul nostro blog.
Nel giardino verrà allestita la mostra fotografica Chi è Bologna, dedicata ai nuovi cittadini bolognesi, ideata da Arca di Noè Soc. Coop. e realizzata in collaborazione con Il Maestro e Margherita fotografia.

Vi aspettiamo numerosi!

Il progetto Salus Space prevede una superficie complessiva tra orti e giardini di circa 660 mq. Di questi 160 mq saranno dedicati a orti ricreativi, 100 ad un orto didattico, i restanti 400 ad un orto comunitario produttivo.
Gli abitanti e i futuri residenti di Villa Salus saranno coinvolti nella loro co-progettazione e coltivazione. Il gruppo che coordina il lavoro è formato da Giovanni Bazzocchi e Nicola Michelon del ResCUE – AB Università di Bologna e da Francesca Magrefi.
Sono previsti tre incontri teorico-pratici gratuiti da circa due ore ciascuno, che si terranno sempre alle 16,30 nella sede della Coop. Sociale Etabeta in Via Battirame 11 – Zona Roveri. Il primo sarà giovedì 22 giugno, il secondo giovedì 29 giugno, il terzo giovedì 13 luglio.
Le attività di co-progettazione sugli orti si rivolgono a tutti, intendendo gli orti un mezzo di aggregazione e di formazione, alla fine del percorso ci sarà una cena a base di prodotti dell’orto presso la Cucina della Coop Sociale EtaBeta.

Ecco alcune delle domande a cui si darà risposta, offrendo gli strumenti indispensabili per l’avvio e la gestione dell’orto corretti. Si cercherà anche di capire come adattare l’orto alle diverse esigenze: da quelle alimentari e di reddito a quelle più legate al benessere, al tempo libero e alla socialità.

  • Quale esposizione e orientamento scegliere?
  • Come valutare il terreno e come mantenerne un’adeguata fertilità?
  • Quali piante e quali fiori sono più adatti per le diverse stagioni?
  • Quanta acqua occorre e come distribuirla?
  • Come difendere le piante dalle avversità?
  • Come e quando raccogliere e conservare?
  • Come usare e vendere i prodotti dell’orto?

Per informazioni: Giovanni Bazzocchi 3341042338, Nicola Michelon: 346666681

 

 

Il percorso del Progetto Salus Space è arrivato alla vigilia del secondo appuntamento aperto a tutta la cittadinanza: ci incontriamo infatti lunedì 5 giugno 2017 alla Polisportiva di via Carlo Carli 56/58, a Bologna, alle 18.

E’ un incontro in cui i coordinatori e i partner di Salus Space aggiorneranno gli abitanti sui passi avanti compiuti dall’ultima riunione, tenutasi il 5 aprile al Centro Sociale La Dacia. Verranno fornite informazioni a proposito del possibile abbattimento di Villa Salus, ma anche su come evolve la progettazione complessiva.

La partecipazione attiva di cittadini e cittadine è già realtà. I gruppi Redazione Partecipata e Valutazione Partecipata sono stati avviati, ma rimangono aperti, ci si può aggiungere in ogni momento.

Ecco cosa era accaduto il 5 aprile, nel primo incontro con i cittadini alla Dacia

Per info:
info@saluspace.eu
redazione@saluspace.eu
valutazione@saluspace.eu

Redazione partecipata

Sarà giovedì 27 aprile alle 18 il prossimo appuntamento con i cittadini, dedicato alle attività di valutazione partecipata del progetto Salus Space. La riunione, aperta a tutti gli abitanti che volessero partecipare, sarà coordinata da IRS – Istituto per la Ricerca Sociale e si terrà sempre al Centro Sociale La Dacia, in via Lincoln 23, a Bologna, non lontano da Villa Salus. E’ previsto un piccolo benefit per chi ci accompagnerà in questo percorso! La valutazione partecipata ha l’obiettivo di garantire il raggiungimento dei risultati previsti, la loro efficacia, la qualità e la sostenibilità nel tempo, attraverso tre Gruppi Integrati di Valutazione che lavoreranno in un clima di dialogo e collaborazione con tutti i partner del progetto e le istituzioni. I gruppi saranno composti dai valutatori, dai principali soggetti locali e dai cittadini che vorranno partecipare attivamente alla realizzazione della valutazione del progetto. Per info scrivete a: valutazione@saluspace.eu

Mercoledì 3 maggio, sempre alla Dacia, alle ore 18, sarà la volta della seconda riunione della Redazione Partecipata. La prima, che si è tenuta mercoledì 12 aprile, ha visto la partecipazione di un bel gruppo di cittadini, futuri redattori del nostro blog. Insieme abbiamo cominciato a progettare i prossimi articoli, interviste, inchieste sul campo, naturalmente accompagneremo il tutto con una formazione molto pratica e di base per trasformarci in cittadini-giornalisti di buona qualità! La Redazione è aperta a tutti, non ci vuole una preparazione particolare, ma solo la voglia di raccogliere una sfida: raccontare un progetto innovativo – Salus Space – e raccontare un territorio – una parte del Quartiere Savena, che delineeremo con i nostri post.
Per info scrivete a:redazione@saluspace.eu

Nella foto, il pannello che abbiamo appeso al cancello di Villa Salus, un segno che qualcosa si muove!

Vi aspettiamo numerosi giovedì 27 aprile e mercoledì 3 maggio

 

 

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