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Stanno partendo i corsi di formazione rivolti principalmente a migranti, rifugiati e richiedenti asilo per poter creare le competenze necessarie alla futura comunità di Salus Space. I corsi si concluderanno entro dicembre 2019 e prevedono la formazione di 118 persone. A questi corsi, nei primi mesi del 2020, si aggiungerà una formazione specifica per la creazione di impresa sociale, di cui beneficeranno 20 persone scelte tra i partecipanti alla prima fase formativa.
I corsi tenuti dai Cantieri meticci e quello per la manutenzione del verde saranno aperti anche ai cittadini, che potranno iscriversi gratuitamente all’indirizzo info@saluspace.eu fino ad esaurimento dei posti disponibili. Allo stesso indirizzo si possono ricevere anche informazioni.

Ecco il dettaglio dei corsi aperti a tutti i cittadini:

Corso di teatro sociale (Cantieri Meticci): primo ciclo dal 14 ottobre al 16 dicembre 2019, secondo ciclo dal 13 gennaio al 30 marzo 2020. Si svolgeranno di lunedì dalle 18:00 alle 20:00 presso il Teatro della Parrocchia Nostra Signora della Fiducia in Piazza Lambrakis.
Nel corso del primo bimestre saranno affrontati in forma pratica e laboratoriale i primi rudimenti di tecnica attoriale (uso della voce, controllo del corpo, consapevolezza della scena), con l’ausilio di giochi teatrali capaci di creare gruppo, favorire l’incontro e la fiducia fra i partecipanti, affinare le capacità improvvisative di ciascuno. I partecipanti saranno inoltre coinvolti nei primi esercizi di drammaturgia e scrittura scenica partecipata.
Nel corso del secondo ciclo, i partecipanti (insieme al gruppo avanzato) inizieranno
a lavorare all’esito finale a partire da materiali drammaturgici creati nel corso del
laboratorio. Incontri di due ore circa, settimanali. Il corso si svolgerà nel Teatro parrocchiale della Chiesa di Nostra Signora della Fiducia, in via Tacconi (Quartiere Savena).
Corso di scenografia (Cantieri Meticci): primo ciclo dal 15 ottobre al 21 novembre 2019, secondo ciclo dal 28 gennaio al 5 marzo 2020. Nel corso del primo ciclo saranno affrontati questi temi: conoscenza della strumentazione base (attrezzi) più comunemente utilizzata, conoscenza dei diversi tipi di materiali utilizzati (legno ferro, vernici, colle, etc.), lettura di un disegno tecnico / scenografico, tecnica di base (luci/fonica). Nel secondo ciclo: ideazione e disegno di scenografie richieste dai laboratori teatrali, realizzazione con costruzione degli elementi richiesti con prove sul campo, modifiche eventuali, decorazione finale, mobilitazione e stivaggio delle scenografie, disegno luci e fonica richiesta. Sede da definire.
Corso di manutenzione del verde (Rescue-AB Università di Bologna): primo incontro giovedì 17 ottobre, ore 17, nella sede del Quartiere Savena. Nella primavera del 2020, sempre a cura di Rescue AB, una parte del corso sarà dedicata alla realizzazione degli orti di Salus Space.

Gli altri corsi di formazione, riservati come previsto dal progetto a richiedenti asilo e rifugiati, sono dedicati a: manutenzione e artigianato (Eta Beta), ristorazione e trasformazione agroalimentare (CEFAL), addetto alle strutture ricettive (CIOFS), autorecupero (CSAPSA), ristorazione-addetto sala e cucina (Mondo Donna).

Per far conoscere i corsi, i Cantieri Meticci saranno in piazza Lambrakis domenica 22 settembre 2019, dalle 17.30 alle 18.30 circa, con l’evento intitolato “La meravigliosa storia di Iside e Osiride”, all’interno della festa di piazza già organizzata per quella giornata. Sarà un laboratorio spettacolo con i bambini, un mix tra laboratorio pratico-manuale e performance nel quale il racconto mitologico diventa pretesto per costruire e inventare. L’attività si rivolge ai bambini ma anche a tutti gli adulti che li vogliono accompagnare.

                                                                                               

Ecco cosa sono gli orti condivisi del Savena. Ne avevamo già parlato qualche tempo fa. Siamo andati a trovare il presidente dell’associazione Gaetano Vitale.

Il giardino Peppino Impastato è un’area verde che si trova tra via Due Madonne, Via Luigi Bombicci e Via Carlo Carli, poco lontano da Via Malvezza. Dopo un abbandono durato anni, recentemente parte di questo terreno è stato recuperato dal Quartiere Savena per ricavarne una nuova tipologia di orti: gli orti condivisi, all’interno del progetto “Ortipertutti”, un bando promosso nel 2014 da Comune di Bologna, Urban Center e Fondazione Villa Ghigi, che prevedeva di progettare nuovi orti urbani in aree verdi di Bologna con l’obiettivo di affiancare agli orti “tradizionali”, forme di agricoltura urbana di nuova generazione, che rispondessero a  criteri di sostenibilità, design, scelte agronomiche, buone pratiche di riciclo e biodiversità.

Dopo una partenza difficile e un lungo iter burocratico, la gestione degli orti è stata affidata all’Associazione Orti Giardino Peppino Impastato, che da marzo del 2018 sta lavorando la terra. I risultati sono già buoni: zucche, zucchine, melanzane, pomodori e pomodorini, meloni, fragole, oltre a piante aromatiche di ogni genere, invadono tutte le vasche di contenimento. In questo contesto così colorato e profumato abbiamo conosciuto il presidente dell’Associazione, Gaetano Vitale e alcuni soci che ci hanno raccontato la loro esperienza.

Cos’è e come è nata l’Associazione Orti Giardino Peppino Impastato?
Gaetano Vitale L’associazione è nata come risposta all’esigenza del Quartiere Savena, di trovare dei soci da inserire all’interno di un orto sito nel  giardino Giuseppe Impastato, disponibili a collaborare per realizzare una nuova tipologia di orti: gli orti condivisi all’interno del progetto “Ortipertutti”. Significa che ogni tipo di attività è svolta in condivisione, in base alle esigenze si creano diverse aree di coltivazione in comune e i soci contribuiscono al mantenimento di questo bene suddividendosi i compiti a seconda delle proprie competenze: c’è chi annaffia, chi gestisce gli attrezzi, chi dà il verde rame, chi compra il materiale ecc.
I soci si dividono i prodotti e si prendono cura  di tutte le coltivazioni, in maniera condivisa.
L’area ortiva è composta da due lotti distinti e separati con due casette per il ricovero attrezzi, due zone di alberi da frutto e dodici appezzamenti all’interno di ciascun lotto, suddivisi in sei vasche di contenimento del terreno. Poi ci sono aree comuni per la gestione delle attività e un’area esterna, usata come zona gioco per i bambini.
Per individuare i soggetti assegnatari, il Comune ha pubblicato un bando per chi era già nella lista degli orti comunali. Anche se le rinunce all’inizio del progetto sono state tante (per l’atipicità degli orti), molte persone adesso vorrebbero partecipare e vivere questa esperienza, tanto che ho chiesto la possibilità di fare altri 12 appezzamenti qui accanto, visto che di spazio ce ne è ancora.

Come mai all’inizio molti hanno rinunciato e adesso invece ci sono tante domande?
Gaetano Vitale: Probabilmente molte persone all’inizio si sono ritirate, perché non era ben chiaro quali sarebbero state le procedure di gestione e forse si sono fatte un po’ spaventare dall’iter burocratico.
Il motivo per cui adesso ci sono tante richieste, penso sia perchè qui si creano relazioni diverse rispetto agli orti comunali tradizionali, dove capita che i nuovi arrivati, soprattutto se sono giovani e inesperti, vengano condizionati nella scelta delle piantumazioni o nel modo in cui gestiscono l’orto da chi possiede un terreno da tanto tempo.
Invece qui c’è un continuo scambio di esperienze e di aiuto reciproco.

Quando avete cominciato a lavorare la terra? E prima cosa c’era?
Gaetano Vitale: Il patto di collaborazione con il Comune di Bologna è stato firmato a dicembre 2017 e abbiamo cominciato a lavorare in marzo.
Abbiamo di tutto fragole, residui di lavorazione, basilico, menta, salvia, rosmarino, origano ecc.abbiamo fatto anche una coltura intensiva di patate.
L’area prima era solo un parco abbandonato ed era diventato principalmente uno sgambatoio per i cani. Per questo motivo, molti abitanti nei dintorni hanno accolto con molto piacere questa trasformazione.

Il vostro è un patto di collaborazione, quindi una concessione solo temporanea. Pensate di lasciare la gestione al termine del vostro mandato?
Gaetano Vitale:Gli orti ci sono stati concessi tramite un patto di collaborazione della durata di 3 anni più 2. I soci che hanno accettato di venire a lavorare questi orti, l’hanno fatto rinunciando anche ad un orto comunale, pertanto hanno scelto di far parte dell’associazione perché ne condividono l’idea di fondo, cioè quella della collaborazione reciproca per il mantenimento e l’utilizzo del bene comune. Chi lavora qui ci mette impegno e passione, per cui ci auguriamo che alla scadenza  la nostra gestione verrà riconfermata.
Naturalmente potranno entrare nuovi soci.

Mentre parliamo arriva una coppia di ortisti e così, cogliamo l’occasione per chiedere anche a loro come stanno vivendo questa esperienza e se fra di loro si conoscevano già o se l’amicizia è nata grazie agli orti:

No, noi non ci conoscevamo” risponde Roberta, una giovane ortista “eravamo iscritti alle altre aree ortive e avevamo interesse per questa attività. Quando c’è stato proposto questo progetto l’idea ci è piaciuta subito ma l’inizio è stato un po’ complicato, perché le modalità di gestione non erano molto chiare. E’ stato grazie a GaetanoVitale, che ci ha creduto fino in fondo e ha tirato le fila di tutto, che alla fine è nata l’associazione e si è realizzato tutto questo. Dopodichè qui sono nate molte amicizie, perché siamo tutti accomunati dallo stesso interesse e speriamo che il Comune faccia altri lotti simili, per dare questa opportunità anche ad altre persone.
Molti di noi erano inesperti e grazie all’insegnamento dei soci che hanno più esperienza, stiamo imparando come coltivare bene un orto.”

Passeggiando tra gli orti, mentre Gaetano ci mostra i bellissimi frutti che la terra dopo pochi mesi di lavoro ha già prodotto, Rita Roatti, una delle nostre redattrici, ha ricordato il passato di questo terreno che molti anni fa, prima di essere abbandonato era di proprietà di un mezzadro che ogni anno lo coltivava. Probabilmente proprio la sapiente coltivazione a cui era stato sottoposto, seguita da anni di riposo, ha reso questo terreno così fertile. Ma questa è un’altra storia che vi racconteremo…

di Chloy Vlamidis

progettazione_orti

Abbiamo ricevuto un aggiornamento sul percorso di progettazione dei futuri orti di Salus Space da Giovanni Bazzocchi, di ResCUE-AB (Centro Studi e Ricerche in Agricoltura Urbana e Biodiversità, Dipartimento Scienze Agrarie, Università di Bologna). ResCUE è nostro partner, così come la cooperativa Eta Beta. Insieme stanno coordinando il percorso che porterà alla creazione delle tre tipologie di orti che nasceranno a Salus Space.

La coprogettazione delle aree ortive procede a vele spiegate nonostante il caldo. Eccoci allo Spazio Battirame, complesso costituito da una casa colonica, una tensostruttura e diversi ettari di terreno all’interno della quale Eta Beta ha creato una sorta di smart village, con una cucina, un bar, attività artigianali temporanee, percorsi didattici, giardini e orti.

Protetti da una tettoia e rifoccillandoci con cocomero autoprodotto nell’Area Battirame, il gruppo di volontari, costituito da abitanti del quartiere, operatori sociali, persone richiedenti asilo, utenti delle cooperative sociali coinvolte a vario titolo nel progetto, ha immaginato l’orto ricreativo che vorrebbe. Dove sistemarlo? Come “arredarlo”? Quali fiori, piante, alberi? E come lasciare la libertà a chi vorrà, un domani, partecipare di metterci del proprio? Mille idee, ancora un po’ “volatili”, ma tutte ricche di desideri e condivisione…  ci vedremo ancora e ancora, per dare loro l’opportunità di realizzarsi.

Il grande cancello di Villa Salus è rimasto aperto per tutto il giorno. Prima per far entrare chi ha allestito il parco con sedie, tavoli per il buffet e scenografie per lo spettacolo, poi per accogliere la lunga carovana umana che arrivava dalla passeggiata per le vie del Quartiere Savena. Il caldo e le zanzare non hanno fermato i tanti che martedì 4 luglio sono venuti a curiosare, spinti anche dal passaparola che i cittadini e le cittadine dei nostri percorsi partecipati hanno messo in piedi in questi giorni.

E’ stato un pomeriggio intenso quello che ha avuto come protagonista lo spazio esterno della Villa, un pomeriggio di festa e animazione artistica.

Ma partiamo dall’inizio, dal raduno in Piazza Lambrakis. Ci siamo raccolti attorno alla statua dello scultore Costa Coulentianos, per ascoltare storia e ricordi di un luogo che è stato un punto nevralgico del quartiere. Cicerone di eccezione Rita Roatti, una delle cittadine della redazione partecipata di Salus Space.

 

 

 

Passeggiando ci siamo spostati poi verso via Mondolfo: abbiamo curiosato tra i tanti piccoli orti che costeggiano la strada, tra girasoli e filari di pomodori, e abbiamo chiacchierato con chi ogni giorno dedica un po’ del proprio tempo alla cura di questi spazi.

Infine siamo arrivati trionfali e festosi davanti al grande cancello dell’ex Villa Salus, pregustando già l’ombra degli alberi secolari che si trovano nel giardino e pronti per l’azione scenica di Cantieri Meticci. L’evento è stato la prima restituzione agli abitanti del Quartiere di un luogo abbandonato per molti anni.

Questa è una prima galleria con alcuni scatti del pomeriggio che abbiamo trascorso insieme e anche qualche immagine del gruppo di volontari che nei giorni precedenti ha partecipato alla pulizia del parco insieme all’associazione El Ihsan. Nel vialone che porta alla Villa ci sono anche alberi di pesco e degli amici speciali…

Grazie per le fotografie a Teresa Vignoli

Il progetto Salus Space prevede una superficie complessiva tra orti e giardini di circa 660 mq. Di questi 160 mq saranno dedicati a orti ricreativi, 100 ad un orto didattico, i restanti 400 ad un orto comunitario produttivo.
Gli abitanti e i futuri residenti di Villa Salus saranno coinvolti nella loro co-progettazione e coltivazione. Il gruppo che coordina il lavoro è formato da Giovanni Bazzocchi e Nicola Michelon del ResCUE – AB Università di Bologna e da Francesca Magrefi.
Sono previsti tre incontri teorico-pratici gratuiti da circa due ore ciascuno, che si terranno sempre alle 16,30 nella sede della Coop. Sociale Etabeta in Via Battirame 11 – Zona Roveri. Il primo sarà giovedì 22 giugno, il secondo giovedì 29 giugno, il terzo giovedì 13 luglio.
Le attività di co-progettazione sugli orti si rivolgono a tutti, intendendo gli orti un mezzo di aggregazione e di formazione, alla fine del percorso ci sarà una cena a base di prodotti dell’orto presso la Cucina della Coop Sociale EtaBeta.

Ecco alcune delle domande a cui si darà risposta, offrendo gli strumenti indispensabili per l’avvio e la gestione dell’orto corretti. Si cercherà anche di capire come adattare l’orto alle diverse esigenze: da quelle alimentari e di reddito a quelle più legate al benessere, al tempo libero e alla socialità.

  • Quale esposizione e orientamento scegliere?
  • Come valutare il terreno e come mantenerne un’adeguata fertilità?
  • Quali piante e quali fiori sono più adatti per le diverse stagioni?
  • Quanta acqua occorre e come distribuirla?
  • Come difendere le piante dalle avversità?
  • Come e quando raccogliere e conservare?
  • Come usare e vendere i prodotti dell’orto?

Per informazioni: Giovanni Bazzocchi 3341042338, Nicola Michelon: 346666681

 

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