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cavedone 2 Bologna intervista

Erano gli anni 70. A Bologna le persone avevano voglia di fare, insieme. Di risparmiare anche, naturalmente. I tre palazzi che formano il Cavedone 2 vennero su in poco tempo, in via Genova, Quartiere Savena, abitate da giovani famiglie che, seguendo lo spirito dei tempi e del luogo, decisero di avviare una autogestione del condominio. Che dura ancora oggi.

Presidente Cavedone 2
Un Comitato di gestione si occupa di manutenzione, pulizie, giardinaggio, ma propone anche attività culturali e sociali: dai cineforum alle cene di Capodanno. Il risultato è un tessuto di relazioni fitto e vivo, ma anche un risparmio notevole che ricade su tutti i condomini. Un soloproblema: il ricambio generazionale.

La Redazione di Salus Space è andata a intervistare i protagonisti

Le foto sono di Sergio Vegetti

 

 

 

Fontana della Corte

Sabato 21 ottobre ci sarà una biciclettata per il Quartiere Savena per scoprire i progetti del Bilancio partecipativo proposti dai cittadini. E’ una delle tappe del percorso dei Laboratori di Quartiere che da aprile sta coinvolgendo circa 1700 cittadini sul territorio bolognese. Ora si è entrati nella fase della pubblicizzazione dei progetti, poi a novembre ci sarà il voto che porterà al finanziamento di quelli scelti. Qui tutte le proposte dei cittadini per la città.

Sergio Palladini, uno dei redattori del nostro blog, è anche tra i promotori del progetto di riqualificazione della fontana al centro della Corte d’Acqua. Pubblichiamo il suo intervento.

Girando in bicicletta nei dintorni del centro civico del Quartiere Savena, tra via Faenza e via Dozza, si ha l’impressione di trovarsi in una specie di “Città del Sole” illustrata dalla matita di un autore Disney. Non c’è niente di clamoroso, ma regna ovunque una tranquilla razionalità urbana, tipico marchio della cooperativa Murri, una delle più grandi attuatrici del PEEP (Piano Edilizia Economica Popolare) dopo l’Acer (ex Iacp). Qui l’eleganza sobria dei palazzi è indipendente dal ceto sociale di chi vi abita. E la successione di cemento e spazi verdi, anziché il più consueto alternarsi di edilizia geometrile e lotti in stile “Blade Runner”, sembra dosata con il bilancino. Guardandosi attorno, viene spontaneo immaginare staccionate fresche di vernice e vigili che tentano di far scendere il gatto della lattaia dai rami di un platano. Sembrano accoglienti anche le “stecche” del Cavedone, in fondo a via Genova, accanto a una pista ciclabile e al capolinea del 27. Insomma, qui ha preso forma una piccola utopia, o forse solo uno dei tanti sogni socialdemocratici che l’Emilia ha covato nel dopoguerra sotto le falci e i martelli.

Non è perciò un caso se al culto del sole è dedicata una delle tre corti di via Ferrara, dove si staglia lo gnomone di una maestosa meridiana. Non è incidentale nemmeno il progetto di riqualificazione della fontana al centro della “Corte dell’acqua” (che completa il trittico insieme a quella della terra) perché in questa fetta di quartiere, fra la via Emilia e la Scandinavia, ogni incuria salta agli occhi. E i sampietrini divelti, gli avvallamenti del terreno e i vandalismi grafici testimoniano proprio la necessità di restaurare e rimettere in funzione la fontana di questa corte. Il ritorno degli zampilli valorizzerebbe uno spazio sorto in un’epoca in cui si pensava che gli interventi edilizi PEEP meritassero di essere circondati da elementi architettonici e artistici di pregio. E permetterebbe alle tre corti di tornare ad essere luoghi di passaggio e di aggregazione per chi è abituato a frequentare realtà confinanti come la biblioteca Ginzburg.

fontana come potrebbe essere

Questo disegno di riqualificazione, suggerito da alcuni abitanti della zona (tra cui il sottoscritto…) e sviluppato con l’aiuto dell’Urban Center del Comune di Bologna, è uno dei cinque progetti di intervento nel quartiere Savena finanziabili dal bilancio partecipativo di quest’anno. Cinque idee che in novembre saranno oggetto di una votazione on line aperta a tutti i cittadini, dopo un lungo percorso partecipato coordinato dall’Urban Center di Bologna. Per saperne di più è fin d’ora possibile consultare la pagina della rete civica Iperbole che raccoglie le proposte quartiere per quartiere (http://comunita.comune.bologna.it/bilancio-partecipativo). Ma chi volesse vedere con i propri occhi, e ascoltare con le proprie orecchie, ha l’occasione giusta per farlo partecipando alla pedalata che sabato 21 ottobre farà tappa in tutti i luoghi suscettibili di migliorie, presentate dalla viva voce di chi le ha pensate: proprio come in una storia di Topolino, se avesse potuto scriverla Tommaso Campanella.

Biciclettata Savena – sabato 21 ottobre 2017
Programma completo:
H. 10.30 – Ritrovo presso sede del quartiere via Faenza 4.
H. 11.00 – via Lombardia: “Giardino diffuso” (10 minuti di racconto da parte del gruppo proponente).
H. 11.30 – via Ferrara: “Le corti del cielo, dell’acqua, della terra” (10 minuti di racconto da parte del gruppo proponente).
H.12.00 – parco dei Cedri: “Parco dei Cedri nel cuore” (10 minuti di racconto da parte del gruppo proponente).
H.12.30 – via Pieve di Cadore: “Piazza Portazza” (10 minuti di racconto da parte del gruppo proponente).
H.13.00 – via Abba: “Abbabella” (10 minuti di racconto da parte del gruppo proponente)
Eventuale bicibus per ritornare alla sede di Quartiere.

Al termine della pedalata, piccoli assaggi e un brindisi insieme. Porta anche tu qualcosa da condividere!

Per le foto ringraziamo Urban Center Bologna

 

Il Think Tank di Salus Space è a lavoro e il primo degli appuntamenti in programma è lunedì 23 ottobre. E’ una sorta di “pensatoio” che  svilupperà il concetto di welfare generativo e partecipativo ponendo al centro la relazione, il coinvolgimento e il coprotagonismo.

Il Think Tank, azione del progetto, è gestito dall’Istituzione per l’Inclusione sociale e comunitaria Don Paolo Serra Zanetticon il supporto del Ces.co.com e dell’Università di Bologna.

Il centro di ricerca avrà sede negli spazi della futura Salus Space e precisamente nella Palazzina (ex camera iperbarica), ospiterà una sala convegni, una biblioteca ed uno spazio di coworking. Saranno dei luoghi dedicati all’elaborazione di una nuova idea di welfare che si basa sulla fiducia, sulla socialità, sulle idee di convivenza e cittadinanza.

Ecco il calendario degli eventi da ottobre a dicembre 2017: lunedì 23 ottobre alle 17.00, un incontro con l’antropologa Matilde Callari Galli (Presidente dell’Istituzione per l’inclusione sociale Serra Zanetti e Presidente del Think Tank) per discutere di welfare interculturale e trasformazioni antropologiche, al MET di Cantieri Meticci in via Gorki 6 a Bologna. Qui la sua relazione. Poi il 25 ottobre il gruppo di lavoro del Think Tank sarà dalle 16 a Palazzo d’Accursio, in Sala Tassinari, per la presentazione interattiva del progetto di Salus Space attraverso sei tappe di un percorso guidato.
Si prosegue poi martedì 31 ottobre alle 11 con l’incontro sui temi del welfare e dell’innovazione sociale con il sociologo dell’Università di Bologna Riccardo Prandini, in Aula dei Poeti, Strada Maggiore 45.
Empowerment, comunità e l’identità come risorsa e non come limite è il focus del seminario di giovedì 23 novembre al Centro Zonarelli via Sacco 6 tenuto da Alessandro Tolomelli, ricercatore all’università di Bologna in pedagogia sociale, inizio previsto per le 17.00.
All’Urban Center in Piazza Nettuno 3, martedì 28 novembre alle 17 Alessandro Martelli, docente al Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia all’Università di Bologna, cercherà di ricostruire le diverse definizione di welfare, e infine martedì 5 dicembre ore 17 Marco Castrignanò, docente in sociologia dell’ambiente e del territorio (Università di Bologna), ci parlerà di quartieri, comunità e capitale sociale alla Sala Marco Biagi, via Santo Stefano 119.

Per capire meglio cos’è il Think Tank la Redazione partecipata ha intervistato Roberta Paltrinieri, coordinatrice del corso di laurea magistrale del Dipartimento di Sociologia dell’Università di Bologna e responsabile scientifico di Ces.co.com. “E’ un luogo di scambio di conoscenza, un luogo di approfondimento e sperimentazione sui temi che riguardano Villa Salus e il suo futuro. Il progetto di Salus Space ha vinto il bando europeo perché – spiega Paltrinieri – riesce a coniugare il tema dell’integrazione con quello dell’innovazione sociale e questo è un esperimento del tutto nuovo che necessita di essere osservato e problematizzato”.


L’orizzonte verso cui si muove il lavoro del Think Tank è la sperimentazione di nuove pratiche generative, sostenibili e partecipate nelle quali cittadini e cittadine siano attori “attivi”, prendendo parte alle decisioni sugli spazi e sulla vita sociale, per contribuire a ricostruire un senso del collettivo e favorire l’integrazione.

Abbiamo deciso di organizzare molte iniziative che hanno la formula del seminario: i relatori saranno esperti e professori dell’Università di Bologna che ci illustreranno alcune teorie e principi fondamentali da applicare all’interno del progetto. Parleremo di intercultura, di innovazione sociale e di quartieri; parleremo di capitale sociale e di rigenerazione urbana. Questo ci permetterà di avere una visione comune e condivisa sul lavoro da fare a Salus Space”, sottolinea Paltrinieri.

Un cantiere di idee, un laboratorio e uno spazio in cui essere tutti produttori di contenuti, studiando una nuova declinazione di welfare. “Stiamo sviluppando un’accezione diversa da quella canonica e conosciuta dai più. Esistono già molteplici definizioni di welfare, quella a cui però noi come Think Tank e come progetto Salus Space facciamo riferimento è di welfare generativo”, spiega la responsabile di Ces.co.com.

Generare valore, risorse e competenze che siano poi in grado di sostenersi da sole, senza bisogno di un intervento esterno, responsabilizzando e formando le persone che ricevono l’aiuto. Questa è la base da cui parte questo modello di politiche sociali: la persona diventa una risorsa e non più un problema.

“Per noi, ad esempio, è stato importante coinvolgere tutti gli stakeholders del territorio, per lavorare su relazioni che già esistevano, ma che aspettavano solo di essere attivate. Oltre che generativo, il welfare che vogliamo mettere in campo è anche partecipativo e interculturale, perché coinvolge in prima persona i cittadini e le cittadine del quartiere e anche tutte quelle persone che saranno future destinatarie dei servizi di Salus Space. Saremo tutti insieme produttori di innovazione sociale”.

Alcuni cittadini-valutatori che abitano in via Rivani (strada del quartiere Savena che incrocia via Due Madonne) durante l’incontro del gruppo di Valutazione partecipata di giovedì 21 settembre, hanno dato a tutto il gruppo una bella notizia: la linea dell’autobus n° 25 ha allungato il suo percorso di due fermate, arrivando alla rotonda Gozzetti, fermata Canova. In questo modo l’autobus supera il sottopassaggio ferroviario, riuscendo a portare al di là del deposito Due Madonne, gli abitanti di quell’insediamento.

Il nuovo percorso della linea 25 è in vigore ufficialmente dal 15 settembre ed è stato accolto con molta gioia dagli abitanti della zona, che chiedevano da ben 10 anni all’azienda di trasporti pubblici un prolungamento di quel tratto di linea. Inoltre una delle nuove fermate che fa il 25 è subito dopo l’incrocio con via Malvezza, dove s’insedierà la futura Salus Space!
E’ solo un primo passo, nulla a che vedere con linee dedicate o navette (sarebbe addirittura troppo presto!) però tutti noi vogliamo pensare che sia anche un po’merito nostro, dei gruppi cittadini di partecipazione alla riqualificazione di Villa Salus.

Per concludere aggiungo anche un piccolo aneddoto: nei giorni scorsi, un anonimo riconoscente, ha appeso proprio alla fermata del 25 di via Rivani un cartello per ringraziare Tper!

di Rita Roatti

Rodaria

Per tutto l’anno Casa Rodari apre il cancello al solo passaggio delle persone che ci lavorano, di quelle che ci vivono e dei loro parenti; sabato 16 settembre no, lo terrà spalancato per tutti e chi di solito sta fuori è invitato fin d’ora a fare una capatina, a sedersi in giardino, ad approfittare della grigliata, a godersi la musica e gli altri intrattenimenti. E’ invitato, insomma, alla decima edizione di Rodaria, l’annuale festa organizzata all’interno della residenza socio-riabilitativa di via Fossolo 60, a Bologna, che comincerà intorno alle 15:30 e andrà avanti fino all’imbrunire. Una festa (a ingresso gratuito) condita da suoni, colori, giochi a premi, un mercatino delle pulci, quello degli oggetti artigianali realizzati all’interno della casa e, naturalmente, un ricco buffet.

Arturo DJ aprirà e chiuderà le danze, prima con una selezione di grandi successi, poi con un’appendice consacrata al karaoke. In mezzo, il Supergruppo Casa Rodari si esibirà in un intenso concerto rhythm’n’blues. Ma il pomeriggio vivrà il suo momento clou con “I musicanti di Rodaria”, la commedia teatrale realizzata da una compagnia di attori-residenti e liberamente ispirata ai “Musicanti di Brema” dei fratelli Grimm. Lo spettacolo, frutto di un laboratorio che nell’ultimo anno è stato in parte dedicato alla reinvenzione di note fiabe, lascerà grande spazio all’improvvisazione pur seguendo un canovaccio composto da video, foto e voci registrate (del narratore e degli attori). E se questa recita vuole essere una metafora dell’aspirazione di tutti a realizzare i propri sogni, Casa Rodari invita alla sua festa proprio chi sogna un cambio della guardia, un’inversione di tendenza, una visione “dall’altro”, chi fa della differenza la differenza, chi non si vergogna di guardare ed essere guardato, chi cerca di sapere ma anche di conoscere. E chi vuol spaziare in lungo e in largo, e non solo in senso stretto.

Rodaria 10, festa di Casa Rodari
sabato 16 settembre 2017, ore 15:30
via Fossolo 60, Bologna

 

Ecco la video storia della giornata del 4 luglio, quella che ha visto un bel numero di cittadini mescolarsi con i 17 partner del progetto Salus Space per raggiungere, partendo da piazza Lambrakis, gli orti di via Mondolfo e poi i cancelli riaperti di Villa Salus. Tra chiacchiere e scambi di idee, interviste del Gruppo di Valutazione partecipata è arrivato il momento dell’emozionante spettacolo dei Cantieri Meticci. C’è tutto in questo video!

Alla partenza in piazza Lambrakis abbiamo approfittato della situazione per porre ad una coppia di cittadini la nostra domanda preferita: “Che ne pensate del progetto Salus Space?”. Ecco cosa ci hanno risposto

Alla giornata di festa ha partecipato anche la Presidente del Quartiere Savena Marzia Benassi. Le abbiamo chiesto le sue impressioni

Abbiamo voluto l’opinione anche del signor Ropa che ci ha procurato panche e tavoli per il piccolo buffet

Il grande cancello di Villa Salus è rimasto aperto per tutto il giorno. Prima per far entrare chi ha allestito il parco con sedie, tavoli per il buffet e scenografie per lo spettacolo, poi per accogliere la lunga carovana umana che arrivava dalla passeggiata per le vie del Quartiere Savena. Il caldo e le zanzare non hanno fermato i tanti che martedì 4 luglio sono venuti a curiosare, spinti anche dal passaparola che i cittadini e le cittadine dei nostri percorsi partecipati hanno messo in piedi in questi giorni.

E’ stato un pomeriggio intenso quello che ha avuto come protagonista lo spazio esterno della Villa, un pomeriggio di festa e animazione artistica.

Ma partiamo dall’inizio, dal raduno in Piazza Lambrakis. Ci siamo raccolti attorno alla statua dello scultore Costa Coulentianos, per ascoltare storia e ricordi di un luogo che è stato un punto nevralgico del quartiere. Cicerone di eccezione Rita Roatti, una delle cittadine della redazione partecipata di Salus Space.

 

 

 

Passeggiando ci siamo spostati poi verso via Mondolfo: abbiamo curiosato tra i tanti piccoli orti che costeggiano la strada, tra girasoli e filari di pomodori, e abbiamo chiacchierato con chi ogni giorno dedica un po’ del proprio tempo alla cura di questi spazi.

Infine siamo arrivati trionfali e festosi davanti al grande cancello dell’ex Villa Salus, pregustando già l’ombra degli alberi secolari che si trovano nel giardino e pronti per l’azione scenica di Cantieri Meticci. L’evento è stato la prima restituzione agli abitanti del Quartiere di un luogo abbandonato per molti anni.

Questa è una prima galleria con alcuni scatti del pomeriggio che abbiamo trascorso insieme e anche qualche immagine del gruppo di volontari che nei giorni precedenti ha partecipato alla pulizia del parco insieme all’associazione El Ihsan. Nel vialone che porta alla Villa ci sono anche alberi di pesco e degli amici speciali…

Grazie per le fotografie a Teresa Vignoli

Il percorso itinerante che il 4 luglio porta i cittadini verso le porte ri-aperte di Villa Salus  parte da piazza Lambrakis. Non potrebbe essere diversamente come ci spiega l’articolo di Sergio Palladini

Monumento Lambrakis

Anni Cinquanta. Un’ampia distesa di terra e di erba incolta tra le case: la piazza prima della piazza. Ma il portico e la chiesa sono già un importante punto di riferimento per gli abitanti del Villaggio.

Piazza lambrakis sterrata anni 60Anni Sessanta. Con la pavimentazione, la fontana e le panchine di pietra, la piazza prende forma. Presto prenderà anche un nome: quello di Grigoris Lambrakis (Atene, 1918-1963), medico e uomo politico greco, deputato al parlamento ellenico, ucciso in un attentato nel 1963, nel clima di repressione che portò la Grecia al regime dei “colonnelli”. Per tutti gli abitanti del Villaggio, la piazza è il principale luogo di passaggio e di passeggio. E di gioco: sono davvero tanti i bambini che la affollano.

La statua a lambrakis nella posizione originaria

Settembre 1971. Al centro della piazza, non lontano dalla chiesa, viene posto un monumento dedicato a Lambrakis, opera dello scultore Costa Coulentianos. Alla cerimonia di inaugurazione sono presenti il sindaco Renato Zangheri e il compositore Mikis Theodorakis, autore della colonna sonora di “Z – L’orgia del potere”, il film di Constantin Costa-Gavras ispirato proprio alle vicende del medico e deputato greco. Theodorakis, in quel frangente costretto all’esilio, parla di Resistenza a una piazza gremita.

Ecco gli appunti preparati da Rita Roatti preparati per la passeggiata del 4 luglio su Lambrakis e Coulentianos

Grigoris Lambrakis, Costa Coulentianos

Anni Settanta. Non è raro vedere una pattuglia di vigili urbani ispezionare la statua, la piazza i dintorni. Le tensioni politiche e gli scontri ideologici di quel periodo rendono il monumento a Lambrakis un simbolo capace di scuotere gli animi e di creare infuocati schieramenti in lotta fra loro. I bambini, meno numerosi di un tempo, vanno a giocare altrove.

Inaugurazione Piazza Lambrakis_Zangheri

Fine anni Settanta. In piazza spuntano banchetti per raccogliere firme contro la violenza e il terrorismo. Anche i frequentatori della vicina chiesa si fermano per contribuire alla petizione.

3. Sposi in piazza Lambrakis (fine '70)

Anni Ottanta e Novanta. La piazza si svuota di persone e si riempie di alberi. La statua di Coulentianos smette di suscitare emozioni e clamore. Gran parte di chi le passa davanti ha ormai dimenticato la sua origine e il suo significato. Forse non la vede neppure.

Anni Duemila. Il Villaggio comincia a ripopolarsi e i bambini tornano a giocare accanto alla statua.

2003. Viene modificata la configurazione della piazza, che cede un po’ di spazio ai parcheggi e al mercato settimanale. Il monumento dedicato a Lambrakis si sposta all’inizio del Villaggio e diventa una sorta di “polo civile” che si affianca al “polo religioso” (la chiesa) che conclude la piazza stessa.

2011. In occasione del quarantennale della piazza, viene organizzata una mostra fotografica che ne racconta la storia.

2012. Un’appendice della mostra è allestita appositamente per la statua di Coulentianos. Il figlio dello scultore, Benjamin, realizza un calco sotto lo sguardo incuriosito dei passanti.

4 luglio 2017. Oggi come ieri, piazza Lambrakis è il cuore del Villaggio Due Madonne: dove altro potrebbe cominciare una passeggiata collettiva verso Villa Salus?

Le foto storiche sono tratte dal libro di Emanuele Grieco, tranne quelle dell’inaugurazione della piazza che vennero scattate da Marcello Poluzzi, ringraziamo Franca Calzolari, che ci ha autorizzato a usarle. Il libro di Grieco si intitola “Voci del Villaggio. Persone, luoghi, avvenimenti – 1957-2007: 50 anni di storia del Villaggio Due Madonne” (Delta 3, 2008)

La foto qui è stata scattata nel 2004 da Giuseppe Guerzoni, abitante della zona, durante una festa del Villaggio.

festa del villaggio 2004

La piazza oggi, le foto sono scattate da Sergio Vegetti, fotografo appassionato oltre che abitante della zona

Raccolta foto a cura di Sergio Palladini e Rita Roatti

piazza lambrakis oggi

Ho sempre pensato che l’edicola, oltre ad essere un servizio per il territorio, è anche uno spazio di incontro. Questa convinzione, unita alla necessità di far rivivere degli spazi comuni sempre più inutilizzati e aiutare alcune attività appena nate, mi ha spinta ad ideare il ciclo di incontri Spizzicando le tre Corti”.

Isabella è un ex edicolante, oggi in pensione. La sua edicola si trova all’interno di una elegante corte interna di alcuni edifici in via Ferrara, Quartiere Savena, Bologna, non lontano da Villa Salus. Un doppio porticato nasconde un grande giardino verde e pieno di fiori e, nell’angolo quasi a ridosso della strada, si trova l’edicola.
“Spizzicando le tre corti” non è stata solo una rassegna di eventi, ma anche un esempio concreto di cittadinanza attiva e valorizzazione del territorio. Nata dal basso, la rassegna è il frutto della passione e dell’impegno di Isabella che, nel corso degli anni, è riuscita ad organizzare eventi con artisti e scrittori da tutta Italia.

“E’ partito tutto nel 2013: proponevamo spizzichi di specialità locali a cornice della presentazione del libro e dell’artista della giornata. I piccoli buffet o gli abbinamenti di cibo erano preparati dal negozio di pasta fresca che si trova dall’altra parte del portico”, spiega Isabella “volevamo creare un luogo di incontro informale, che potesse essere frequentato anche da quelle persone che non sono abituate ad andare al museo, in pinacoteca o in libreria”.

Lettrice incallita, Isabella  non ha avuto difficoltà a trovare i primi scrittori da invitare all’ombra del portico e poi, grazie al passa parola, sono arrivate molte richieste di partecipazione e auto candidature, ma alcune ha dovuto rifiutarle perché il calendario della stagione era ormai pieno. Molti vicini dell’edicola si sono resi disponibili a partecipare all’organizzazione delle giornate: chi ha prestato le sedie, chi uno schermo, chi amplificatore e computer.

Ogni sabato pomeriggio circa trentacinque persone si radunavano sotto il portico di via Ferrara per assistere alle presentazioni e partecipare alla vita della piccola corte. “Dopo il primo anno abbiamo ricevuto anche il patrocinio del Quartiere Savena e abbiamo cercato di coinvolgere sempre di più il vicinato, per creare una rassegna costruita e vissuta collettivamente. Ricordo che per la presentazione del libro di Mariel Sandrolini, un giallo ambientato nell’ex ghetto di Bologna, abbiamo coinvolto l’associazione Succede solo a Bologna, che per l’occasione ha fatto un video racconto della storia del ghetto”. L’anno scorso Isabella ha chiuso la sua ultima stagione sia della rassegna che da edicolante. Ha ceduto l’attività a dei nuovi giovani proprietari, ma ha già dato la sua disponibilità per collaborare e far ripartire questa esperienza insieme a loro.

L’intervista è stata realizzata da Rita Roatti, con la collaborazione di Giordana Alberti

E’ nata lo scorso ottobre dopo una breve gestazione, è curiosa, vivace e molto socievole, cresce a vista d’occhio ed è stata battezzata WeMam: niente male per una giovane associazione che da qualche mese anima i portici e i giardini di viale Lincoln, cuore del rione Fossolo 2. Nei giorni scorsi abbiamo incontrato Veronica Cioni, una delle due mamme della scalpitante creatura (ma non è un caso di maternità surrogata!), che ce ne ha parlato con visibile orgoglio.

Redazione Salus Space: C’è sempre questo gran viavai davanti alla sede della tua associazione?
Veronica Cioni: Sì, ma oggi molte persone sono venute per partecipare alla seconda edizione della nostra “Festa di primavera”.

R.S: E’ una manifestazione con bancarelle ricolme di merce.
V.C: Sì, i banchetti fanno parte di “WeMarket”, il nostro mercatino dell’usato e dell’artigianato. Qui è possibile comprare, a prezzi accessibili, oggetti in ottimo stato, usati poco o addirittura mai.

R.S: Perché in esposizione ci sono solo scarpine, vestitini, seggioloni, giocattoli, scaldabiberon, sterilizzatori e libri di Geronimo Stilton?
V.C: Perché questa è una festa dedicata ai genitori e ai loro bimbi. Per i più piccoli abbiamo previsto sia una lettura animata col gioco-ballo, sia un laboratorio intitolato “Crea il tuo orto”, che offre la possibilità di giocare al “piccolo contadino” insieme a noi mamme.

R.S: “Noi mamme”, cioè “WeMam”, è proprio il nome della tua associazione. Di cosa si tratta?
V.C: WeMam è stata fondata nell’ottobre 2016 da me e da Rita Poletti. E’ stata la comune condizione di neo-madri a darci la spinta per creare una realtà in grado di dare accoglienza fisica e psicologica a donne come noi. Qui in viale Lincoln abbiamo trovato la sede perfetta, con uno spazio confortevole formato da una grande sala-ludoteca e da una stanza più piccola per corsi specifici.

R.S: C’era bisogno di un’associazione come questa?
V.C: Credo di sì. Il post-parto è un momento molto delicato, e il nostro aiuto è molto apprezzato. Ma questa struttura è in grado di aiutare anche mamme di bambini già grandicelli, a prezzi modici o anche gratis.

R.S: Tu e Rita fate tutto da sole?
V.C: Io e lei siamo spesso presenti in sede grazie all’aiuto dei nostri mariti e dei nonni, ma WeMam funziona grazie all’aiuto di altre mamme, ai loro compagni e al fondamentale contributo di vari professionisti, che qui tengono corsi qualificati.

R.S: Che tipo di corsi?
V.C: Alla base di tutto ci sono gli incontri ideati per sviluppare le attitudini dei bambini (canto, ballo, musica e lingue straniere) e quelli per mamme e famiglie (yoga, pilates dolce, mammafit). Poi ci sono appuntamenti periodici come “Belly Paint”, in cui una futura madre entra in contatto con il proprio corpo decorando o facendosi decorare il pancione.

R.S: Ci sono anche laboratori aperti a tutti?
V.C: Sì. In queste settimane, ad esempio, alcuni sessantenni stanno frequentando un corso d’inglese molto apprezzato. Altri atelier vengono organizzati di mese in mese in base ai suggerimenti delle stesse mamme. Speriamo che tutte queste attività ci facciano conoscere sempre di più a Bologna e dintorni, non solo qui al Fossolo 2.

R.S: A proposito: cosa pensi di questa zona della città?
V.C: E’ un rione tranquillo e a me piace molto, in particolare la fascia pedonale compresa fra le case popolari di viale Lincoln e di via Marx. E’ un’area così ricca di verde che sembra fatta apposta per ospitare associazioni come la nostra e iniziative simili a quella di oggi.

R.S: Come vanno i rapporti fra l’associazione e il vicinato?
V.C: Molto bene. Siamo benvolute da tutti e abbiamo una relazione quotidiana con tante persone. Certo, i più anziani sono anche i più assidui nel venire a cercarci. A volte, quando è bel tempo, ci mettiamo sulle panchine qui fuori, e subito arriva qualcuno a fare due chiacchiere. Ormai si è sparsa la voce che noi ci mettiamo a disposizione.

R.S: In che senso?
V.C: Nel senso che cerchiamo di ascoltare i suggerimenti e le richieste di chiunque, non solo delle mamme. Per fare un esempio, la “libreria condivisa” è nata quando una signora mi ha proposto di organizzare un gruppo di lettura.

R.S: Questa libreria, accessibile a chiunque e a qualsiasi ora del giorno e della notte, ha finora patito atti vandalici?
V.C: No. Quando l’abbiamo messa all’aperto, sotto il portico, io e le mie collaboratrici ci siamo dette che l’avremmo smontata non appena qualcuno avesse provato a danneggiarla. Invece è successo esattamente il contrario. Il ricambio di materiale è costante, e a volte vedo persone che prendono un libro e si mettono a leggerlo su una delle panchine qui di fronte.

R.S: Avete provato a collaborare con la libreria Mondadori del centro commerciale Fossolo 2?
Sì, qualche mese fa avevamo pensato di organizzare insieme delle presentazioni di scrittori e delle letture pubbliche, ma poi la Mondadori ha chiuso i battenti.

R.S: Invece la vostra libreria, nel suo piccolo, resiste e prospera.
V.C: Sì, viene tenuta in ordine grazie a una silenziosa manutenzione collettiva. Ogni tanto mi capita perfino di trovare dei fiori, messi sulle cassette a mo’ di decorazione. E’ un gesto semplice ma molto toccante. Mi sono commossa anche quando alcune signore ci hanno regalato delle bambole con cui giocavano quando erano piccole.

R.S: Ti è capitato altre volte di emozionarti così?
V.C: Sì, mi succede ogni volta che un vicino ci rivolge una parola gentile. Ma WeMam raccoglie per lo più proposte di iniziative culturali. Siamo disponibili ad ogni tipo di collaborazione, da quelle con i gruppi sportivi a quelle con signore che vorrebbero organizzare corsi di cucito, dai centri per disabili (in cerca di  sale per l’attività motoria dei loro utenti) ad associazioni come Ageop e Grandi Cuori Onlus.

R.S: Le persone che vi contattano abitano tutte nei dintorni?
No, una buona parte viene da fuori perché, grazie a internet, la nostra associazione è ormai conosciuta un po’ ovunque. Ma credo che sia arrivato il momento di presentare WeMam alle istituzioni di questo quartiere per poter dare una veste più ufficiale alle nostre iniziative.

R.S: Nella presentazione al Quartiere inserirete tutte le attività di cui hai parlato?
V.C:
Certo. E aggiungeremo “Baby Play”, che consiste nell’apertura periodica dei nostri spazi alle mamme e alle nonne della zona e che consente ai loro bimbi di giocare liberamente. Mi sono accorta che questo servizio è utile soprattutto alle nonne del Fossolo e del Villaggio Due Madonne, che qui da noi possono rilassarsi un po’ dopo tante ore passate a casa con i nipotini.

R.S: Fra qualche anno – chissà? –  avrete modo di collaborare anche con Villa Salus.
E’ proprio quello che speriamo!

WeMam
Viale Lincoln 38/A Bologna (BO)
facebook: Associazione WeMam
associazionewemam@gmail.com
associazionewemam.wordpress.com

testo di Sergio Palladini, foto dalla pagina Facebook dell’Associazione Wemam

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