Salus SpaceArchives
Quale colore assoceresti al Quartiere Savena? Se fosse una persona, quanti anni gli daresti? Perché vivi al Savena? Cosa cambieresti?
Queste sono solo alcune domande del questionario realizzato dal progetto We Are Savena, rivolto a tutti i cittadini del quartiere. Andare alla ricerca dell’identità del territorio in cui si vive per costruire un percorso di appartenenza comune è l’obiettivo finale di questo lavoro che rientra negli interventi e nelle attività per la cura del territorio e della comunità 2018 del Quartiere Savena, promosso dall’Associazione Pro.Muovo in collaborazione con la cooperativa sociale Camelot.
We Are Savena vuole favorire la creazione di relazioni all’interno della comunità e promuovere la condivisione di legami tra chi abita in una zona particolare della città, ma allo stesso tempo vuole essere un contenitore di significati in cui raccontare e raccontarsi. Il progetto prevede diverse azioni: un questionario online, delle interviste in strada, la diffusione di cartoline informative nei luoghi più frequentati del quartiere e un concorso fotografico, il Savena Contest , realizzato da Tempo e Diafamma. Sono previsti inoltre dei laboratori con le associazioni del quartiere.
Al termine dell’analisi del sondaggio, i risultati verranno restituiti con modalità e strumenti diversi: un classico report riassuntivo, un breve video, una playlist su Spotify, degli stencil temporanei sui marciapiedi, la diffusione delle foto, una festa.
Per chi volesse saperne di più nella sede del Quartiere in via Faenza 4, giovedì 15 novembre dalle 18.30 alle 21.30, si terrà un workshop/laboratorio sull’identità locale con le associazioni del territorio.
A questo link il questionario da compilare.
Tutte le informazioni sono sulla pagina Facebook di We Are Savena.

 

I cittadini di Bologna tornano a votare il Bilancio partecipativo dal 30 ottobre al 19 novembre. Sono 33 i progetti proposti e vagliati dal Comune, scelti tra quelli emersi dal percorso partecipativo che ha coinvolto 1800 persone attraverso 50 incontri.
Il voto deciderà i 6 che saranno finanziati. I progetti selezionati nella prima edizione, in cui hanno votato quasi 15.000 persone, dovrebbero essere completati entro il 2019.
Qui la descrizione dei progetti.

Quattro le proposte che riguardano il Quartiere Savena, concentrate nella zona San Ruffillo.

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I love San Ruffillo – Un nuovo parco urbano in Via Toscana e il recupero della scala di accesso alla “Piazzetta”
Il progetto ha gli obiettivi di riqualificare e rivitalizzare la zona che gravita intorno alla “piazzetta” di San Ruffillo; facilitare e rendere più accessibile il collegamento tra le due aree del quartiere, divise dalla ferrovia; recuperare e caratterizzare come luogo d’incontro e di aggregazione l’area verde adiacente alle ex-scuole Ferrari.

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Il giardino oltre la scuola – Area polifunzionale del polo scolastico Buon Pastore
L’obiettivo del progetto è riqualificare l’area del giardino del polo scolastico del Buon Pastore per regolamentarne l’utilizzo anche oltre l’orario scolastico per attività diverse: gioco libero, incontri di lettura, feste, area pic-nic per gli alunni della secondaria, area ricreativa per la scuola.
Gli interventi mirano ad una riorganizzazione degli spazi esterni con arredi, opere di verde e artistiche su terreno e prato.

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La via del Borghi – Itinerari naturali sulla collina
L’obiettivo del progetto è garantire una maggiore accessibilità pedonale e sicurezza: dalla città alle bellezze storico-naturalistiche della collina e, viceversa, dalla collina ai servizi della città. In particolare, il percorso si concentra sull’area verde tra Via Villari e Via Croce di Camaldoli, Via Siepelunga nel tratto all’interno del Borgo di Monte Donato, Via Jola e Via del Poggio.

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Vieni nel parco anche tu! – Riscoprire il Parco del Paleotto
L’obiettivo del progetto è di rivitalizzare l’area del parco del Paleotto, riconnettendola alle zone circostanti e al quartiere Savena. Si prevede di sistemare il parcheggio esistente, integrare l’area gioco esistente con strutture idonee alla fruizione di persone con disabilità motorie, realizzare l’attrezzatura per percorso vita e un’area di ristoro ombreggiata e ripristinare la fontana a monte della casa del Paleotto.

Possono votare:

  • i cittadini residenti nel Comune di Bologna che abbiano compiuto il sedicesimo anno di età;
  • i cittadini non residenti, ma che nel Comune di Bologna esercitino la propria attività di lavoro, studio o volontariato;
  • gli stranieri e gli apolidi residenti nel Comune di Bologna o che vi svolgano la propria attività di lavoro, studio o volontariato.

La procedura di voto si svolge interamente online sul sito partecipa.comune.bologna.it.

 

Savena_contest

Un concorso fotografico per raccontare il territorio del Savena. Lo ha organizzato l’associazione fotografica Tempo & Diaframma insieme al Quartiere. Tutti possono partecipare inviando i propri scatti entro il 30 novembre 2018. Una mostra fotografica finale e la pubblicazione di un libro potranno dare visibilità alle attività e alla vita del territorio.

Il Savena Contest ha infatti l’obiettivo di raccontare attraverso immagini l’identità del Quartiere Savena. la sua vita, valorizzando la ricchezza sociale, artistica, culturale, storica, ambientale del territorio. Tre i temi da svolgere:

people – raccontare la gente che abita, vive, lavora nel quartiere. Rappresentare una realtà quotidiana attraverso le persone che la rendono tale.
work – raccontare le attività produttive e commerciali .
social – raccontare le attività sociali, associative, sportive, ricreative.

Per informazioni e contatti: contestsavena@gmail.com, info@savenacontest.it, info@tempoediaframma.it

Il 10 settembre 2018 si sono conclusi i lavori di demolizione di Villa Salus. La ditta che se ne è occupata ha consegnato le chiavi dell’area Salus Space al Comune di Bologna, lasciando una spianata libera dai detriti e da ogni altro tipo di materiale.

Entro la fine dell’anno il Comune di Bologna procederà alla pubblicazione dei bandi per l’affidamento dei lavori di costruzione della palazzina residenziale e per la ristrutturazione della ex-camera iperbarica.

Nel frattempo sarà effettuata la bonifica bellica, per escludere l’eventuale presenza di ordigni nell’area di Salus Space e si faranno le verifiche necessarie per l’installazione di una nuova cabina Enel. A breve sarà fissata una nuova data per convocare i cittadini del Quartiere Savena in un’assemblea pubblica per tenerli aggiornati sull’andamento del progetto.

Domenica 9 settembre presso il mitico condominio denominato CA2 (Cavedone 2) in via Genova, nel quartiere bolognese Savena naturalmente, si è tenuta una festa particolare. Particolare per coloro che non abitano nell’insediamento ma consueta per chi, dal 1975, risiede in quello che viene definito da tutti “l’ultimo esempio d’autogestione condivisa”. Infatti, ogni anno la seconda domenica di settembre, i condomini del CA2, organizzano la “Festa d’Insediamento” rinnovando così da 42 anni il loro senso di appartenenza ad una coesa comunità di normali cittadini.

cavedone_cena_sociale

Tra gli anni 70/80 i nuovi insediamenti che crescevano nelle periferie di Bologna nascevano con questo spirito comunitario che permetteva di condividere gli spazi di tutti avendone cura e operando, a turnazione, nella gestione del giardino, nella pulizia delle salette, lungo i corpi scala, sotto i portici, accudendo la centrale termica ecc….a seconda delle possibilità e delle capacità di ognuno. Questo permetteva di far risparmiare alla comunità sulle spese generali annue.
Peccato che col passare degli anni questo impegno sia venuto meno in tutti i condomini periferici nati con questo spirito ma non al CA2. Ed ecco il perché di questa festa che si rinnova nell’allegria di grandi e piccini e con qualche ospite al seguito.

ballerini_tango

Domenica 9 settembre anch’io sono stata invitata a partecipare all’evento che si è svolto dalle ore 16,00 alle  22,00 tra il vasto parco e la pista di pallacanestro dove si sono alternati : un mago prestigiatore che ha intrattenuto i bimbi; due eccellenti maestri di tango che hanno dato prova (insieme ai ballerini della loro scuola) della loro bravura facendo, poi, danzare tutti e infine il gruppo corale dei “Ghignosi” che ha cantato, accompagnandosi alla chitarra, tipiche canzonacce da osteria in dialetto bolognese. Nel frattempo alcune signore s’aggiravano tra gli astanti per vendere biglietti della lotteria che avrebbe poi distribuito 7 premi ad estrazione a fine cena. E dopo…..tutti a tavola a condividere un abbondante e gustosissimo piatto di gramigna alla salsiccia bagnato da buon vino e conclusosi con macedonia di frutta e dolci a profusione. Gran parte dei condomini ha partecipato alla buona riuscita della festa e persino i ragazzini sono stati coinvolti servendo ai tavoli nel ruolo di camerieri.

Sono rientrata a casa in allegria, serena e col piacere d’essere stata in compagnia di amici e di persone che, anche se non le conoscevo tutte, mi hanno fatto sentire il senso dell’accoglienza e della condivisione. Li ringrazio tutti di cuore.

Rita Roatti

Nelle foto: la cena sociale, i ballerini di tango, abitanti del Cavedone

 

Tra le compagnie teatrali che sono nate nel nostro territorio c’è anche la Compagnia della Quarta, un progetto artistico che opera nel campo della danza e del teatro fisico. Non ha una vera e propria sede nel quartiere, ma alcuni dei componenti abitano tutt’ora lì, anche se sono spesso in viaggio per l’Europa.

Compagnia_della_Quarta

Il 19 settembre e il 20 la Compagnia proporrà un progetto particolare a Bologna, in zona Borgo Panigale: “Un Buco Nella Città”, in collaborazione con  Cie Dérézo di Brest, ideatori del progetto, e con il C.I.N.E. di Sineu, organizzatori a Mallorca. Ecco come la Compagnia descrive il progetto:

“Il progetto ruota attorno ad uno spettacolo itinerante nel quale 35 spettatori muniti di cuffie audio osservano un gruppo di attori che mettono in scena dal vivo, davanti ai loro occhi, una storia di finzione. Solo gli spettatori con le cuffie li sentono. Il pubblico osserverà il mondo e il suo flusso vitale come appare trasformato dalla sua stessa presenza in esso, nel tentativo di fermare qualcosa nel cuore stesso di ciò che per antonomasia non si può fermare: la città”.

Il team artistico è composto da Charlie Windelschmidt e Gwénolé Peaudecerf, regista e tecnico di Dérézo, Mario Coccetti coreografo di Compagnia della Quarta e un cast internazionale di 9 attori, 4 italiani e 5 spagnoli.

Ecco gli appuntamenti:

19/09: CentroBorgo, ritrovo presso l’entrata lato Via Marco Emilio Lepido

20/09: Treno della Barca, ritrovo davanti alla chiesa di Sant’Andrea, piazza Giovanni XXIII

Entrambi i giorni sono in programma 3 turni alle 17.30, 19.00, 20.30. Il costo del biglietto è di 5 euro.

Di bocca in bocca, di cellulare in cellulare, di mail in mail, la notizia sta risuonando con la velocità del baleno: sabato 15 settembre torna l’annuale festa di Casa Rodari, la residenza socio-riabilitativa di via Fossolo 60! Rodaria, luogo di sogno dove scorrono il latte e il miele; Rodaria, dove gli alberi sono carichi di frutti e le zanzare-tigre non osano farsi vedere; Rodaria, povera fuori ma ricca dentro o, come direbbe il poeta, spartana nelle forme ma ateniese nella sostanza. E quindi: musica, spettacoli, giochi a premi, mercatini, tigelle, grigliate, frizzi e lazzi! volantino_Rodaria_2018

 Dalle 15:30 in poi, nel grande giardino della residenza si respirerà tutto l’afrore di una festa rionale (e solidale) giunta ormai all’undicesimo appuntamento. Via dunque con le dissolvenze incrociate, indietro fino alla prima edizione che, vista con il cannocchiale rovesciato della malinconia, sembra lontanissima. Per ricordarla sarà allestita un’apposita mostra fotografica, ma oggi come allora vale l’invito di Casa Rodari ad approfittare dell’apertura straordinaria del suo cancello, a fare due passi nel parco e a sedersi sotto uno dei tanti, maestosi alberi. La scommessa, al di là delle offerte culinarie e spettacolari, è sempre quella di fare in modo che bastino a far festa il piacere di conoscersi e chiacchierare (l’arte dell’incontro) e l’amor-caparra (il voler bene in anticipo).

A creare la giusta atmosfera penserà il maestro di cerimonie Arturo DJ, prima con una corposa proposta di vecchi e nuovi successi, poi con il suo neo-karaoke (detto anche “basaglioma canterino”). Ma il carico da undici sarà calato dalla storica compagnia teatrale di attori-residenti rodariani, alle prese quest’anno con una commedia musicale ispirata alla “Linea” di Osvaldo Cavandoli (il personaggio nato ai tempi di Carosello e ora al centro di un gradito revival). Una linea duttile e flessibile, pronta a trasformarsi in una solida liana: venite ad aggrapparvi!

di Sergio Palladini

RODARIA 11, festa di Casa Rodari
sabato 15 settembre 2018, ore 15:30
via Fossolo 60, Bologna

Villa_Salus_abbattuta

Era cominciata nei primi giorni di luglio la demolizione di Villa Salus e si sta concludendo dopo due settimane di lavori. Alla demolizione in senso stretto, seguirà la fase di cernita e smaltimento del materiale.

Entro agosto il lavoro, affidato attraverso un bando alla ditta ICOSTRA srl di Genova, dovrebbe essere terminato.

demolizione_Villa_Salus

Nelle immagini sono riprese le fasi iniziali della demolizione, che è avvenuta attraverso l’utilizzo di mezzi meccanici per la demolizione e di idranti
per contenere il sollevamento delle polveri.

 

Ecco cosa sono gli orti condivisi del Savena. Ne avevamo già parlato qualche tempo fa. Siamo andati a trovare il presidente dell’associazione Gaetano Vitale.

Il giardino Peppino Impastato è un’area verde che si trova tra via Due Madonne, Via Luigi Bombicci e Via Carlo Carli, poco lontano da Via Malvezza. Dopo un abbandono durato anni, recentemente parte di questo terreno è stato recuperato dal Quartiere Savena per ricavarne una nuova tipologia di orti: gli orti condivisi, all’interno del progetto “Ortipertutti”, un bando promosso nel 2014 da Comune di Bologna, Urban Center e Fondazione Villa Ghigi, che prevedeva di progettare nuovi orti urbani in aree verdi di Bologna con l’obiettivo di affiancare agli orti “tradizionali”, forme di agricoltura urbana di nuova generazione, che rispondessero a  criteri di sostenibilità, design, scelte agronomiche, buone pratiche di riciclo e biodiversità.

Dopo una partenza difficile e un lungo iter burocratico, la gestione degli orti è stata affidata all’Associazione Orti Giardino Peppino Impastato, che da marzo del 2018 sta lavorando la terra. I risultati sono già buoni: zucche, zucchine, melanzane, pomodori e pomodorini, meloni, fragole, oltre a piante aromatiche di ogni genere, invadono tutte le vasche di contenimento. In questo contesto così colorato e profumato abbiamo conosciuto il presidente dell’Associazione, Gaetano Vitale e alcuni soci che ci hanno raccontato la loro esperienza.

Cos’è e come è nata l’Associazione Orti Giardino Peppino Impastato?
Gaetano Vitale L’associazione è nata come risposta all’esigenza del Quartiere Savena, di trovare dei soci da inserire all’interno di un orto sito nel  giardino Giuseppe Impastato, disponibili a collaborare per realizzare una nuova tipologia di orti: gli orti condivisi all’interno del progetto “Ortipertutti”. Significa che ogni tipo di attività è svolta in condivisione, in base alle esigenze si creano diverse aree di coltivazione in comune e i soci contribuiscono al mantenimento di questo bene suddividendosi i compiti a seconda delle proprie competenze: c’è chi annaffia, chi gestisce gli attrezzi, chi dà il verde rame, chi compra il materiale ecc.
I soci si dividono i prodotti e si prendono cura  di tutte le coltivazioni, in maniera condivisa.
L’area ortiva è composta da due lotti distinti e separati con due casette per il ricovero attrezzi, due zone di alberi da frutto e dodici appezzamenti all’interno di ciascun lotto, suddivisi in sei vasche di contenimento del terreno. Poi ci sono aree comuni per la gestione delle attività e un’area esterna, usata come zona gioco per i bambini.
Per individuare i soggetti assegnatari, il Comune ha pubblicato un bando per chi era già nella lista degli orti comunali. Anche se le rinunce all’inizio del progetto sono state tante (per l’atipicità degli orti), molte persone adesso vorrebbero partecipare e vivere questa esperienza, tanto che ho chiesto la possibilità di fare altri 12 appezzamenti qui accanto, visto che di spazio ce ne è ancora.

Come mai all’inizio molti hanno rinunciato e adesso invece ci sono tante domande?
Gaetano Vitale: Probabilmente molte persone all’inizio si sono ritirate, perché non era ben chiaro quali sarebbero state le procedure di gestione e forse si sono fatte un po’ spaventare dall’iter burocratico.
Il motivo per cui adesso ci sono tante richieste, penso sia perchè qui si creano relazioni diverse rispetto agli orti comunali tradizionali, dove capita che i nuovi arrivati, soprattutto se sono giovani e inesperti, vengano condizionati nella scelta delle piantumazioni o nel modo in cui gestiscono l’orto da chi possiede un terreno da tanto tempo.
Invece qui c’è un continuo scambio di esperienze e di aiuto reciproco.

Quando avete cominciato a lavorare la terra? E prima cosa c’era?
Gaetano Vitale: Il patto di collaborazione con il Comune di Bologna è stato firmato a dicembre 2017 e abbiamo cominciato a lavorare in marzo.
Abbiamo di tutto fragole, residui di lavorazione, basilico, menta, salvia, rosmarino, origano ecc.abbiamo fatto anche una coltura intensiva di patate.
L’area prima era solo un parco abbandonato ed era diventato principalmente uno sgambatoio per i cani. Per questo motivo, molti abitanti nei dintorni hanno accolto con molto piacere questa trasformazione.

Il vostro è un patto di collaborazione, quindi una concessione solo temporanea. Pensate di lasciare la gestione al termine del vostro mandato?
Gaetano Vitale:Gli orti ci sono stati concessi tramite un patto di collaborazione della durata di 3 anni più 2. I soci che hanno accettato di venire a lavorare questi orti, l’hanno fatto rinunciando anche ad un orto comunale, pertanto hanno scelto di far parte dell’associazione perché ne condividono l’idea di fondo, cioè quella della collaborazione reciproca per il mantenimento e l’utilizzo del bene comune. Chi lavora qui ci mette impegno e passione, per cui ci auguriamo che alla scadenza  la nostra gestione verrà riconfermata.
Naturalmente potranno entrare nuovi soci.

Mentre parliamo arriva una coppia di ortisti e così, cogliamo l’occasione per chiedere anche a loro come stanno vivendo questa esperienza e se fra di loro si conoscevano già o se l’amicizia è nata grazie agli orti:

No, noi non ci conoscevamo” risponde Roberta, una giovane ortista “eravamo iscritti alle altre aree ortive e avevamo interesse per questa attività. Quando c’è stato proposto questo progetto l’idea ci è piaciuta subito ma l’inizio è stato un po’ complicato, perché le modalità di gestione non erano molto chiare. E’ stato grazie a GaetanoVitale, che ci ha creduto fino in fondo e ha tirato le fila di tutto, che alla fine è nata l’associazione e si è realizzato tutto questo. Dopodichè qui sono nate molte amicizie, perché siamo tutti accomunati dallo stesso interesse e speriamo che il Comune faccia altri lotti simili, per dare questa opportunità anche ad altre persone.
Molti di noi erano inesperti e grazie all’insegnamento dei soci che hanno più esperienza, stiamo imparando come coltivare bene un orto.”

Passeggiando tra gli orti, mentre Gaetano ci mostra i bellissimi frutti che la terra dopo pochi mesi di lavoro ha già prodotto, Rita Roatti, una delle nostre redattrici, ha ricordato il passato di questo terreno che molti anni fa, prima di essere abbandonato era di proprietà di un mezzadro che ogni anno lo coltivava. Probabilmente proprio la sapiente coltivazione a cui era stato sottoposto, seguita da anni di riposo, ha reso questo terreno così fertile. Ma questa è un’altra storia che vi racconteremo…

di Chloy Vlamidis

Non è stata una banale sfilata di moda ma un bellissimo evento quello che si è tenuto venerdì 8 giugno all’interno della galleria del centro commerciale San Ruffillo di via Ponchielli al quartiere Savena. Era organizzato dall’Associazione Armonie che, da più di vent’anni, opera presso villa Paradiso in via Emilia Levante a favore delle donne in difficoltà.

sfilata_particolare

L’evento è servito a far conoscere ed a sostenere il progetto di sartoria sociale Donne Cucimondo,  un progetto di formazione rivolto a donne in condizioni di vulnerabilità e disagio economico con la finalità di creare lavoro. Iniziato nel febbraio 2017, terminerà ad aprile del 2019 prevedendo, oltre alla formazione in sartoria, un corso di computer, un corso per gestione di impresa, il certificato di qualifica rilasciato dalla Regione Emilia Romagna tramite Ecipar e la costituzione (è quello che ci auguriamo) di una associazione o cooperativa per dare lavoro alle 5 donne che stanno frequentando la scuola. Alla scuola, aperta due mattine la settimana, si affianca un laboratorio pomeridiano di riparazioni e creazioni per clienti, sia socie che non.

Le mannequin della sfilata altre non erano che le allieve del corso di sartoria ed ognuna di loro presentava le proprie creazioni interpretandole con modi molto personali e simpatici.

Al progetto si può contribuire o acquistando un capo di sartoria realizzato dalle allieve, rivolgendosi ad Armonie, o con la donazione di stoffe. A sfilata conclusa, le numerose persone sedute lungo la galleria del centro commerciale, si sono assiepate intorno alle organizzatrici  per toccare con mano i capi d’abbigliamento o acquistarli od ordinarli lasciando le misure della propria taglia. Inutile dire che è stato un vero successo.

Testo di Rita Roatti, foto di Daniela Guidi, Teresa Ganzerla e Roberto Nanni

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