Per conoscerci meglio – Repubblica Dominicana

Questa volta tocca alla Repubblica Dominicana! Ci spostiamo nel Mar dei Caraibi per il quarto incontro curato dagli abitanti di Salus Space per raccontare il proprio paese d’origine, anche questa volta l’invito è aperto a tutta la cittadinanza.

Sabato 12 marzo, dalle 10 alle 12, Solangy descriverà i paesaggi dell’isola da cui proviene, isola divisa tra la Repubblica Domenicana e Haiti. La città di Solangy, Montecristi, è proprio al confine con Haiti.

Ecco l’elenco degli incontri precedenti: Moussa ha presentato il Benin, Mamadou il Mali e Shaza la Siria.

La comunità degli abitanti di Salus invita tutte e tutti, per condividere storie di vita e sguardi sul mondo da nuove prospettive.

Chiediamo ai partecipanti di indossare la mascherina, è richiesto il Green Pass.


Per conoscerci meglio – la Repubblica Dominicana

Quarto incontro curato dagli abitanti di Salus Space per raccontare il proprio paese d’origine, anche questa volta l’invito è aperto a tutta la cittadinanza: tocca alla Repubblica Dominicana! 

Sabato 12 marzo, dalle 10 alle 12, Solangy descriverà, nella sala del centro studi di Salus, i paesaggi dell’isola da cui proviene, isola divisa tra la Repubblica Dominicana e Haiti, nel Mar dei caraibi. La città di Solangy, Montecristi, è proprio al confine con Haiti.

La comunità degli abitanti di Salus invita tutte e tutti, per condividere storie di vita e sguardi sul mondo da nuove prospettive.

Chiediamo ai partecipanti di indossare la mascherina, è richiesto il Green Pass.


Per conoscerci meglio – la Siria

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C‘era una volta la “grande Siria”, nella lingua siriaca “il paese del sole”, che si estendeva  dall’Egitto fino a tutto il Medioriente (Palestina, Libano, Siria, Giordania): una vasta  regione culla delle prime città (Aleppo, Uruk, Gerico) e prime civiltà: Sumeri, Cananei, Babilonesi e Persiani; e di tutte le altre che seguirono: Greci, Romani, Bizantini e Arabi. Con le spartizioni decise dalle potenze coloniali  dopo la Grande Guerra (Accordo Sykes-Picot 1916) la Siria divenne una sorta di protettorato della Francia, fino all’indipendenza, nel 1946, e alla proclamazione della Repubblica siriana.

Shaza, sociologa nella sua patria e ora bravissima cuoca della locanda di Salus Space, domenica 30 gennaio, ci ha raccontato il suo paese, a partire dalla storia, e poi dall’attuale geografia con le caratteristiche del territorio, sottolineando la fiorente economia del passato ora distrutta e la grande varietà di popolazioni e religioni che la abitavano un tempo, una multiculturalità molto ridotta oggi dopo la lunga guerra.

Il capitolo più doloroso è certamente quest’ultimo, attuale, della guerra, iniziata nel 2011 con la“primavera araba” sorta a causa del risentimento dei gruppi di opposizione al regime di Bashar al-Assad, già Presidente della Repubblica siriana dal 2000.  Diverse le parti coinvolte nel conflitto: Russia, Iran e Hezbollah, sostengono il governo; il fronte dei ribelli invece è appoggiato da Turchia, Arabia Saudita e Qatar. Mentre in ambito Onu si è verificata una profonda spaccatura fra Stati Uniti, Francia e Regno Unito, che hanno condiviso la lotta degli anti-governativi, e Cina e Russia che invece sono dalla parte del governo siriano, anche materialmente, con l’invio di armi. Un dato del tutto funesto fa capo all’invasione e alla conquista di una parte del territorio da parte dell’Isis, che ha instaurato una vera e propria dittatura, molto violenta, di cui abbiamo avuto per mesi tragiche notizie dai media. A complicare ulteriormente il quadro, gruppi armati di opposizione e gruppi jihadisti salafiti.

Le conseguenze di questo conflitto sono state e sono ancora terribili: povertà, morte e distruzione.  La situazione è bloccata: l’unità, il benessere economico e la pace sociale di un tempo sembrano irrimediabilmente perduti: ogni soggetto politico sfrutta la sua parte di risorse nazionali, mentre i cittadini sono sempre più in grandi difficoltà, vessati e discriminati in quanto avversari gli uni rispetto agli altri.

Molte le domande e viva la partecipazione rispetto a un tema drammatico, che dopo le cronache internazionali di questi ultimi anni, è rimasto nel cuore di molti di noi. Toccante il racconto della fuga di Habib, senza documenti, dalla Siria e poi dal Libano, fino alla Grecia e all’Italia, per  dare a se stesso e alla sua famiglia un altro futuro, un’altra vita.