Il bello che già c’è

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Nelle foto vedete i pannelli che Davide e Teresa di Metodi hanno preparato raccogliendo le immagini e le parole frutto della giornata del 16 ottobre, in cui la comunità di Salus Space ha riflettuto a partire dal tema lanciato dai nostri facilitatori: “il bello che già c’è”.
Il metodo utilizzato è stato il Lego Serious Play, uno strumento che mettendo la lingua un po’ in secondo piano è molto adatto alla nostra comunità, dove le lingue madri sono davvero tantissime.

Domenica 4 dicembre ci siamo ritrovati per la giornata conclusiva di questo laboratorio di costruzione di comunità. Prima abbiamo individuato le parole più interessanti che comparivano nei pannelli, poi a piccoli gruppi gli abitanti hanno immaginato ciascuno cinque azioni concrete che possano rendere migliore la comunità e la vita a Salus. Dopo averle condivise, l’obiettivo sarà concretizzarle!

La conclusione della mattinata è stata di Ennio Ripamonti, psicosociologo e formatore, che è rimasto con noi durante i lavori e grazie alla sua esperienza di consulente in altre realtà di comunità ci ha portato consigli e nuova energia.

La mattinata si è chiusa con una gran grigliata, tra chiacchiere e giochi dei bambini.


Per conoscerci meglio

mamadou

Per adesso non hanno un nome ufficiale gli incontri che gli abitanti di Salus Space stanno organizzando per conoscersi meglio e soprattutto per conoscere le culture dei paesi stranieri di provenienza di alcuni di loro.

Domenica 12 dicembre, alle ore 10, primo appuntamento nella sala eventi: Mamadou ha raccontato la storia degli ultimi decenni del Mali, a partire dalla decolonizzazione del 1960. Un paese ricco di risorse naturali, fra cui anche l’oro, che non riesce ad alzare la testa e diventare protagonista della propria Storia e del proprio destino. Neocolonialismo, l’intervento  della Libia e il colpo di stato nel 2012. Niente di nuovo sotto il sole:  povertà ed emigrazione.

La presentazione di Mamadou è stata arricchita dalle domande dei presenti: qual è stata la prima impressione all’arrivo in Italia? Qual è la condizione delle donne in Mali? Come prosegue la modernizzazione dei costumi di questo paese?

Quello che mi ha impressionato subito è stato il vedere come un ragazzo di 18 anni qui ha molte possibilità di fare qualcosa per se stesso e per la sua comunità: studiare, viaggiare, lavorare… cose che in Africa non si possono nemmeno pensare rimanendo lì – ha detto Mamadou.

Video, musica, convivialità, assaggi della tradizione culinaria degli abitanti intervenuti. Calore, amicizia, cordialità e nuove conoscenze sono solo rimandate alla prossima puntata: domenica 9 gennaio per incontrare la Siria attraverso altri testimoni.